“Padre e Figlio”, i due Pistoletto a confronto. La mostra
Opere esposte tra Biella e Trivero
di Simonetta M. Rodinò
Tutto iniziò a casa di Ermenegildo Zegna, fondatore dell’omonimo lanificio e imprenditore illuminato, che nel 1929 commissionò a Ettore Pistoletto Olivero (1898-1982), pittore di paesaggi e nature morte, un ciclo di graffiti su l’Arte della Lana. Distrutti a causa di lavori di ristrutturazione dell’edificio, furono realizzati di nuovo tra il 1947 e il 1949 su grandi pannelli mobili.
Dalla Sala Quadri che ospita il ciclo dipinto su tela, con pittura opaca a imitazione dell’affresco, da Ettore, comincia il racconto che vede protagonisti Ettore Pistoletto Olivero e Michelangelo Pistoletto (1933).
La mostra “Padre e Figlio” è una trilogia che si dipana lungo tre sedi, a Trivero in Casa Zegna, sede dell’archivio storico, a Biella sia a Cittadellarte - Fondazione Pistoletto, il grande laboratorio d’idee e progetti ideato nel 1998 da Michelangelo in un ex opificio tessile, sia a Palazzo Gromo Losa.
La rassegna, curata da Alberto Fiz, presenta oltre cento tra dipinti, quadri specchianti, installazioni, lightbox, video e fotografie e si tiene nell’anno in cui Biella propone la propria candidatura al network Unesco delle città creative, avendo in Michelangelo Pistoletto l’ambasciatore per il progetto.
Ripartendo da Casa Zegna… interessante anche il dialogo tra l’intero ciclo di 14 tele di Ettore, dipinte nel biennio 1952-1953, raffiguranti le tappe per la realizzazione della Panoramica Zegna e le fotografie realizzate all’epoca in bianco e nero da Rodolfo Mazzeranghi.
Entrambi i lavori sono una documentazione realistica delle fasi di costruzione dell’incantevole strada di montagna che porta dal Biellese Orientale alla Valle Cervo.
E qui s’intreccia un’altra storia: fu proprio Ermenegildo Zegna a voler far creare, negli anni tra le due guerre, questa via di collegamento per “far vivere la montagna sopra Trivero”. L’opera comprendeva infatti anche la riforestazione delle pendici con 500mila tra conifere, rododendri e ortensie.
Al centro della grande sala l’installazione “Metamorfosi” di Michelangelo: in contrapposizione alla tradizione pittorica di Ettore, ecco il processo continuo di trasformazione di Michelangelo.
Cittadellarte - Fondazione Pistoletto, che ospita in permanenza una selezione di opere di Michelangelo, attraverso un percorso multimediale racconta i progetti di Visible e di Unidee, intervallandoli con una serie di ritratti di Ettore, genere affrontato dall’artista dopo la natura morta, il paesaggio e l’affresco storico, tra cui “Le tre figlie di Zegna”, gruppo di famiglia dipinto nel 1929 proveniente dal Mart, mai esposto prima d’ora.
La tappa a Palazzo Gromo Losa è incentrata su ritratto, autoritratto e rispecchiamento tra i lavori di Ettore e quelli di Michelangelo Pistoletto. Una delle chiavi di lettura è la relazione con il tempo. Un’importante serie di quadri specchianti - tra cui “Padre e madre” del 1968 dove compaiono i due genitori visti di schiena - sono a confronto con Nature morte di Ettore, in cui per la prima volta appaiono elementi specchianti: pentole, secchielli, vasi. Nel giardino all’italiana poi Michelangelo ha realizzato per la mostra un’installazione inedita site-specific: “Abbraccio all’Infinito”.
E ancora…
“Padre e Figlio”
17 aprile - 13 ottobre 2019
Trivero - Casa Zegna; Biella - Cittadellarte-Fondazione Pistoletto e Palazzo Gromo Losa
Ingressi tre sedi: intero €10,00 - ridotto: €7,00
www.padreefiglio.it
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