Mostre/ L’opera tarda di Picasso: l’inquietudine del gesto pittorico
La mostra "Picasso. L’opera ultima. Omaggio a Jacqueline" da venerdì alla Fondation Pierre Gianadda di Martigny (Svizzera)
di Simonetta M. Rodinò
Autentico protagonista del secolo scorso, Pablo Picasso ha dominato la scena dell’arte per oltre sessant’anni, influenzando anche le nuove generazioni. Multiforme e contradditorio, l’artista non fu certo un “moderato” della pittura. Abilissimo ad accogliere le suggestioni della vita, il segreto del suo continuo rinnovamento sta nell’incessante mutamento della realtà.
Al maestro di Malaga, agli ultimi suoi vent’anni di creatività e all’ultima donna che lo accompagnò fino alla morte, avvenuta nel 1973 in Provenza, è dedicata la mostra “Picasso. L’opera ultima. Omaggio a Jacqueline”, da venerdì alla Fondation Pierre Gianadda di Martigny (Svizzera).
L’esposizione, curata da Jean-Louis Prat, direttore della Fondation Maeght, ospita oltre un centinaio di opere in un percorso cronologico e tematico.
Spregiudicato, irriverente, paradossale, inguaribile infedele e gelosissimo, il genio catalano incontrò la 28enne divorziata nel 1952. Fu la sua ultima musa che non lascerà - come le tante compagne precedenti - e sposerà 80enne nove anni dopo.
Innumerevoli i ritratti della sua compagna-modella: Jacqueline ha mille volti, mille silhouette perché è, allo stesso tempo, tutte le donne che Picasso ha incontrato, conosciuto e amato nella vita. Esposte, tra le altre, le tele “Jacqueline aux fleurs” e “Jacqueline aux jambes repliées”, le sculture in lamiera ritagliata, piegata e dipinta “Femme au chapeau” e “Tête de femme (Jacqueline)” e le ceramiche “Portrait de Jacqueline”, “Portrait de Jacqueline au foulard”…
Negli ultimi vent’anni della sua attività, nell’urgenza degli ultimi anni di vita, la sua forza creativa non ebbe riposo, l’inquietudine del gesto pittorico è metafora dell’inquietudine per la vecchiaia.
Oltre all’ampia produzione di ceramista – nella mostra sono presenti alcun lavori che mettono in evidenza la caratteristica di trasformare gli oggetti, come un fiasco che diviene un grosso insetto, un vaso un uccello o un fauno – le sue rivisitazioni di tele di altri pittori.
Esposte alle pareti le variazioni su “Les Femmes d’Alger” di Delacroix, dipinte tra 1954 e 1955; su “Les Menines” di Vélasquez, eseguite tra 1955 e 1958; su “Le Déjeuner sur l’herbe” di Manet, portate a termine tra 1959 e 1961.
In seguito i cicli su “Ratto delle Sabine” di Poussin e David.
Della tela del primo – uomini e donne, tra quinte d’architetture classiche, lottano e fuggono verso l’esterno della scena, mentre Romolo comanda l’azione dall’alto del basamento del Tempio - Picasso coglie proprio l’irrompere delle forze maligne sulla scena della storia a schiacciare i più deboli, così la donna dipinta con il bimbo sotto gli zoccoli del cavallo.
Del neoclassico David, l’artista spagnolo reinventa a suo modo la teatralità: se per il maestro francese l’azione è corale e traduce in atto l’imperativo morale, l’autore spagnolo fa intendere il suo imperativo nel sottolineare il drammatico contrasto di classicismo e anticlassicismo, civiltà e barbarie.
Negli ultimi dieci anni, a Mougins, dove morirà, Picasso esplora le figure archetipiche della donna (il nudo), della coppia (baci e abbracci), dell’uomo (moschettieri e uomo con la pipa) e del pittore che invecchia.
“La libertà di dipingere – affermò Picasso – è la libertà di liberare qualcosa di se stessi. E’ necessario fare in fretta, poiché ciò non dura”.
Non gli sopravvisse a lungo Jacqueline. Non superando la depressione, nel 1986, si sparò un colpo di pistola. Aveva 59 anni.
“Picasso. L’opera ultima. Omaggio a Jacqueline”
Fondation Pierre Gianadda - Rue du Forum 59 - Martigny (Svizzera)
Durata: 17 giugno - 20 novembre 2016
Orari: tutti i giorni ore 9-19
ingresso: adulti CHF 20 - terza età: CHF 18 famiglie: CHF 42 bambini >10 anni e studenti: CHF 12
Tunnel del Gran San Bernardo : ritorno gratuito presentando il biglietto della mostra.
Infoline (+41) 27 722 39 78
www.gianadda.ch
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