Culture
Ritmo e suono essenza della poesia. Sei filosofi destrutturano "l'infinito" di Leopardi

Di Angelo Maria Perrino @amperrino
E' stata davvero un'esperienza insolita per chi ieri sera è venuto nella galleria d'arte FARAHZADART (dell'artista iraniano Behnam Ali Farahzad) in via Tarchetti 5 a Milano, vedere un gruppo di giovani e serissimi filosofi dell'Univesità Vita-Salute San Raffaele di Milano guidati dal loro professore, Massimo Donà, docente di Teoretica dell'Ateneo, ma anche musicista e trombettista, eseguire una performance decisamente spiazzante.
Come in una sorta di orchestra, questi giovani epigoni di Platone e Kant hanno dato luogo a una recitazione destrutturata e decostruita di una famosa poesia, "l'Infinito" di Leopardi, durante la quale alcuni di loro declamavano le consonanti, altri le vocali, altri le parole, altri sullo sfondo e con tempi diversi l'intero testo del poeta di Recanati.
Un esito spettacolare e decisamente insolito, che abbiamo filmato Andrea Radic e io (che facevo da coordinatore dell'incontro) da prospettive diverse.
Guardatelo,questo video, è davvero un'esperienza spiazzante, da detournement.
Come mi spiega Donà delle Rose, al fondo di questa ricerca c'è l'assunto che l'essenza della poesia sta nel suo ritmo e nel suo suono e non nel suo significato, altrimenti l'artista avrebbe scritto un racconto o un romanzo.
GUARDA I VIDEO DELLA PERFORMANCE
L'idea si inserisce nell'originalissima ricerca estetica, a metà tra arte e filosofia, del mio amico Alì, col quale ci divertiamo a organizzare eventi culturali insoliti che riescano a produrre pensiero. E il tema di ieri era "lo spazio vuoto tra due parole".
Il concetto di “spazio vuoto”,di "chora", con Platone e i Greci, come quel luogo in cui infinite altre parole sono rese possibili e che scava e corrode come un torrente carsico la loro apparente pienezza e solidità, consentendo di purificarle dalla volgarità dell’uso quotidiano.
E' Alì ha preso le nostre grafie, le ha ingigantite e ci ha fatto dei bellissimi quadri, che tappezzavano le pareti della sua casa-galleria, colorando di giallo gli spazi vuoti. Davvero vuoti? Davvero inutili? O invece fondamentali, quegli spazi, per staccare le parole e dare dunque senso ai nostri ragionamenti?
E' la domanda che ha stimolato le riflessioni dei filosofi e degli ospiti. Poi la performance.La problematica si inserisce nell'approccio estetico di Alì, teorico dell'arte involontaria, ossia sostenitore del fatto che ciascuno di noi, anche non volontariamente, dà luogo coi suoi gesti di vita quotidiana a perfomance artistiche. E in questo senso ha mostrato un suo video realizzato in piazza Gae Aulenti a Milano dove un cumulo di manifesti pubblicitari scrostati dalle pareti componeva per terra una montagnetta di immagini della contemporaneità sconnessi tra di loro e tuttavia pieni di rimandi alla nostra vita dell'arte pop e di Andy Warhol.
ecco i filosofi performers
Federico Croci
Doctor in Philosophy at the Università San Raffaele milano
Federico Nicolaci
Doctor in Philosophy at the Università San Raffaele milano
Giulio Goria
Dottore in filosofia presso l'Università San Raffaele milano
Giuseppe Girgenti
Researcher in Philosophy
Marco Bruni
Doctor in Philosophy at the Università San Raffaele milano
Francesco Valagussa
Researcher in Philosophy