Exor, a Elkann 54 milioni in 3 anni: ma il target da raggiungere non è facile

Come riporta Verità e Affari, in media, la crescita annua composta del valore degli asset è stata del 19,8%. L’obbiettivo pari al 20%, dunque, non è così impossibile da raggiungere. Anzi. Dai 6 euro post crisi finanziaria Lehman nel 2009, il titolo è salito fino ai massimi di quasi 85 euro del novembre scorso, totalizzando una performance, senza contare i dividendi, di oltre il 900%. Certo, con il tempo è praticamente impossibile non subire flessioni. In particolare, con la pandemia il prezzo era sceso da oltre 74 euro a poco più di 40 euro. E dal picco di 85 euro del novembre scorso, il prezzo è sceso ai 63 euro attuali.

E’ evidente, ormai, la strategia dell’amministratore delegato di legare il suo portafogli personale ai risultati economici del suo impero. Infatti, lo stipendio base di Elkann scenderà a “soli” 500mila euro rispetto al milione precedente. Insomma, un’inezia rispetto ai 18 milioni, nel caso minimo, e ai 54 milioni nel caso più fortunato da incassare in tre anni.

E anche gli incentivi a breve sono ridimensionati, tanto che se il piano in azioni sul target minimo sarà centrato, la remunerazione dell’erede designato della casata torinese sarà per l’84% tutta in azioni Exor. A disposizione del piano di incentivi ci sono le azioni che Exor sta riacquistando con i buy back e per il solo Elkann la quota massima di azioni gratuite a disposizione del suo piano di remunerazione sono fissate in un massimo di 1,35 milioni di titoli.

Nei vari piani, a partire dal 2012, Elkann ha goduto di ricchi pacchetti di azioni. Solo l’ultimo, giunto a scadenza da poco, ha visto assegnare ad Elkann in 5 anni un pacchetto di poco più di 2 milioni di azioni Exor assegnate a un prezzo di esercizio di 32 euro. Esercitate ai prezzi di Borsa attuali, la cifra che Elkann si sarebbe messo in tasca orbita intorno ai 60 milioni di euro.