Brexit, le pressioni del Fondo. E le banche centrali fanno muro - Affaritaliani.it

Economia

Brexit, le pressioni del Fondo. E le banche centrali fanno muro

Secondo il Fondo Monetario Internazionale, un voto per la Brexit farebbe precipitare un protratto periodo di incertezza e volatilità dei mercati

Il referendum sull'eventuale uscita del Regno Unito dall'Unione europea del 23 giugno "e' una prerogativa degli inglesi" e il Fondo monetario internazionale "rispettera' l'esito del voto", ma una Brexit scatenerebbe "un periodo di incertezza, piu' bassa crescita e forte volatilita'", mentre le autorita' del Paese discuteranno nuovi accordi con l'Europa. Mentre anche il mondo accademico britannico (dopo quello scientifico), si schiera a favore del Remain, il Fondo Monetario Internazionale corre in soccorso di Bruxelles (il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker ha sottolineato che l'Unione europea non corre il rischio di disgregarsi) ed entra a gamba tesa in una campagna referendaria che in Inghilterra si macchia di rosso con la morte della deputata labourista Jo Cox.

Preoccupata anche la Banca d'Inghilterra secondo cui "un voto a favore della Brexit rischia di innescare ripercussioni negative sull'economia globale, e rappresenta la maggiore minaccia alla stabilità finanziaria britannica, ma potenzialmente anche a quella mondiale, con il potenziale di un acuto deprezzamento della sterlina". Un allarme condiviso, questa mattina, dalla Banca del Giappone, che ha lasciato invariata la propria politica monetaria - malgrado il recente apprezzamento dello yen - proprio in attesa di ulteriori indicazioni dall'esito del referendum del 23 giugno sulla Brexit in Gran Bretagna.

Una decisione che ricalca quella della Federal Reserve che per la quarta volta consecutiva ha lasciato il costo del denaro fermo in una forchetta fra lo 0,25% e lo 0,50%: a incidere sulla decisione, oltre ai dati interni sull'economia americana (gli ultimi sull'occupazione sono stati definiti da Janet Yellen "deludenti"), c'è soprattutto l'attesa per il referendum sulla Brexit perché come ha detto Janet Yellen "è uno dei fattori di incertezza. Il voto nel Regno Unito può avere conseguenze economiche e sui mercati finanziari".

Per questo secondo il presidente della Fed è appropriato "un approccio cauto alle politiche monetarie. Il rallentamento dell'economia in parte non era atteso, i più recenti indicatori economici sono stati contrastati. Continuano ad esserci vulnerabilità a livello globale". Anche per questo Yellen ha voluto sottolineare che l'andamento dei tassi di interesse e il ritmo di futuri rialzi "non è su una via predeterminata" e il costo del denaro è destinato a rimanere "al di sotto dei livelli di più lungo termine per un certo periodo".

Anche la Bns, la Banca centrale svizzera, si dice pronta ad agire in caso di uscita del Regno Unito dall'Ue e "non esclude una moltiplicazione delle incertezze e delle turbolenze" in caso di Brexit. Intanto, a una settimana dal referendum in Gran Bretagna, i mercati continuano ad andare male. In Asia Tokyo e' tracollata del 3%, anche per lo yen forte, che e' un chiaro segnale di scarsa propensione al rischio. Male Hong Kong che ha perso oltre il 2%, mentre i listini europei, dopo il rimbalzo di ieri, tornano in rosso. Ai massimi da un anno lo spread tra Btp e Bund che risale a 154 punti, mentre il Bund tedesco scende al minimo record di -0,035%. Ancora in calo il petrolio e in rialzo l'euro, mentre vola lo yen che tocca il massimo dal settembre 2014 sul biglietto verde.