Culture
Opera, a Bruxelles "Un ballo in maschera" sorprendentemente moderno







di Giovanni Zambito
È calato il sipario sulla rappresentazione di "Un ballo in maschera" all'Opera di Bruxelles "La Monnaie": il melodramma di Giuseppe Verdi su libretto di Antonio Somma è stato rappresentato per la prima volta al Teatro Apollo di Roma il 17 febbraio 1859. Qui rivive grazie a una particolarissima regia di Àlex Ollé, ina messa in scena moderna, affascinante e pertinente, in molti passaggi coinvolgente dove tutto, ogni azione e ogni sentimento, è dettato da una finzione, filtrato attraverso una maschera.
Tutti i personaggi portano una maschera (una calotta) perché il tutto ruota attorno alla menzogna e non solamente nel travestimento proprio del ballo finale: una parte del popolo trama e mira ad uccidere il re Gustavo pur fingendosi sempre a lui devoto; il monarca, da parte sua, seppur individuo animato da buoni propositi nel suo governo, ama segretamente Amelia, la moglie del suo migliore amico e lei, a sua volta, cerca di sradicare dal suo cuore la tentazione e il desiderio.
In un particolare momento Gustavo e Amelia tolgono via la maschera, svelando a loro stessi e al pubblico la propria identità sentimentale; è l'istante in cui - vinta ogni remora e resistenza - si dichiarano apertamente. A nulla vale il ricordo spinoso del tradimento che entrambi operano nei confronti di Renato. E poco importa se lei lo supplica in un meraviglioso passaggio di difenderla dal suo cuor!
La direzione del Maestro Carlo Rizzi è eccellente: la musica verdiana è lì e riesce ancora a trasportare gli animi nella storia con le parole del suggestivo libretto e non solo. Anticipa, richiama, enfatizza, accarezza, accenna, sfuma, drammatizza la narrazione, coadiuvata certamente da artisti di grande bravura di cui la regia ha saputo tirar fuori anche una intensa capacità e naturalezza attoriale. E così il personaggio di Renato (nell'interpretazione di un ispirato Scott Endricks) nel secondo atto prende respiro e possenza, s'impadronisce del palco nel faccia a faccia con Amelia e il suo sentimento verso il re, ora che per lui è finita: non siede che l'odio e la morte nel vedovo cor. Meritati applausi a scena aperta per lui e ovviamente per Amelia (Monica Zanettin) e Gustavo (Riccardo Massi) in più momenti dello spettacolo. Indimenticabile l'entrata in scena di Ulrica (Marie-Nicole Lemieux), così come il momento del Ballo in maschera con un sorprendente finale nel quale assieme al re vengono meno quasi tutti gli altri personaggi.
Il regista ha voluto restituire all'opera verdiana il suo carico politico-storico mediante una lettura piena di riferimenti alla storia del XX secolo ma anche a un ipotetico futuro che strizza l'occhio a 1984 di George Orwell in cui una tetra visione del futuro porta alle conseguenze estreme condizioni e tendenze totalitarie del mondo presente.
"UN BALLO IN MASCHERA"
Melodramma in tre atti di Antonio Somma
Musica di Giuseppe Verdi
Gustav III STEFANO SECCO
René Ankarström GEORGE PETEAN
Amelia MARIA JOSE SIRI
Ulrica Arfvidsson MARIE-NICOLE LEMIEUX
Oscar ILSE EERENS
Cristiano ROBERTO ACCURSO
Ribbig TIJL FAVEJTS
Horn CARLO CIGNI
Un Giudice ZENO POPESCU
Un Servo PIERRE DERHET
Orchestra Sinfonica e Coro del Théâtre La Monnaie
Direttore Carlo Rizzi
Maestro del coro Martino Faggiani
Regia Alex Ollé