BancoBpm, un piano per cosa? Stessi ricavi e utili fra 4 anni - Affaritaliani.it

Economia

BancoBpm, un piano per cosa? Stessi ricavi e utili fra 4 anni

Fabio Pavesi

La lusinga dei dividendi non basta per una banca ferma da qui al 2023 su ricavi e profitti. Ecco perché in Borsa le nuove strategie hanno fatto un sonoro flop

Non poteva andare peggio a Giuseppe Castagna, amministratore delegato di BancoBPm. Presentare un piano industriale nel bel mezzo dell’incubo coronavirus, con tutta l’aleatorietà legata agli indicatori macroeconomici futuri su cui basare le stime per l’andamento dei conti della banca. Ma se i tempi (non certo per colpa di uno dei banchieri più stimati) non potevano che essere i meno propizi, dietro il collasso del titolo in Borsa che ha lasciato sul campo oltre l’8%, c’è di più che non il coronavirus e le stime sulla contrazione del Pil, attesa per il solo 2020. 

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DIETRO LO SBOOM PASSATO DI MANO IL 12% DELLE AZIONI

Non basta tutto ciò a giustificare tali e tanti volumi di vendita. Tra il 2 e il 3 marzo sono passati di mano oltre 180 milioni di azioni, pari al 12% dell’intero capitale. Un movimento non certo attribuibile al parco buoi. È il piano industriale a non aver per nulla convinto i grandi investitori. E del resto quel piano sul fronte della gestione ordinaria del business dice di una banca tutto sommato ferma. 

RICAVI CHE NON CRESCONO

I ricavi che il piano promette al 2023 sono di fatto gli stessi conseguiti a fine del 2019. Circa 4,4 miliardi a fronte del 4,3 portati a casa a fine dello scorso anno. E 4 anni per il mercato sono un tempo biblico per vedere poco mossa la linea in alto del conto economico. Non solo ma il 2019 ha rappresentato una contrazione sull’anno precedente. Nel 2018 i ricavi totali erano stati di 4,77 miliardi con una discesa quindi negli ultimi 12 mesi del 10%. Certo dovuta in buona parte al venir meno della componente di ricavi finanziari scesi di ben 261 milioni in un anno. Ma anche le voci tradizionali non hanno ben figurato. 

MARGINE D’INTERESSE SOTTO PRESSIONE

CONTINUA IL CALO IN BORSA ALL'INDOMANI DELLA PRESENTAZIONE DEL PIANO/ Ancora pesante il titolo Banco Bpm (-3,4%) a Piazza Affari dopo il tonfo dell'8% con cui il mercato ha reagito alla presentazione del nuovo piano industriale.

Il margine d’interesse nel 2019 si è contratto del 13% e non bene neanche le commissioni scese del 3,6%. Un bilancio quello appena chiuso che ha visto sì l’utile netto salire a 797 milioni dopo la perdita per 59 milioni del 2018, ma che ha visto la linea dei ricavi soffrire e non poco. L’utile riconquistato è frutto per lo più delle minori rettifiche sui crediti malati passati da 1,9 miliardi del 2018 ai 778 milioni del 2019. Un dato certo positivo, ma che a più a che fare con l’opera di pulizia dei bilanci dalle sofferenze degli anni passati che non alla crescita dei ricavi. 

UN 2019 IN OMBRA

E così il BancoBpm uscito da un 2019 non certo brillante sulla prima linea del conto economico racconta agli analisti che tra 4 anni le cose di fatto non cambieranno granchè. Ricavi di fatto fermi, zavorrati da un margine d’interesse che continuerà a calare, compensato dalle solite commissioni nette viste queste sì in crescita. Tutto affidato alle buone sorti della vendita di prodotti finanziari e dal risparmio gestito. Con tra l’altro la mano morbida sui costi operativi che di fatto si stabilizzeranno sui livelli attuali. Quando agli analisti e al mercato fai vedere che non cresci sui ricavi e non tagli più di tanto i costi, la reazione non è mai positiva. Un piano con poco brio che certo mantiene la rotta sulla continua discesa delle sofferenze e degli incagli, vede il Cet1 attestarsi sopra il 12%; il patrimonio netto tangibile sfiorare gli 11 miliardi e la redditività su quel patrimonio arrivare al 7,2%. 

Banco BPM Gruppo APE
 

REDDITIVITA’ STAZIONARIA

Tra 4 anni quando già ora il Rote è al 6,8%. Anche qui nessun grande progresso sulla redditività. E alla fine dulcis in fundo un utile netto tra 4 anni a quota 770 milioni contro i 797 milioni archiviati nel 2019. Castagna si è giocato l’unico atout di cui disponeva per solleticare il mercato: una generosa distribuzione di dividendi pari a 800 milioni in 4 anni. Un pay out sugli utili del 40%. Forse ghiotto, ma sul mercato c’è una grande banca che da anni offre un pay out dell’80%. Se devo inseguire i dividendi compro Intesa, si sono detti in coro gli analisti. 

Forse al di là del coronavirus e della grande incognita sugli impatti economici dell’epidemia, ha pesato quel piano così, così. Che non aiuta le dinamiche borsistiche che a dir la verità appaiono assai opache da tempo. 

IN BORSA -40% A 2 ANNI

È dalla primavera del 2018 che il titolo ha abbandonato la soglia dei 3 euro e con lo sboom degli ultimi 2 giorni ha perso oltre il 40% sul listino in meno di 2 anni. Tra i bancari è tra quelli prezzati di meno sul suo capitale. Oggi vale in Borsa 2,8 miliardi a fronte di un patrimonio netto di oltre 11 miliardi. 

BANCOBPM VALUTATO SOLO IL 25% DEL PATRIMONIO

Vuol dire farsi valutare dal mercato poco più del 25% del suo capitale. Un prezzo da saldo si direbbe che non collima di fatto con un Roe non elevatissimo, ma migliore di altre banche. Pesa il difficile passato con quella grande operazione pulizia dei crediti malati dopo la fusione tra Bpm e Banco Popolare. E pesa ora anche il fatto che quel matrimonio tanto sospirato dal mercato tra Ubi e la banca di Castagna è ormai sfumato. La banca resta orfana e qualcun pensa che verrà tirata per la giacchetta per sostituire lo Stato in Mps. Non certo un matrimonio facile.