Economia
Alitalia, l'ennesima statalizzazione. Una scorciatoia per non cambiare

L’ennesimo caso Alitalia e l’insostenibile leggerezza a statalizzare: una scorciatoia per non cambiare nulla
L’insostenibile leggerezza con la quale i governi cercano di risolvere problemi con l’intervento pubblico è una scorciatoia che denota solo i limiti di chi la propone. I nostri ultimi governi sono dei campioni di questa tendenza. Una tendenza che rappresenta, nella gran parte dei casi, un modo per non decidere facendo credere di risolvere un problema scansandolo soltanto. I casi sono molti, il più celebre è quello di Alitalia che è costata negli anni allo Stato decine di miliardi, senza prendere atto del fallimento di una compagnia incapace di stare sul mercato, al solo fine di salvaguardare promesse elettorali sull’orgoglio nazionale (un po’ stupido). L’ennesima newco proclamata qualche giorno fa con toni trionfalistici, che dovrebbe risollevare le sorti di Alitalia (grazie al pieno di denari pubblici), è un cinico esercizio del potere fine a se stesso.
Tutti sembrano soddisfatti (incluso il Movimento 5S convertito al potere), ma questo è un dèjà-vu, il risultato sarà sempre lo stesso: drenare soldi pubblici (per CDA, incarichi, consulenze, ecc.) tenendo in piedi un’occupazione fasulla benedetta dei sindacati, i quali se solo avessero un briciolo di responsabilità farebbero saltare il banco. Una statalizzazione non è necessariamente una bestemmia, però l’intervento statale non è sufficiente se non si interviene nella “melma” delle regole del gioco.
Prendiamo il caso recente di Autostrade, la partita è stata incentrata sulla fuoriuscita dei Benetton da dare in pasto al popolo, non a caso la trattativa è ancora in stallo. Così come negli anni ‘90 le privatizzazioni servirono solo a creare cassa consentendoci di non saltare in aria (altro che anni bellissimi come narra la vulgata populista), ora stiamo facendo delle statalizzazioni una strategia anestetizzante senza incidere sulla nostra competitivitá, senza creare condizioni di attrattivitá economica e senza favorire la concorrenza. Se lo Stato decide di entrare in Ilva o in Alitalia dovrebbe perlomeno avere le idee chiare su come rilanciarle e, nel caso, prevedere anche un successivo disimpegno, come ad esempio ha imposto la Bce (evviva l’Europa!) con Mps.