Intesa prova ad agganciare la ripresa. Ma nei primi 9 mesi utili giù del 60%

Intesa intercetta la ripresa nel trimestre, ma nei primi 9 mesi dell'anno i conti della prima banca italiana per numero di sportelli languono ancora. E così Piazza Affari punisce il titolo con un calo di oltre tre punti e mezzo.
Certo, Banca Intesa è un istituto di credito che, come ha ribadito anche il neo consigliere delegato Carlo Messina nel commentare i risultati trimestrali, ha davvero degli ottimi fondamentali, sia per quanto riguarda i coefficienti patrimoniali sia per quanto riguarda il rapporto di copertura delle sofferenze (al 61%), sofferenze che in Italia hanno raggiunto il livello più alto dal 1999, ma i flussi di redditività dello scorso anno sono ancora lontani.
E così nella fotografia del bilancio di Intesa da gennaio a settembre, i profitti sono in calo di oltre il 60%: dai 1,688 miliardi del 2012 ai 640 milioni del 2013. Risultati su cui hanno inciso anche le componenti non ricorrenti: l'utile netto normalizzato è sceso dai 1,272 miliardi del 2012 ai 854 milioni del 2013 (-30%). Quasi dimezzato l'utile trimestrale a 218 milioni, in netto calo rispetto ai 414 milioni registrati nel terzo trimestre del 2012, ma in crescita rispetto ai 116 milioni del secondo trimestre di quest'anno.

Insomma, l'ultimo trimestre in cui ha guidato la banca, Enrico Cucchiani, rimasto comunque in banca fino al maturazione dei requisiti per andare in pensione, è riuscito a invertire la china in un periodo dell'anno in cui di solito la redditività risente della stagionalità e a porre le basi per una risalita nell'ultima parte dell'anno quando la banca potrebbe riuscire a incrementare gli utili rispetto ai trimestri precedenti dell'anno grazie alla ripartenza del Paese.
Intanto, Intesa continua a incrementare gli accantonamenti per coprire i crediti inesigibili. Se nei primi 9 mesi dell'anno le rettifiche su crediti hanno raggiunto i 4,03 miliardi (+24% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), nel terzo trimestre si sono attestate a 1,467 miliardi (1,398 miliardi nel secondo trimestre 2013 e 1.198 miliardi nel terzo trimestre 2012). Inoltre nel trimestre la copertura dei crediti deteriorati è salita al 44,5% a fronte di sofferenze pari a 12,8 miliardi e di flussi lordi di nuovi crediti deteriorati per 3,7 miliardi, sostanzialmente stabili. Per il resto dell'anno l'istituto ha previsto che il costo del credito resterà elevato.
A livello di performance operativa, i proventi operativi netti della banca nel terzo trimestre sono stati pari a 4,146 miliardi, mostrando un calo annuo del 6,7% ma un progresso dell'1,5% su base trimestrale. In questo caso il consenso aveva una stima leggermente più bassa a 4,1 miliardi. Gli interessi netti, in linea con le previsioni, hanno superato di poco i 2 miliardi con un calo annuo del 12,3%, mentre le commissioni nette sono salite dell'11,3% a 1,483 miliardi e il risultato di negoziazione è stato pari a 401 milioni (623 milioni un anno prima).
Dal punto di vista patrimoniale la banca ha confermato la sua solidità con un Core Tier 1 a fine settembre al 12,1% sulla base di una stima di dividendo invariato rispetto al 2012. Invece il Common equity ratio secondo Basilea 3 a regime è pari all'11,2%, uni dei più forti tra le banche italiane. Nei mesi di ottobre e novembre Intesa ha rimborsato altri 3 miliardi di fondi Ltro, portando il residuo a 21 miliardi.