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Economia
Attenzione alle banche, alcune di loro rischiano di fare crack

Attenzione alle banche, alcune sono a rischio crack

I risparmiatori sono molto preoccupati a causa dell’impennata dell’inflazione (importata e interna), poi il fatto che questa si stia presentando a quasi due cifre mette in allarme anche il mondo dell’economia. Una delle motivazioni che spingono ad una seria riflessione è anche quello spettro di default che si potrebbe aggirare nel settore bancario. Ma molto spesso gli “esperti” si trincerano nel fatto che alcune realtà come il Monte dei Paschi di Siena (con una perdita sul valore delle azioni, negli ultimi 5 anni del 97, 91%, da 473,60 a 9,90 euro), il Credit Suisse (anche qui siamo in presenza di un meno 72,3% da 15,83 a 4,39 euro) o della Deutsche Bank (meno 49,8%, da 16,58 a 8.32 euro) sono troppo grandi per fallire, too big to fail. 

Cosa voglio dimostrare? Vorrei dimostrare che, anche secondo gli addetti ai lavori, queste e molte altre banche soffrono di una “cattiva condotta” (mala gestio), vedi le tante multe che sono state loro irrogate, a causa di perdite molto importanti o per avere violato i regolamenti internazionali e magari alcune di loro hanno ancora in portafoglio i derivati per migliaia di miliardi di dollari oppure secondo alcune fonti mediatiche sebbene siamo in presenza di una “cattiva gestione” però non hanno lesinato bonus milionari ai loro manager. 

Il problema, alla fine, è che a rimetterci, in caso di un possibile crack bancario, sono sempre gli azionisti, gli obbligazionisti ed i risparmiatori in generale. A tal proposito nel 2015 ho scritto questo articolo Bail-in, i banchieri ora firmino un'assicurazione, come potete intuire un appello senza riscontro continuando a fare quello che facevano prima. E quindi? Il suggerimento mi viene proprio dal mondo bancario e finanziario e allora cosa ne direste se si potesse comprare i C.D.S.? Cosa sono? 

Contratti swap appartenenti alla categoria dei derivati sul rischio di cred​​​​​​​ito che offre la possibilità di coprirsi dall'eventuale insolvenza di un debitore contro il pagamento di un premio periodico. Però tutto ciò andrebbe seguito da persone competenti. Altra domanda: cos’altro possiamo fare? Premetto che quanto scritto di seguito non è sollecitazione di pubblico risparmio. E per chi ha risparmi e non vuole correre rischi particolari? 

Il “povero risparmiatore” potrebbe, ad esempio, parcheggiare l’eccedente in fondi comuni monetari, perché le quote di partecipazione al fondo comune sono di proprietà dei sottoscrittori e non faranno parte della patrimonializzazione bancaria in caso di default. Un monito che vale per tutti: non esistono prodotti finanziari e assicurativi senza rischio, ma al limite, quest’ultimo, lo si può gestire. Noi non ci potremo forse mai sottrarre allo strapotere del mondo bancario/assicurativo, ma possiamo sempre tutelarci cercando soluzioni semplici e con l’aiuto di esperti … speriamo in bene.

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