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Economia
Borsa Italiana, OsservatorioPMI 2019: focus su tematiche ESG

Sono stati presentati in Borsa Italiana i risultati dello studio dell’OsservatorioPMI di Global Strategy in occasione dell’evento “Sostenibilità e creazione di valore. Un binomio da ricercare”, durante il quale è stato analizzato il rapporto fra aziende italiane e le tematiche ESG (Environmental, Social, Governance) 

“Per noi è naturale supportare questa iniziativa che abbiamo visto nascere e che ci fa piacere supportare e ospitare all’interno di Borsa italiana. Questo Osservatorio è lampante perché lavoriamo con PMI spesso familiari, che vogliono mettere in campo una serie di strategie per crescere in modo sempre più sostenibile. ELITE stesso è un programma di sostenibilità nel lungo termine nell’imprenditoria italiana, per cui alcuni temi che affrontiamo sono certamente legati alla sostenibilità dell’economia reale”, ha sottolineato Marta Testi, Country Head Italy&Europe ELITE ad Affaritaliani.it. 

Testi, ELITE:" Osservatorio PMI, sostenibilità tema comune"

Sono 722, e sono le PMI che messe assieme costituiscono, da nord a sud, la spina dorsale dell’eccellenza imprenditoriale italiana. Quelle capaci, ben più della media del proprio settore, di generare valore, investire in innovazione, essere competitive sui mercati internazionali e creare posti di lavoro. Cresce il numero di aziende con performance di successo in Emilia-Romagna, che supera il Veneto e si colloca al secondo posto dietro alla Lombardia. E sembra maturare la propensione delle Aziende Eccellenti, soprattutto quelle a matrice familiare, ad aprirsi a operazioni di Merger & Acquisition e all’entrata di nuovi capitali. Le 722 Eccellenti d’Italia sono state individuate, come ogni anno, dall’OsservatorioPMI di Global Strategy, società di consulenza strategica e finanziaria, arrivato quest’anno all’XI edizione. Il metodo di selezione si basa da sempre sull’analisi di un database contenente informazioni anagrafiche e bilanci degli ultimi cinque anni di oltre 60.000 aziende di capitali con un fatturato superiore ai 5 milioni di euro. Di queste sono circa 10.800 le imprese che costituiscono l’Universo di riferimento delle Mid Cap (aziende di media capitalizzazione), con un fatturato compreso tra i 20 e i 250 milioni di euro nel manifatturiero e nei servizi e tra i 20 e i 500 nei settori del commercio.

Affaritaliani.it ne ha parlato con Antonella Negri-Clementi, Presidente e CEO di Global Strategy che ha messo in evidenza:” PMI: Forte sensibilità nelle tematiche ESG, ma un po' di fatica ad applicarle. A differenza delle corporation e delle grandi aziende le risorse sono contenute e focalizzate sul business. Detto questo il 100 per 100 degli imprenditori ne è a conoscenza e le sta introiettando nelle strategie di business. 7 su 10 dalla nostra ricerca hanno iniziato con una singola azione per ognuna di queste strategie mettendola in pratica. Ovviamente la tematica più affrontata è quella ambientale. Il 60% di quelli che stanno praticando azioni in ambito ESG si stanno dedicando a questa componente. Un po' meno risulta dalla ricerca la componente sociale e di governance, ma ritengo che sono valori etici che appartengono già alle aziende. Forse non riescono a dichiararla e a creare delle strategie e dei piani d’azione in modo integrato, perché comunque i costi sono ancora elevati rispetto a un valore aggiunto che si crea nel medio e lungo termine”.

Negri-Clementi, Global Strategy:"PMI, sensibili alle tematiche ESG"

 “È ben noto il ruolo sociale di queste aziende, e anche i dati della nostra ricerca lo confermano, dichiara Stefano Nuzzo responsabile dell’OsservatorioPMI ed Equity Partner di Global Strategy, con 3,2 miliardi di euro di utili reinvestiti in azienda e con 30.000 nuovi posti di lavoro nei cinque anni analizzati, senza tener conto dei benefici reali all’indotto e allo sviluppo di filiere locali. Le Eccellenti sono state in grado di dimostrare che investimenti, innovazione e internazionalizzazione sono la ricetta giusta”.

Alcuni numeri generali chiariscono la carta d’identità delle Aziende Eccellenti, in grado di soddisfare tutti gli stakeholder coinvolti: il 72% degli utili dopo le imposte sono stati reinvestiti nel Patrimonio Netto, con 2,4 miliardi a ridurre l’indebitamento finanziario complessivo e 3,2 reinvestiti in azienda a sostegno della crescita, con un incremento di 30.000 posti di lavoro nell’arco del quinquennio. Risultati eccezionali, ottenuti grazie alla capacità di saper coniugare la crescita dimensionale (Valore della Produzione che è aumentato in 5 anni del 68%) con una marcata efficienza operativa (l’indice Return on Sales % è praticamente raddoppiato passando dal 6,3% del 2013 al 12,2% del 2017), rendendo possibile nel periodo considerato un incremento del Patrimonio Netto dell’85%. Anche in queste 722 storie di successo si confermano rispetto alle passate edizioni i quattro i pilastri dell’eccellenza: gli investimenti (il 90% delle Imprese Eccellenti li ha aumentati negli ultimi tre anni); l’internazionalizzazione (l’export di queste aziende è superiore al 40% del fatturato); l’innovazione (mediamente il 5% del fatturato annuo viene reinvestito in ricerca e sviluppo); ma, soprattutto, le operazioni straordinarie (il 42% delle Imprese Eccellenti ha effettuato acquisizioni o joint venture negli ultimi tre anni - nelle passate edizioni questa percentuale era circa del 34% - e ben il 57% si dice disposto ad aprire la compagine sociale per obiettivi di espansione commerciale). 

OsservatorioPMI 2019. Eccellenze italiane: l’Emilia-Romagna sorpassa il Veneto. Ma quasi una su tre è in Lombardia. 

Relativamente alla distribuzione geografica appare netta e prevedibile la maggiore concentrazione di PMI di successo nel nord Italia: 37,1% nel nord ovest, 34,9% nel nord-est, 16,9% nel centro e 11,1% nel sud e nelle isole. La Lombardia guida la classifica delle regioni con 210 aziende su 722 (il 29%), davanti all’Emilia Romagna con 115 aziende (il 16%, + 26 eccellenze rispetto alla passata edizione), protagonista quest’anno di un vero e proprio salto che le ha permesso di scavalcare il Veneto, che scivola così al terzo posto con 96 Aziende Eccellenti. Altro dato importante da segnalare riguarda la crescita media del Valore della Produzione nei 5 anni, che a livello nazionale registra un tasso medio annuo (CAGR%) del 13,8% e che, a sorpresa, nel sud e nelle isole (17,6%), così come nel centro (16,8%) è maggiore che nel resto della Penisola (nord ovest 12,8% e nord est 12,6%).

Carlo Robiglio, Presidente di Piccola Industria Confindustria, sullo stato di salute delle PMI italiane ha detto ad Affaritaliani.it:” Stiamo vivendo un’ennesima stagione di difficoltà, di trasformazione e di cambiamento. Di sicuro ci sono delle preoccupazioni però la sensazione è che sempre di più le PMI sono in grado di cogliere le trasformazioni in atto e di mettersi al passo della trasformazione digitale che sta cambiando totalmente la modalità di vivere l’impresa. Ritengo che ci sia una grande necessità di cultura d’impresa, di cambiamento nonché da parte dell’imprenditore l’esigenza di uscire contaminarsi con altri colleghi. Tutto questo può aiutare le imprese a crescere”.

Robiglio, Confindustria:"PMI, in grado di cogliere le trasformazioni in atto"

Giorgio Vio, CEO Credit Suisse Italia, ad Affaritaliani.it ha inoltre dichiarato:” Sostenibilità, atto dovuto. Parlare di crescita senza considerare la sostenibilità non è pensabile. Non solo per quello che sta accadendo ma anche perché i risultati economici sul lungo periodo dimostrano che le aziende sostenibili sul lungo periodo sono più resilienti e che hanno risultati di tutto rispetto”.

Vio, Credit Suisse:"Sostenibilità. Atto dovuto"

Ma quali sono i settori più popolati di Aziende Eccellenti italiane che si distinguono ed emergono dalla media? Stravince, in linea con i dati dello scorso anno, il comparto manifatturiero (71% delle Eccellenti vs il 56% nell’universo dimensionale di riferimento); le aziende del commercio sono il 18% (vs 26%) e l’11% (vs 18%) le aziende di servizi. All’interno del manifatturiero, primo posto per la meccanica (14% delle Eccellenti), secondo per alimentari e bevande (11%), al terzo la metallurgia (9%), al quarto, a pari merito, il chimico-farmaceutico e le aziende del sistema moda (5%).

 

 

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