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Culture
Le Cavallerizze: un nuovo spazio per il Museo della Scienza e per la città

di Ludovica Carlesi Manusardi    

Tornano fruibili e disponibili al pubblico Le Cavallerizze, strutture storiche incluse nel grande complesso del Museo della Scienza e della Tecnologia, costruite attorno alla metà del XIX secolo quando l'edificio monumentale era adibito a caserma militare.

Recupero e restauro sono stati finanziati dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per 4,2 milioni di euro, e dal Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia con fondi propri per un importo di 1,8 milioni di euro. Il progetto è consistito nel recupero funzionale dei volumi esistenti e nella ricostruzione di quelli demoliti dai bombardamenti bellici con l'obiettivo di realizzare nuove aree espositive e servizi museali per un totale di 1.800 mq.

Le Cavallerizze versavano in pessime condizioni: prima bombardate e poi "rabberciate alla meglio" anche quando il Museo viene inaugurato nel 1953.

Obiettivo primario del progetto affidato all'architetto Luca Cipelletti, è stato quello di evidenziare gli elementi di valore della struttura originaria come le ampie finestre ad arco, le lunette preesistenti, l'orditura del tetto con il sistema delle capriate lignee, e in generale l'ordine modulare dell'impianto che ne distingue la tipologia architettonica. I corpi parzialmente conservati e quelli gravemente danneggiati dai bombardamenti sono stati restaurati e integrati rispettando le proporzioni e i materiali dell'architettura originale; la struttura delle coperture, dove mancante, è stata riprogettata in carpenteria, i resti delle murature in mattoni sono stati restaurati ed integrati in modo da renderne leggibile la tessitura. Nella parte centrale, quello che era rimasto un grande vuoto a seguito dei bombardamenti, è stato integrato con uno spazio più ampio e polifunzionale completando la lacuna con due corpi contigui. Come chiusura delle quattro facciate sono stati realizzati dei grandi serramenti rivestiti in pannelli. 

In sostanza il tema del progetto è stato quello di ricostruire le parti mancanti con un linguaggio moderno, e di valorizzare  le parti conservate  cercando di far dialogare il moderno e l'antico, il nuovo e la storia. E bisogna dire che  l'obiettivo è stato perfettamente raggiunto. Grazie anche a un sistema di illuminazione particolare realizzato dallo Studio Pasetti  con sistemi longitudinali sospesi costituiti da moduli a LED capaci di variare  intensità, tonalità di colore, direzionalità, molto ben integrati con la struttura architettonica.

Un'opera bella e importante che si inserisce nell'ampio programma di rinnovamento che il Museo ha iniziato con tenacia  dall'inizio del secolo, consistente nel creare un aumento  costante e durevole dell'attrattività- visite, eventi- che pongono l'istituzione milanese come una delle mete più ambite e più significative dell'intera offerta museale milanese e lombarda. I lavori di riqualificazione di questa area costituiscono inoltre un passo importante  per un radicale ripensamento e una riorganizzazione degli spazi e dei servizi, creando una collegamento non solo  simbolico tra la parte museale che si affaccia sulla piazzetta San Vittore e la parte prospiciente Via Olona dove verrà prossimamente trasferito l'ingresso del Museo.

Nel nuovo assetto verranno coinvolte anche le aree esterne del Museo e la piazza adiacente, che nel prossimo futuro diventerà parte degli spazi gestiti dal Museo grazie all'intervento del Comune di Milano.

L'apertura al pubblico delle Cavallerizze avverrà in occasione della XXI Esposizione Internazionale Triennale di Milano, l'evento espositivo dedicato al design che si terrà in città dal 2 aprile al 12 settembre 2016, in cui il Museo è stato invitato a partecipare insieme ad altri musei e istituzioni culturali.

Il coinvolgimento del Museo si concretizzerà nell'ospitare alcuni Paesi partecipanti a Triennale 2016 all'interno delle Cavallerizze, nella progettazione di una mostra temporanea che interpreta il tema ispirante, "Design after design", e sviluppando un programma educativo dal titolo "Fai da tech", rivolto a giovani e famiglie nei weekend.

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