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Culture
Galleria Borghese, una grande mostra sul genio artistico di Luigi Valadier

Valadier. Splendore nella Roma del Settecento è la grande mostra monografica, curata da Anna Coliva, che la Galleria Borghese dedica a Luigi Valadier, il più celebre orafo, argentiere e bronzista italiano del suo tempo. Sono ben novanta le opere esposte nelle sale del Museo, tra sculture sacre e arredi liturgici, argenti profani, bronzi, arredi da tavola, metalli dorati con marmi e pietre dure, disegni  che svelano la vastissima produzione di una delle menti più brillanti e creative al servizio del principe Marcantonio Borghese e del progetto di riconfigurazione di Villa Borghese affidato all’architetto Antonio Asprucci. Concesse da importanti istituzioni internazionali e da collezioni private, le opere in mostra costituiscono un insieme straordinario con casi di assoluta eccezionalità come le monumentali lampade d’argento per il santuario di Santiago de Compostela, partite da Roma nel 1764 e mai più rientrate prima di questa occasione né mai prestate in precedenza. Anche l’imponente bronzo del San Giovanni Battista dal Battistero San Giovanni in Fonte al Laterano, restaurato in occasione della mostra, è esposto per la prima volta al di fuori della sua nicchia e visibile nelle sue parti usualmente nascoste. Nel percorso espositivo sono presenti tutte le tipologie e le tecniche artistiche con cui si è misurato il grande artista, e la varietà è illustrata da una grande quantità di oggetti per ciascuna tipologia. Si susseguono opere sacre come il servizio per pontificale del Cardinal Orsini da Muro Lucano e come le statue di santi dall’altare della cattedrale di Monreale; bronzi come le grandi riproduzioni di statue antiche realizzate da Valadier per sovrani e principi europei, provenienti dal Louvre; i preziosi oggetti di arredo, dai servizi da tavola agli orologi e ai bronzetti, fino al mirabile sostegno in marmi, bronzo e cristallo di rocca del cammeo di Augusto, eseguito per il Museo Sacro e Profano in Vaticano; le straordinarie invenzioni dei deser, trionfali centrotavola, come quello ordinato dal Balì di Breteuil e poi venduto a Caterina II di Russia, oggi a San Pietroburgo, o la ricostruzione del tempio di Iside a Pompei per Maria Carolina d’Austria, dal Museo di Capodimonte. Una sezione importante è dedicata ai disegni, strumento fondamentale per comprendere l’evolversi del procedimento creativo di Valadier dall’ideazione alla realizzazione dell’opera. La sezione include il prezioso album della Pinacoteca Comunale di Faenza, che viene per la prima volta interamente catalogato e pubblicato in occasione della mostra, del quale è visibile una selezione di disegni attraverso riproduzioni digitali.

LUIGI VALADIER

Luigi Valadier nasce nel 1726 da Andrea, argentiere francese stabilitosi pochi anni prima a Roma, dove aveva raggiunto notevole fama. Erede nel 1759 dell’attività del padre, Luigi si afferma presto per l’innovazione della sua arte. Egli è l’interprete per eccellenza di quel momento cruciale del Settecento dal quale sono scaturiti i valori della modernità fondati sullo studio e sulla conoscenza della civiltà antica squisitamente romana. Una conoscenza che Valadier trasmette come gusto, come diffusione evocativa dell’erudizione archeologica, e che traduce quegli ideali di moralità e austerità propri al mondo antico e romano nella concretezza dei materiali di massima preziosità con cui esaudiva la richiesta di fasto abitativo dei nuovi committenti. Risalgono già al 1759 i primi lavori eseguiti per i Borghese: il rifacimento della cappella di famiglia in Santa Maria Maggiore e di quella del SS. Sacramento in Laterano. Da quel momento l’artista presta la sua opera per la famiglia per oltre un venticinquennio, fino alla sua morte avvenuta nel 1785. Il lavoro di Valadier qualifica infatti le grandi imprese decorative e di rinnovamento del Palazzo di città e della Palazzina presso Porta Pinciana volute dal principe Marcantonio IV Borghese. Il Museo custodisce capolavori dell’artista come l’Erma di Bacco e la coppia di Tavoli dodecagonali; suoi sono inoltre i preziosi dettagli ornamentali che qualificano il camino della Sala XVI della Galleria e le quattro colonne in granito e bronzo dorato ora esposte nella Sala XIV. Se la committenza Borghese costituisce il filo conduttore dell’attività di Valadier, il rango e il numero dei committenti rivelano lo straordinario successo della sua carriera, evidenziando la vastità, l’originalità e l’impronta internazionale della sua produzione, che la mostra rappresenta con splendide testimonianze.

FENDI: ARTE & CULTURA

A settembre 2017, Fendi annuncia una partnership triennale con la Galleria Borghese. Il progetto prevede la costituzione del centro di ricerca Caravaggio Research Institute, promosso e divulgato attraverso un programma espositivo internazionale sull’artista, da Los Angeles all’Estremo Oriente, e il sostegno per tre anni consecutivi alle mostre che avranno luogo presso la Galleria Borghese, tra cui Bernini, mostra monografica con ottanta opere dedicata a Gian Lorenzo Bernini, da ottobre 2017 a febbraio 2018. Ad ottobre 2018 viene inaugurata Picasso. La Scultura, prima mostra in Italia dedicata alle sculture dell’artista, con più di 56 opere, fotografie di atelier inedite e video che raccontano il contesto in cui le sculture sono nate. La mostra, parte del programma culturale internazionale Picasso-Méditerranée, sostenuto dal Musée National Picasso-Paris, rimane allestita fino a febbraio 2019. La terza mostra della partnership con Galleria Borghese è "Valadier. Splendore nella Roma del Settecento".

INTESA SANPAOLO TITLE SPONSOR DELLA MOSTRA  ALLA GALLERIA BORGHESE

Intesa Sanpaolo offre il suo contributo al progresso culturale del Paese, individuando e pianificando una serie di interventi nel campo dell’arte e della cultura, realizzati autonomamente o in partnership con altri soggetti pubblici e privati (musei, fondazioni, università, istituzioni pubbliche, enti teatrali e musicali). Il patrimonio artistico, architettonico e documentario di Intesa Sanpaolo è costituito da migliaia di opere dal V secolo a.C. al XX secolo, circa mille opere sono esposte permanentemente e tra queste ci sono capolavori di Caravaggio, Tiepolo, Canaletto, Boccioni, Fontana, Manzoni. Il Gruppo conta su oltre 20 palazzi di pregio. Le Gallerie d’Italia sono il polo museale di Intesa Sanpaolo creato con l’obiettivo di condividere con i visitatori il patrimonio d’arte ereditato dagli oltre 250 istituti bancari confluiti nel Gruppo. Si tratta di circa 30.000 opere, delle quali 3.500 di particolare interesse storico-artistico, raccolte ed esposte in tre prestigiosi palazzi della banca ubicati nel centro di Milano, Napoli e Vicenza trasformati in musei.

FONDAZIONE GIULIO E GIOVANNA SACCHETTI

La Fondazione Giulio e Giovanna Sacchetti Onlus è un’organizzazione non lucrativa di utilità sociale, istituita a Roma da Giovanna Zanuso Sacchetti nel 2013. Nata per dar seguito agli interessi condivisi dai coniugi Sacchetti, la Fondazione realizza una forma di “mecenatismo contemporaneo” ed ha come fine esclusivo la tutela, la conservazione, la promozione, la valorizzazione e la diffusione del patrimonio storico, culturale e artistico, la ricerca in campo scientifico e la solidarietà sociale, attraverso iniziative e progetti di ampio respiro. Dal 2013 ad oggi sono stati diversi gli ambiti di intervento realizzati dalla Fondazione: dal finanziamento di interventi di restauro e recupero di opere d’arte, al supporto per la realizzazione di nuove opere; dall’erogazione di premi e borse di studio per istituti e studenti meritevoli, alla collaborazione con Enti ed Istituzioni,pubbliche e private, impegnate nel perseguimento di obiettivi analoghi a quelli della Fondazione. Dopo la donazione nel settembre 2017 del ritratto del Cardinale Giulio Sacchetti, olio su tela di Pietro da Cortona realizzato tra il 1626 e il 1627, alla Galleria Borghese di Roma, il sostegno della Fondazione Giulio e Giovanna Sacchetti si rinnova anche in occasione della rassegna “Valadier. Splendore nella Roma del ‘700”, a supporto dei suoi veicoli di pubblicazione e comunicazione dei numerosi capolavori che per la prima volta sono stati riuniti in questa straordinaria rassegna, in una prospettiva di collaborazione continua con il Museo. La donazione dell’importantissimo dipinto del Cardinale Giulio Sacchetti, testimone della stagione più alta della pittura romana del Seicento, da parte della Fondazione, ha rappresentato un ritorno epocale ad un mecenatismo in chiave contemporanea che non ha immediati precedenti in Italia. Una donazione a favore della completezza della collezione della Galleria Borghese. Il progetto ha consentito infatti di ricongiungere dopo oltre due secoli i ritratti dei fratelli Giulio e Marcello Sacchetti, quest’ultimo già presente alla Galleria Borghese e opera dello stesso Cortona.

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