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Economia
buffett

di Bud Fox

Il Dow Jones ha appena brindato al nuovo massimo storico, toccando vette fino a qualche mese fa impensabili, ma lui non soffre di vertigini, anzi, ammette di avere il fucile da elefanti ancora carico. Lui è Warren Buffett, un ottantenne che si muove agilmente nella giungla dei mercati, quello che stupisce è il suo vorace appetito in momenti come questi dove molti, memori delle ferite del passato pensano alla vendita seguendo il motto “vendi, guadagna e pentiti”. Stupisce perché Buffett è conosciuto per la sua prudenza e oculatezza negli investimenti, caratteristiche che ne hanno fatto uno degli uomini più ricchi al mondo, ma il messaggio è che se lui, nonostante il rialzo accumulato dagli indici si trova ancora a caccia di elefanti (per natura lui predilige sempre grandi aziende), allora è vero come ha dichiarato Obama che “il meglio deve ancora venire”.

In effetti, osservando alcuni indicatori, sono molti i segnali che sembrano anticipare una forte ripresa dell’economia Usa, e tutto questo accade con la zavorra del “sequestral” i tagli automatici scattati a causa delle mancate decisioni del Congresso, cosa sarebbe successo, anzi, cosa succederà quando Repubblicani e Democratici troveranno l’accordo? Ci sarà il boom? Seguendo i ragionamenti irrazionali che usano gli operatori di borsa, dopo tanto correre, l’accordo potrebbe essere la scusa per un fisiologico ribasso.

Intanto i profitti delle aziende continuano a stupire, ed è questo, fino a ora, il vero motore, l’aspetto anomalo di questa crisi, una borsa che va a record, una finanza che macina profitti e dall’altra un’economia che stenta, sono questi gli aspetti che demarcano l’attuale situazione rispetto a quanto tradizionalmente accadeva in passato. In altri momenti ci sarebbe stata la fila nei borsini, tutti dentro a comprare, tutti dentro nel recinto del “parco buoi” pronti per la macellazione. Oggi è diverso, pochi hanno avuto il privilegio di partecipare e brindare ai record, per questo motivo difficilmente vedremo scene di panico e ribassi dolorosi. Di altra opinione è invece l’analista Wiedemer, autore del best-seller “Aftershock”. L’esperto sostiene che l’attuale politica della “liquidità infinita” attuata dalla Fed produrrà inevitabilmente una crescita incontrollabile dell’inflazione: “E' una certezza matematica che quando si rompe la diga, i tassi d’interesse aumenteranno  e i mercati azionari crolleranno”. Possibile, ma quando? Ormai da molti anni viene paventata e vaticinata l’arrivo di un’inflazione devastante, ma fino a ora non si è visto nulla, anzi in molti casi si è visto il contrario, vedi la deflazione giapponese e gli accenni di calo nei prezzi europei.

A proposito di Europa, mentre Wall Street festeggia, dall’altra parte dell’Oceano Atlantico, gli entusiasmi sono molto freddi, solo il Dax tedesco si sta avvicinando ad antichi splendori, mentre sia Francia che Europa mediterranea vede le borse ancora rasenti al pavimento della crisi e la situazione non sembra migliorare. Anzi è di questi giorni la recrudescenza della crisi dell’Euro, divisione in due o addirittura disintegrazione della moneta unica, i grandi fondi speculativi, gli squali, fiutano nuovamente il pericolo e sono pronti a un nuovo attacco.

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