Da manager a ministro, da Poste a Intesa Sanpaolo: chi è Corrado Passera, il fondatore di illimity oggi alla prova di Banca Ifis - Affaritaliani.it

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Da manager a ministro, da Poste a Intesa Sanpaolo: chi è Corrado Passera, il fondatore di illimity oggi alla prova di Banca Ifis

Dai tagli in Poste alla fusione Intesa-Sanpaolo, fino al tentativo di entrare in politica: il ritratto di Corrado Passera

di Rosa Nasti

Corrado Passera, il banchiere che ha cambiato Poste, rilanciato Intesa e creato illimity

Via libera a sorpresa del Cda di illimity all’offerta pubblica di acquisto e scambio lanciata da Banca Ifis. L’offerta viene giudicata "congrua" dal punto di vista finanziario, ma il Consiglio mette nero su bianco una lunga lista di criticità che rendono difficile, secondo la banca fondata da Corrado Passera, una valutazione consapevole da parte degli azionisti.

Per Passera è uno snodo cruciale. Illimity è la sua creatura, il suo rientro nel mercato dopo l’esperienza politica. L’ha fondata nel 2018 partendo da una SPAC (Spaxs), l’ha fusa con Banca Interprovinciale e l’ha trasformata in un gruppo bancario solido, tech-oriented, focalizzato su Npl (Non-Performing Loans), Pmi e servizi digitali. L’Opas segna l’inizio di una nuova fase: conflittuale? Collaborativa? Di addio? Dipenderà anche da lui.

Chi è Corrado Passera? Non un tecnocrate, non solo un manager. Un risanatore. Uno che ha attraversato finanza, industria e politica con la stessa logica, quella di prendere qualcosa che non funziona e provare a farlo funzionare. Laureato alla Bocconi nel 1977, Mba alla Wharton School, inizia in Olivetti e poi approda a McKinsey, CIR, Mondadori, Espresso. Negli anni '90 guida la trasformazione di Olivetti, affiancando l'Ingegnere, Carlo De Benedetti e portandola dalla crisi al mondo delle telecomunicazioni con la nascita di Omnitel (oggi Vodafone) e Infostrada. Da lì inizia una scalata che lo porta ai vertici del sistema bancario e industriale italiano.

Nel 1996 viene nominato amministratore delegato e direttore generale del Banco Ambroveneto. Nel 1998 viene chiamato da Carlo Azeglio Ciampi, allora al Tesoro, a guidare Poste Italiane, all’epoca sull’orlo del collasso. È un passaggio chiave. Passera impone un piano industriale spietato: tagli di 20mila dipendenti in esubero, digitalizzazione dei servizi, e la nascita di Bancoposta e Poste Vita. In soli quattro anni, l’azienda chiude il primo bilancio in utile della sua storia.

Nel 2002 torna al mondo del credito, alla guida di Banca Intesa. Rilancia il gruppo con un piano industriale triennale. Nel 2006 orchestra la fusione con Sanpaolo IMI: nasce Intesa Sanpaolo, uno dei più grandi colossi bancari europei. Sotto la sua guida viene anche lanciata Banca Prossima, dedicata al Terzo Settore. Rimane in carica nel ruolo di consigliere e amministratore delegato fino al 2011. Poi il salto in politica.

Il 2011 è l’anno della crisi dello spread. Monti forma un governo tecnico e Passera accetta la sfida: diventa ministro dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture. In concomitanza con la sua nomina, una nota di Intesa Sanpaolo comunica la sua uscita dal Gruppo sottolineando che i poteri di Passera sarebbero stati assunti dal Direttore Generale Vicario Marco Morelli, come previsto dallo statuto dell'istituto. Lo stesso Corrado, in un intervento pubblicato sul Corriere della Sera, afferma inoltre di aver venduto tutte le sue azioni Intesa Sanpaolo "pur non avendo alcun obbligo di farlo".

Nel suo ruolo da super-ministero eredita 141 crisi aziendali ancora aperte. Non tutte le affronta. Non tutte lo interessano, soprattutto quelle in materia di infrastrutture e trasporti. Sulla gestione delle vertenze industriali appare distante: su Alcoa, Fiat, Vinyls e Fincantieri si vede poco, sulla mobilitazione operaia è assente. Le critiche arrivano da più parti: in un articolo de l'Espresso viene "accusato" di essere più interessato al proprio profilo che ai tavoli sindacali. Forse è troppo banchiere e poco politico. Eppure, nei suoi 17 mesi al governo, Passera sblocca cantieri, incentiva startup, razionalizza bonus, avvia il pagamento dei debiti PA, apre il mercato dei minibond. 

Il governo regge fino all’aprile 2013. Corrado Passera decide di non candidarsi, deluso dalla coalizione centrista di Monti, Casini e Fini. Poi tenta di costruire un partito. Nel 2014 fonda Italia Unica, un movimento con un piano da 400 miliardi per rilanciare il Paese. Ci prova anche con la corsa a sindaco di Milano, ma si ritira nel 2016 appoggiando il centrodestra. Capisce che non è il suo mondo e così il partito si scioglie pochi mesi dopo.

Nel 2018 Passera torna nel suo "habitat". E così nasce, con una dote di 600 milioni di euro raccolti tra gli investitori, Illimity una banca costruita da zero, digitale, focalizzata su crediti deteriorati e imprese ad alto potenziale. L’obiettivo: servire clienti trascurati dal sistema tradizionale. La banca cresce, si quota nel segmento STAR e si ritaglia uno spazio rilevante negli anni. Ma oggi, con l’offerta di Banca Ifis, si apre una fase nuova. Il Cda prende atto dell’opportunità, ma sottolinea rischi e limiti, e Passera sa bene come muoversi in questi casi. D'altronde è un manager che sa cambiare pelle, se conviene. Resta da capire se stavolta resterà in cabina di regia o se si preparerà a chiudere un altro ciclo.

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