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Economia
Coronavirus, Mossa (Banca Generali): "Crisi diversa rispetto al passato"
Gian Maria Mossa, AD Banca Generali

Coronavirus, Mossa (Banca Generali): "Crisi diversa rispetto al passato"

"Siamo attualmente di fronte ad una crisi diversa rispetto al passato", ha dichiarato Gian Maria Mossa, AD di Banca Generali, durante una diretta Facebook sulla pagina della Banca, quarto appuntamento del ciclo "Ricette per la Ripresa". "Molti imprenditori hanno dovuto investire la loro liquidità per tenere in piedi la propria azienda. I risparmiatori, rispetto al passato, hanno avuto una reazione più pacata senza eccessivo panico, essendo nel pieno di una crisi che interessa la salute, il bene più caro che abbiamo. Il vero problema relativamente alle performance è legato al colpo subito dall’obbligazionario rispetto ai titoli. Ora, sulla Fase 2 c’è preoccupazione soprattutto per le aziende".

Alla diretta, moderata dal giornalista e conduttore televisivo Nicola Porro, hanno partecipato anche Nino Tronchetti Provera, Fondatore e Managing Partner di Ambienta SGR Daniele Ferrero, Presidente di Venchi.

Mossa ha in seguito elencato tre priorità su cui dovrà essere incentrata la lenta fase di ripresa: "Le aziende avranno bisogno di capitali non solo per sopravvivere, ma anche di capitali di rischio per ripartire, dal momento che molte in Italia non sono quotate". C'è poi la questione dei giovani. "La disoccupazione giovanile temo sarà ormai al 50% ed è proprio qui che bisogna fare qualcosa. Inoltre, ci stiamo avvicinando all’estate, che sarà importante per il turismo italiano. Bisogna evitare che si verifichi una falsa ripartenza". 

La parola è passata a Daniele Ferrero, presidente di Venchi, azienda piemontese specializzata nella produzione e vendita di cioccolato, di cui è azionista al 27%. "Al momento godiamo della prospettiva chiara dalla Cina, dove contiamo su una rete di 35 negozi e dove abbiamo riaperto con protocolli chiari e semplici, che abbiamo adottato anche in Italia e che rendono tutto più facile, dimostrando che si può operare in sicurezza igienica anche con il virus. Oggi, dopo le riaperture, ci attestiamo su perdite intorno al 15%".

Quanto al ritorno alla redditività del canale retail, Ferrero avverte: "Non aspettiamoci che la gente si affolli in bar e gelateria alla riapertura: i consumatori hanno timore del virus, la distanza sociale diverrà un'abitudine e la ripresa sarà lenta".

"Noi come Ambienta stiamo andando bene", ha commentato Nino Tronchetti Provera, Fondatore e Managing Partner dell'operatore italiano di private equity focalizzato sulla sostenibilità ambientale. "Ci sono tuttavia degli aspetti delle ultime settimane che, a mio avviso, mettono il nostro Paese in condizioni peggiori rispetto alla crisi del 2009". 

Qualche esempio? La questione delle fabbriche, chiuse "solo in Italia, mentre nel resto dell'Europa, a esclusione della Spagna, sono rimaste aperte", la cassa integrazione, che negli altri Stati europei è arrivata in "breve tempo e direttamente dai governi ai lavoratori", mentre in Italia è stata appesantita da una burocrazia complessa, le regole stringenti che rischiano di mantenere abbassate per sempre le saracinesche di molte attività del retail. C'è poi un altro fattore da non trascurare: "Nel 2009, la crisi finanziaria è stata governata dalla BCE. Nella crisi che stiamo affrontando ora contano molto le politiche dei singoli Stati: avere la Merkel o no, adesso, fa la differenza nella gestione. In Italia si continua a discutere, mentre gli altri sono già ripartiti". 

Le "Ricette per la Ripresa" suggerite da Banca Generali

Gian Maria Mossa ha in seguito definito "superato dai fatti" il tema della patrimoniale. "Prendere soldi privati per tappare i buchi pubblici - ha aggiunto - è una pessima idea anche per il messaggio di scarsa fiducia che passa", ha puntualizzato Mossa. "Noi pensiamo al Risparmio privato e alle imprese, i due cardini dell’Italia. Ci stiamo impegnando per mettere il risparmiatore privato nella condizione di contribuire e di fare parte dell’investimento delle imprese, con tutte le garanzie possibili, in modo da avere un buon ritorno per l’investitore privato e ossigeno per le imprese. Ricordiamoci che le aziende italiane sono più piccole di quelle europee e questo è indispensabile che lo stato o il risparmio privato intervenga".

"È evidente - ha aggiunto Mossa - che oggi la propensione ad investire nel nostro Paese sia ai minimi storici, ma bisogna tenere a mente che ad ogni crisi si possono trovare delle opportunità. Oggettivamente, io inizierei a fare un piano di accumulo e sicuramente a distanza di un paio di anni sarei soddisfatto”

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