Economia
Brexit, Camera riaperta già domani. E la sterlina vola. Borsa tiepida

La Corte Suprema ha bocciato la decisione del premier Johnson
Detto fatto. La Corte suprema ordina di riaprire il Parlamento “senza indugi” e lo speaker della Camera John Bercow, famoso in tutto il mondo per il suo grido “order” per disciplinare il delicato dibattito fra Labour e Tories nella House of Commons sulla Brexit, ha annunciato ufficialmente la ripresa dei lavori parlamentari per domani alle 11,30 ora di Londra, le 12,30 in Italia. Una decisione che Brecow, che lascerà il suo incarico alla data del 31 ottobre, ha preso dopo aver incontrato i leader dei vari partiti per concordare tempi e modalità della riapertura del Parlamento britannico.
Sul mercato valutario, il pronunciamento dei supremi giudici ha fatto immediatamente sentire i propri effetti. Galvanizzati dalle speranze per un accordo in Zona Cesarini con l’Ue che scongiuri il pericolo dell’hard Brexit, gli investitori hanno fatto scattare gli acquisti sulla sterlina. La divisa del Regno Unito infatti ha accelerato a1,2460 dollari (1,2434 ieri in chiusura e 1,2416 in mattinata) ed è indicata a 0,8830 per un euro (0,8834 e 0,8850). Johnson aveva stabilito la chiusura del Parlamento per 5 settimane in vista della scadenza del 31 ottobre sulla Brexit. Resta debole invece la Borsa di Londra dove l’indice Ftse 100 ha parzialmente recuperato le perdite passando da un -0,21% a -0,11% alle 13.30 ora italiana.
Intanto, dopo le parole del presidente della Commissione Ue uscente Jean Claude Juncker che hanno lasciato qualche spiraglio di ottimismo per un accordo fra Londra e Bruxelles, Johnson ha esortato ieri la controparte europea a una "maggiore flessibilità" nei negoziati sulla Brexit in un incontro a New York con il presidente del Consiglio Donald Tusk che - secondo quest'ultimo - non ha consentito "alcun progresso". Il prmeier britannico ha affermato che "adesso l'Ue deve agire ed essere più flessibile", ha detto un portavoce del primo ministro londinese dopo l'incontro svoltosi a margine dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Da parte sua, Tusk ha riassunto l'incontro in un tweet telegrafico: "Nessuna svolta. Né fallimento. Non c'è tempo da perdere". Il portavoce britannico - spiega l'Afp - non ha fornito molti dettagli sulla riunione, indicando solo che i due leader hanno discusso "della ricerca di un'alternativa al 'backstop'", il principale ostacolo di queste discussioni.
Dopo Juncker, Michel Barnier, negoziatore dell'Unione Europea sulla Brexit, aveva giudicato da Berlino "difficile", allo stato delle cose, arrivare a un accordo con la Gran Bretagna malgrado le nuove proposte formulate da Londra. "Sulla base della posizione britannica attuale, è difficile vedere come noi possiamo raggiungere una soluzione giuridicamente operativa che risponda a tutti gli obiettivi della rete di sicurezza", il backstop, ha dichiarato Barnier a Berlino durante una conferenza stampa congiunta con il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas. Se da una parte ha rassicurato sulla volontà dell'Unione Europea di mettere fine al clima di incertezza sulla Brexit, Barnier ha ribadito che la volontà di Londra di modificare l'accordo di uscita del Regno Unito per abbandonare questo dispositivo è "inaccettabile".
"A oggi, non abbiamo le basi per trovare un accordo, dobbiamo continuare a lavorare, per spiegare", ha avvertito Barnier, che si è incontrato alla fine della scorsa settimana in Lussemburgo con Boris Johnson. "La palla è nella metà campo britannica", ha aggiunto, "Il mio mandato è chiaro: salvaguardare la pace e la stabilità in Irlanda e proteggere l'integrità del mercato unico. Alla luce dell'attuale posizione del Regno Unito, non vedo come potremmo ottenere una soluzione giuridica operativa che soddisfi tutti gli obiettivi del backstop".