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Culture
Pavia, il dramma degli italiani fatti prigionieri durante la Grande Guerra
Gaetano Previati, Gli orrori della guerra-L’esodo, 1917, olio su tela. Collezione Isolabella

di Raffaello Carabini

 

Last but not least tra le numerose manifestazioni dedicate sul nostro territorio al centesimo anniversario della fine della Prima Guerra Mondiale, Tra il vento e la neve. Storie di prigionieri italiani nella Grande Guerra propone al Castello Visconteo di Pavia un approfondimento sulla vicenda, complessa e poco nota, dei prigionieri italiani nei campi di concentramento tedeschi e austriaci. La prigionia di guerra divenne tra il 1914 e 1918 un destino di massa, poiché complessivamente in tutti gli Stati partecipanti furono fatti prigionieri tra i 6,6 e gli 8,4 milioni di soldati.

Di soldati italiani ne perirono oltre 100mila sui circa 600mila che finirono imprigionati in terribili lager, a causa delle durissime condizioni di vita cui furono sottoposti, nella sostanziale indifferenza dell’Italia e del Comando Supremo. Solo la Croce Rossa Internazionale riuscì ad assicurare loro un supporto medico neutrale e anche a mantenere attivo un canale di comunicazione tra i soldati e le loro famiglie.

Quella pavese si configura quindi come “l’occasione di una presa di coscienza collettiva su angoli della Memoria che è doveroso tenere vivi, perché rimangano in futuro spunti di consapevolezza e d’impegno”, come sottolinea il sindaco Massimo Depaoli. Punto di partenza è stato il ritrovamento presso archivi privati di un’importante documentazione inedita riguardante il lager per ufficiali italiani di Celle (in Germania, vicino ad Hannover), che è stata comparata con il manoscritto originale di Angelo Rognoni Gefangenen (“prigioniero”), in dotazione ai Musei Civici, che ne racconta le drammatiche esperienze prima a Crossen am oder e poi appunto a Cellelager. Così era noto il campo di baracche costruito a 8 km dal centro nel settembre 1914 per ospitare fino a diecimila prigionieri, mentre nel castello cittadino erano internati i “prigionieri civili di alto rango”, non più di 250.

Oltre alle pagine del diario, del futurista Rognoni sono proposti in mostra disegni, quadri e le 26 composizioni parolibere dello straordinario Film di prigionia. A Cellelager soggiornarono anche scrittori come Carlo Emilio Gadda (i suoi diari con vari disegni sono raccolti in Giornale di guerra e di prigionia), Ugo Betti (le prime poesie de Il re pensieroso furono scritte in cattività) e Bonaventura Tecchi (che ne ricavò il volume Baracca 15C), e pittori come Francesco Nonni e Silvio Santagostino (in mostra il suo diario a disegni).

Molti i documenti rari e spesso inediti esposti a Pavia a testimonianza di quella brutale realtà: il diario dell’infermiera Maria Cozzi, che documenta la vita quotidiana dell’ospedale da campo, dei soldati, delle infermiere e dei medici impegnati, quello di guerra e di prigionia del sottotenente Giuseppe Resegotti (che muore a Cellelager dopo 10 mesi di permanenza), quello di Luigi Necchi, l’Autobiografia di Giulio Peduzzi, il diario dell’altro futurista Gino Soggetti.

Non solo, la mostra è stata l’occasione per mobilitare la città nel rovistare solai alla ricerca di lettere e cartoline dal fronte, fotografie, diari manoscritti o con immagini, documenti, appartenuti ai loro famigliari coinvolti nella Grande Guerra. Con esiti ogni volta capaci di mostrare con quanta umanità sia stato vissuto dai nostri progenitori il periodo disumano della prigionia.

 

 

info

 

Tra il vento e la neve. Storie di prigionieri italiani nella Grande Guerra

Pavia, Castello Visconteo

fino al 27 gennaio 2019

Orari: 10/13 su prenotazione; da martedì a venerdì 14.30/18; sabato, domenica e festivi 11/19; chiuso il lunedì

biglietti: € 4; classi € 1 a studente; gratuito fino a 26 anni e over 70.

info: tel 0382399770; www.museicivici.pavia.it  

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