Culture
Fantastico Medioevo: Gianpiero Perri racconta il progetto che trasforma la storia medievale lucana in opportunità culturale e turistica
Perri: “Occorre che le comunità si approprino della propria storia, comprendendo di essere eredi di una grande memoria storica, e da questo punto di vista essere sollecitati a generare nuove espressioni artistiche, culturali e musicali”




Fantastico Medioevo: la storia medievale lucana tra cultura, turismo e innovazione raccontata da Gianpiero Perri
La Basilicata riscopre il proprio passato medievale per trasformarlo in un’opportunità culturale, turistica ed economica. Con il progetto “Fantastico Medioevo”, il governo regionale guidato da Vito Bardi ha lanciato una piattaforma pluriennale che coinvolge comunità, accademici, istituzioni e territori, con l’obiettivo di rendere la storia medievale un elemento distintivo dell’identità contemporanea lucana. A spiegare la visione strategica alla base del progetto è Gianpiero Perri, Capo di Gabinetto del Presidente della Giunta regionale della Basilicata, che sottolinea come il Medioevo rappresenti "una stagione di grande effervescenza culturale, artistica, filosofica, giuridica e religiosa” e, al tempo stesso, un crocevia geopolitico tra l’XI e il XII secolo, attraversato da figure come Roberto il Guiscardo, Federico II e Manfredi.
Secondo Perri, il progetto nasce dalla volontà di mettere insieme la storia dei castelli e delle cattedrali del Vulture e dell’Alto Bradano con l’innovazione culturale e turistica: “L’obiettivo è creare un itinerario turistico-culturale e al tempo stesso un cantiere di progettazione che chiami l’industria culturale e creativa a collaborare, per far sì che il racconto dei fatti accaduti tra l’XI e il XII secolo renda vivo l’interesse del visitatore contemporaneo”. La narrazione non riguarda soltanto gli eventi e i protagonisti di quell’epoca, ma anche la bellezza dei monumenti, la sacralità delle cattedrali e il fascino del paesaggio lucano, e soprattutto i grandi temi medievali che restano attuali: il concetto di potere e dei suoi limiti, il rapporto tra religione e politica, la necessità di rinnovamento spirituale e culturale, la nascita di nuove arti e saperi.
Le giornate inaugurali a Melfi e gli eventi a Matera hanno dimostrato l’importanza di mettere in dialogo la ricerca scientifica e la partecipazione dei cittadini, come sottolinea Perri: “Non si crea sviluppo se non c’è un motore culturale. Occorre che le comunità si approprino della propria storia, comprendendo di essere eredi di una grande memoria storica, e da questo punto di vista essere sollecitati a generare nuove espressioni artistiche, culturali e musicali”. Il progetto, infatti, punta anche a coinvolgere studenti universitari, non solo lucani, dando vita a seminari, approfondimenti e occasioni di dialogo tra ricerca e divulgazione, collegando i territori attraverso eventi culturali e scientifici di respiro nazionale e internazionale.
Il ciclo delle “Lezioni di storia” nei comuni del Vulture ha radicato il progetto nei territori, dando voce a luoghi spesso fuori dai circuiti più noti. “Questa riscoperta di tanti luoghi, contigui tra loro, permette di creare itinerari affascinanti e di proporre un turismo lento, interessato alla cultura ma anche alle altre vocazioni del territorio, dall’astronomia alle produzioni enogastronomiche”, spiega Perri. La strategia della rete, piuttosto che della centralità di una sola città, consente di valorizzare l’intero territorio e di proiettarlo su scala internazionale, con un occhio particolare a Matera 2026 – Capitale Mediterranea della Cultura e del Dialogo. “Matera è straordinaria perché diventa il luogo di riferimento per riattivare il dialogo culturale tra i paesi del Mediterraneo e per valorizzare una cooperazione internazionale, anche in un tempo segnato da conflitti. È un’opportunità non solo per la Basilicata, ma per tutto il Paese”, sottolinea Perri, ricordando anche l’importanza del millenario dei Normanni nel 2027, che costituisce un’occasione di dialogo con la Normandia e con le città del Mediterraneo, a partire dalle vicende storiche di Roberto il Guiscardo e della sua famiglia.
Il progetto guarda anche al futuro attraverso iniziative strutturali e permanenti: dalla collana editoriale Laterza distribuita gratuitamente nelle scuole, all’allestimento di percorsi multimediali permanenti, fino a programmi di narrazione digitale, audiovisivi e videomapping. Perri spiega: “Il modello è quello di un turismo esperienziale, in cui comunità, amministrazioni locali, università, editoria e mondo della comunicazione concertano insieme una forte narrazione, capace di parlare all’uomo contemporaneo su grandi temi e passioni che restano sempre aperti, come geopolitica, amore e spiritualità”. L’obiettivo è costruire una strategia culturale duratura e non episodica, capace di attrarre visitatori, generare ricadute economiche e coinvolgere giovani e imprese culturali locali, offrendo opportunità concrete di crescita e innovazione.
Il racconto del Medioevo lucano si concretizzerà negli allestimenti dei castelli di Melfi, Lagopesole, Monte Serico e Palazzo San Gervasio, dove il visitatore potrà rivivere vicende di imperatori e papi, ma anche aspetti quotidiani e contaminazioni culturali come quelle gastronomiche. Ogni luogo presenterà un percorso narrativo unico, affidato a artisti contemporanei e imprese creative che operano nell’audiovisivo, nella cartapesta e nella comunicazione avanzata. “Si tratterà di una sorta di macchina del tempo che trascina il visitatore nella scoperta di aspetti della vita medievale che spesso ignora, tra vicende storiche, costume e mentalità, con esperienze immersive e multimediali”, spiega Perri. Il percorso sarà fruibile a partire dal 13 giugno 2026, con ricadute positive attese in alberghi, ristorazione e filiera turistica.
Infine, la conclusione di Matera 2026 vedrà una grande mostra archeologica, curata dalla Direzione Musei e dalla Regione Basilicata, che si spera partirà da Melfi per chiudere in novembre a Matera, a conferma della centralità della regione nel panorama culturale e turistico nazionale e mediterraneo. “Il Medioevo lucano non è solo memoria, ma laboratorio di confronto e di cultura, una risorsa per riflettere sul presente e costruire il futuro”, conclude Perri, sottolineando che il progetto punta a trasformare la Basilicata in un motore culturale, economico e creativo di respiro europeo, dove storia e contemporaneità dialogano in ogni castello, cattedrale e comunità del territorio.
