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Economia
Ilva, Riesame accoglie il ricorso: altoforno 2 non sarà spento

Salvo l'Altoforno due dell'ex Ilva, considerato vitale per la continuazione dell'attività dell'acciaieria di Taranto. Il tribunale del Riesame di Taranto ha accolto il ricorso dei commissari straordinari e per l'effetto ha "annullato l'ordinanza del giudice monocratico in sede del 10 dicembre 2019 ed il provvedimento connesso del 12 dicembre 2019 concedendo all'appellante la facoltà d'uso dell'altoforno due". Lo hanno stabilito, a quanto si apprende, i giudici del Riesame di Taranto accogliendo il ricorso dei commissari dell'Ilva in amministrazione straordinaria.

Un accoglimento soggetto però a condizioni. La proroga infatti è subordinata all'adempimento delle residue prescrizione in tutto in parte non attuate in particolare assegnando i seguenti termini: "A decorrere dalla data di deposito della presente ordinanza 6 settimane per l'adozione dei cosiddetti dispositivi attivi a decorrere dalla data del 19 novembre 2019; 9 mesi per l'attivazione del caricatore automatico della massa appare nella Mat; 10 mesi per l'attivazione del campionatore automatico della ghisa; 14 mesi per l'attivazione del caricatore delle aste della Maf e sostituzione della Maf", ha concluso il tribunale. 

Le prime ad essere installate saranno le due macchine a tappare che poi sono anche quelle chieste espressamente dal custode giudiziario Barbara Valenzano. Tutte le macchine ordinate, e in parte già pagate come acconto, hanno un costo di circa 11 milioni di euro. Le altre quattro macchine ordinate sono due a tappare e due capionatori automatici della ghisa.

Le macchine servono ad automatizzare il ciclo di colata della ghisa dall'impianto, quell'operazione che nel 2015 era costata la vita nel 2015 all'operaio 35enne Alessandro Morricella. Il verdetto del Riesame interrompe le procedure di spegnimento dell'altoforno 2 che da domani sarebbero entrate in una fase cruciale e aiuta la già delicata trattativa in corso tra governo e ArcelorMittal, trattativa che entro il 31 gennaio dovrà avere un esito con le parti impegnate a trovare un accordo vincolante per il rilancio del polo siderurgico tarantino.

L’Altoforno 2 infatti è un impianto fondamentale per il ciclo produttivo dell’acciaieria, che resta centrale sia nel piano industriale di ArcelorMittal, gestore in affitto degli impianti, di cui è ancora proprietaria Ilva in amministrazione straordinaria, che in quello alternativo abbozzato dal governo. Inoltre, l’incertezza sulle sue sorti era anche una delle due motivazioni, oltre alla cancellazione dello scudo penale, per cui lo scorso 4 novembre Arcelor-Mittal annunciò di voler rescindere il contratto per l’Ilva. 

I commissari hanno presentato un ricorso d'urgenza al tribunale di Milano per scongiurare il disimpegno del gruppo franco-indiano e allo stato è stata fissata una udienza al 7 febbraio prossimo per dare tempo alle parti di trattare fino al 31 gennaio. ArcelorMittal aveva indicato un aumento dei lavoratori in cassa integrazione in caso di spegnimento dell'Afo 2. Ora che l'obbligo e' caduto, la trattativa si pone su basi diverse. 

 

 

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