Scalfari e la Relatività
Oggi su l’Espresso c’è un articolo di Eugenio Scalfari sulla Relatività di Einstein:
C’è da dire che anche in passato il mastro vegliardo fondatore di Repubblica si era cimentato con questo tema fraintendendo i concetti della Relatività Generale.
Oggi ci riprova con la Relatività Ristretta ma con eguale sfortuna.
Scalfari ci racconta del suo passato da studente e del suo (naturale) odio per la matematica e la fisica finché non si imbatté in un famoso libro divulgativo di Eddington “Spazio, tempo e gravitazione”.
Questo fatto cambiò la sua percezione della scienza ma come spesso avviene a chi orecchia superficialmente concetti tecnici Scalfari commette vari strafalcioni interpretativi in cui cita Gulliver e Alice nel Paese delle Meraviglie e poi spara il gran finale che riporto:
Da allora la relatività è diventata per me un concetto fondamentale che denota la modernità a partire dall’Illuminismo. Non c’è nulla di Assoluto, tutto è relativo, tutto emana dal singolo individuo e lo si vede nella storia del pensiero moderno. Scientifico, politico, religioso. L’individuo non è clonabile. E di questo ho avuto la fortuna di poter discutere anche con papa Francesco. Non avrei potuto avere un interlocutore migliore di lui.
Scalfari non ha capito niente della Relatività; in primis infatti, lo stesso Einstein fu sempre infastidito da una concezione scientista che trasportava concetti fisico - matematici nel mondo della politica, della filosofia o peggio ancor dell’etica.
Inoltre, la Relatività Ristretta di cui parla Scalfari riguarda proprio la ricerca di ciò che non cambia in una trasformazione di coordinate (detta di Lorentz) e questo “qualcosa” è lo “spaziotempo” che va a sostituire lo “spazio” e il “tempo” considerati da Newton assoluti.
Dunque Einstein era alla ricerca di “assoluti” che si conservassero da un osservatore inerziale (un osservatore cioè che si muove di moto rettilineo uniforme) ad un altro, tanto che voleva chiamare la sua teoria “teoria degli invarianti”. Un esempio classico di invariante è l’intervallo (“distanza”) spaziotemporale che si conserva per ogni osservatore inerziale.
Esattamente l’opposto di quello che ha capito Scalfari (tralascio, per bontà natalizia il coinvolgimento del suo recente innamoramento per Papa Francesco).
Nel suo gruppo editoriale c’è “Le Scienze” di Marco Cattaneo che più che di fisica si occupa ormai di politica (di parte) ma qualcosa potrebbe dirgli (se si ricorda ancora).
https://www.affaritaliani.it/culturaspettacoli/marco-cattaneo-national-geographic-italia-dai-neutrini-agli-ufo-432410.html
Mi permetto dunque di segnalargli un mio libro sull’argomento:
http://www.sif.it/attivita/saggiatore/recensioni/vatinno
o in forma più divulgativa un altro:
https://www.amazon.it/Sette-lezioni-relativit%C3%A0-Giuseppe-Vatinno/dp/8854888761