Bce stoppa il governo sull’oro di Bankitalia: “Non chiara la finalità della norma". Fdi: “Appartiene al popolo, sorpresi dall’allarmismo” - Affaritaliani.it

Economia

Ultimo aggiornamento: 16:38

Bce stoppa il governo sull’oro di Bankitalia: “Non chiara la finalità della norma". Fdi: “Appartiene al popolo, sorpresi dall’allarmismo”

Nel documento inviato al Mef, la Bce chiede più chiarezza sulla ratio della norma e ribadisce i vincoli europei che regolano la gestione delle riserve

di Chiara Feleppa

Oro di Bankitalia, altolà della Bce: “Riconsiderare l’emendamento”. FdI: “Appartiene al popolo, attacco ingiustificato”

La Banca centrale europea chiede al governo di rivedere l’emendamento alla manovra, presentato da Fratelli d’Italia, che punta a stabilire che le riserve auree gestite dalla Banca d’Italia “appartengono al popolo italiano”. Nel parere inviato al ministero dell’Economia la sera del 2 dicembre e pubblicato sul sito della Banca Centrale Europea, la Bce afferma che “non è chiaro quale sia la concreta finalità della proposta di disposizione” e invita le Autorità italiane a "riconsiderare la proposta di disposizione, anche al fine di preservare l'esercizio indipendente dei compiti fondamentali connessi al Sebc della Banca d'Italia ai sensi del Trattato". 

Nelle considerazioni firmate da Christine Lagarde, la Banca centrale europea riferisce di aver ricevuto dal ministero dell’Economia due richieste di parere, una il 28 novembre e l’altra il primo dicembre. Il documento riguarda la proposta di modifica della manovra che “prevede che l’articolo 4, secondo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 31 marzo 1988, n. 148, in materia di gestione delle riserve, debba essere interpretato nel senso che le riserve auree gestite e detenute dalla Banca d’Italia appartengano al Popolo italiano”. Si tratta del testo 2 dell’emendamento presentato da Fratelli d’Italia in versione riformulata.

La posizione della Bce

La Bce sottolinea che “la proposta di disposizione non è accompagnata da alcuna relazione illustrativa che ne illustri la ratio”. L’Eurotower richiama poi l’articolo 130 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, che stabilisce che, nell’assolvimento del compito di detenere e gestire le riserve auree, né la Bce né una Banca centrale nazionale, compresa la Banca d’Italia, né un membro dei rispettivi organi decisionali possono sollecitare o accettare istruzioni dai governi degli Stati membri. I governi, a loro volta, si impegnano a rispettare questo principio e a non tentare di influenzare i membri degli organi decisionali dell’Eurosistema, come ricorda l’istituto di Francoforte.

Alla luce di ciò, la Bce ribadisce che il compito del Sistema europeo delle banche centrali (Sebc) di detenere e gestire le riserve in valuta estera “include tutte le azioni necessarie per l’effettivo adempimento del mandato dell’Eurosistema”. Affinché le attività di riserva assolvano la loro funzione nelle operazioni di gestione in valuta estera, sottolinea ancora la Bce, è essenziale che vi sia “pieno ed effettivo controllo” da parte della banca centrale. Secondo l’istituzione, può essere quindi “utile un riferimento esplicito” nell’emendamento alle norme del trattato - in particolare l’articolo 127, paragrafo 2, e l’articolo 130 - nonché all’articolo 31 dello Statuto del Sebc: un richiamo che “chiarirebbe ulteriormente la portata applicativa della proposta di disposizione”, anche se tali regole si applicherebbero comunque in via automatica.

Infine, la Bce osserva che, qualora le autorità italiane ritengano necessario chiarire la proprietà giuridica delle riserve auree, la Banca d’Italia deve essere consultata “al fine di assicurare che i requisiti imposti dal trattato e in particolare l’indipendenza della Banca d’Italia, stabilita dall’articolo 130 del trattato, continuino a essere pienamente rispettati”.

La reazione di Fdi

Da Fratelli d’Italia arriva la “sorpresa” per quello che viene definito “l’allarmismo intorno all’emendamento”, con il responsabile del programma Giovanni Filini che ribadisce come “sia normale” affermare che le riserve appartengono al popolo italiano, senza intaccare l’indipendenza di via Nazionale.

“Aspettiamo un’ulteriore riformulazione del Mef”, afferma il relatore alla manovra Guido Liris, interpellato al termine di una riunione del gruppo di FdI sulla legge di bilancio. Interviene anche il capogruppo di FdI al Senato, Lucio Malan, secondo cui una nuova proposta del Mef “sarebbe una buona notizia”. Quanto al rilievo della Bce sulla mancanza di una finalità chiara, Malan parla di “domanda curiosa”: “Per noi si tratta di un atto di principio, una norma di interpretazione autentica che stabilisce che l’oro è sempre stato del popolo italiano. Sappiamo che è gestito dalla Banca d’Italia e rientra in dinamiche finanziarie che vanno oltre l’Italia, ma la proprietà è del popolo italiano”.

L’interlocuzione con l’Eurotower “è d’obbligo”, aggiunge, “ma ci saremmo aspettati dall’opposizione tutt’al più che si dicesse che è una norma inutile perché ovvia. Il fatto che molti dicano che non è ovvia rende particolarmente interessante portarla avanti”. Il relatore Liris attende dunque “una nuova formulazione” da parte del ministero dell’Economia per proseguire il lavoro sulla manovra.

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