"La Rete è una democrazia, basta snobismi": i filosofi contro Umberto Eco - Affaritaliani.it

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"La Rete è una democrazia, basta snobismi": i filosofi contro Umberto Eco

Giovani filosofi in rivolta. Primo della lista Simone Regazzoni che con un post su Facebook

"I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli".  
 
Umberto Eco si scaglia contro i social network nel breve incontro con i giornalisti nell’Aula Magna della Cavallerizza Reale a Torino, dopo aver ricevuto dal rettore Gianmaria Ajani la laurea honoris causa in “Comunicazione e Cultura dei media”.

Ma la frase non piace ai giovani filosofi. In prima linea Simone Regazzoni che con un post su Facebook non fa attendere la sua reazione:

Coltivate l'arte di bannare, la supponenza, l'alterigia, lo sprezzo, l'irrisione. Legioni di imbecilli sui social hanno il diritto di parola non più filtrato? Bene, non si torna indietro. Ma non siate compiacenti o fintamente democratici. Queste legioni non possono rivendicare il diritto a essere ascoltate; e io ho il diritto a non riconoscere in alcun modo la loro parola fino a silenziarla. E il primo che dice che io potrei ricadere nel gruppo che sto criticando verrà bannato.

Insieme a lui Luca Crespi, Antonietta Virali, la sociologa Antonia Ventura e il filosofo Mario Bossi.

La lectio magistralis di Eco, dopo la laudatio di Ugo Volli, è dedicata alla sindrome del complotto, uno dei temi a lui più cari, presente anche nel suo ultimo libro `Numero zero´. In platea il sindaco di Torino, Piero Fassino e il rettore dell’Università di Bologna, Ivano Dionigi. Quando finisce di parlare scrosciano gli applausi. Eco sorride: "non c’è più religione, neanche una standing ovation". La risposta è immediata: tutti in piedi studenti, professori, autorità.
 
"La tv aveva promosso lo scemo del villaggio rispetto al quale lo spettatore si sentiva superiore. Il dramma di Internet è che ha promosso lo scemo del villaggio a portatore di verità", osserva Eco che invita i giornali "a filtrare con un’equipe di specialisti le informazioni di internet perché nessuno è in grado di capire oggi se un sito sia attendibile o meno". "I giornali dovrebbero dedicare almeno due pagine all’analisi critica dei siti, così come i professori dovrebbero insegnare ai ragazzi a utilizzare i siti per fare i temi. Saper copiare è una virtù ma bisogna paragonare le informazioni per capire se sono attendibili o meno".
 
Eco vede un futuro per la carta stampata. "C’è un ritorno al cartaceo. Aziende degli Usa che hanno vissuto e trionfato su internet hanno comprato giornali. Questo mi dice che c’è un avvenire, il giornale non scomparirà almeno per gli anni che mi è consentito di vivere. A maggior ragione nell’era di internet in cui imperversa la sindrome del complotto e proliferano bufale".