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Economia
Le scommesse diventano legali. Svolta storica in Usa. E ora l'Italia...

Di Vincenzo Caccioppoli

 

La sentenza sulle scomesse sportive arrivata dalla Corte Suprema americana, lo scorso mese, che e ‘ passata sottotraccia nel nostro paese, ha una valenza storica e adesso rischia di avere ricadute anche sul nostro paese.Uno dei massimi organi giudiziari statunitensi ha infatti deciso di sconfessare il famoso Professional and Amateur Sports Protection Act (PASPA) che dal 1992 metteva al bando a livello federale qualsiasi tipo di scommessa sportiva. Certo, quattro stati dell’Unione – in primis il Nevada, con Las Vegas pronta a diventare la capitale dell’azzardo – riuscirono ad aggirare la decisione, ma a livello federale (e gli Stati Uniti rimangono una confederazione di 50 diversi stati) da allora la regola è sempre stata quella. Fino al maggio scorso, quando la Corte Suprema si è espressa in maniera contraria: “La decisione odierna apre le porte affinché ciascuno stato possa approvare una propria legislazione sul tema delle scommesse sportive. Noi – ha afferarmato nel comunicato ufficiale della NBA il commissioner Adam Silver – rimaniamo favorevoli a un accordo quadro che sia a livello federale e che possa quindi fornire un approccio unitario al fenomeno delle scommesse sportive negli stati che sceglieranno di renderlo legale, ma rimaniamo comunque attivi nelle discussioni che già stiamo intrattenendo stato per stato. Indipendentemente da quale sia la futura legge riguardante il business delle scommesse sportive – conclude Silver – l’integrità del nostro sport rimane la nostra più alta priorità”. Una chiosa non casuale, perché il tema delle scommesse è da sempre molto delicato nel mondo sportivo americano. Dagli scandali che rovinarono il college basketball ancora negli anni ’50 fino alla posizione veementemente contrarie di altre leghe (la NFL si oppone ancora oggi decisamente alla legalità delle scommesse, le MLB chiedono garanzie certe prima di aprire a un business considerato pericoloso). Anzi, la stessa NBA, sotto il regno di David Stern, manifestava gli stessi dubbi, in maniera forse ancora più netta e decisa: “Ci sono molte ragioni perché restiamo convinti che la soluzione migliore sia che le scommesse non entrino nel nostro sport”, raccontava ancora nel 2012 l’ex commissioner NBA, scagliandosi contro il singolo stato (il New Jersey) che aveva avuto il coraggio di impugnare la decisione del 1992, portandola davanti alla Corte Suprema. “Il New Jersey non ha semplicemente idea di quello che sta facendo – lo sprezzante commento al tempo di Stern – ma è guidato soltanto dalla possibilità di mettersi in tasca un dollaro o due, senza tener conto delle conseguenze per il nostro sport”. Ma dal punto di vista economico, secondo alcuni, questa decisione, caldeggiata sopratutto dai repubblicani, mira a far uscire tutto quell incredibile giro di scommesse clandestine, che fino ad ora erano appannaggio della criminalita orgnizzata, mafia in testa. Il volume d’affari delle scommesse sportive illegali negli Stati Uniti d’America - secondo un’analisi della società H2 Gambling Capital - è di oltre 196 miliardi di dollari l’anno, circa 165 miliardi di euro, pari al 97% di tutte le giocate effettuate dai cittadini Usa, mentre al netto delle vincite il margine è stato di 10,4 miliardi di dollari, circa 8,8 miliardi di euro. Secondo la American Gaming Association, lo scorso anno 54 milioni di americani hanno effettuato almeno una scommessa, circa un quarto della popolazione adulta. Basti pensare che  gli scommettitori statunitensi hanno puntato in totale oltre 10 miliardi di dollari (oltre 8 miliardi di euro) sulla “March Madness”, il torneo di basket fra i college americani, ma solo il 3% di queste giocate e’ finita nel circuito dei bookmaker legali, principalmente quelli con sede in Nevada, unico Stato dove le puntate sportive sono regolamentate.  I primi stati americani a muoversi in questo senso sono il Missisipi e il Delaware che hanno annunciato che legalizeranno le scommesse sportive entro l estate. Ma altri sono pronti a seguirne l esempio. Il gettito per lo Stato sarà del 9.75% per il gioco fisico e del 13% per l’online. John Meringolo, avvocato difensore di John “Junior” Gotti e il reputato capo della mafia di Philadelphia Joseph “Skinny Joey” Merlino, ha sostenuto che le scommesse sportive legali “avranno un effetto dannoso sulla mafia e su chiunque tenti di guadagnarsi da vivere con questo genere di vizio. Se non c’è il gioco d’azzardo, non c’è il business principale”.

Seigel, che ha processato l’arbitro corrotto della NBA Tim Donaghy per accuse di gioco, ha detto di aspettarsi nuove truffe dai mafiosi, che potrebbero “coinvolgere le criptovalute come negli anni ’90 fecero con le penny stocks”. “Non lo escluderei completamente poiché sono resistenti, anche se questo sarà sicuramente un duro colpo”. Insomma e’ probabile che dopo questa decisione e il decreto che vieta gli spot delle scommesse in Italia, molte aziende del betting potrebbero lasciare  il nostro paese per rifugiarsi in America, dove adesso avrebbero terreno fertile e questo potrebbe essere una ulteriore brutta notizia, con inevutabile ricadute negative in termini occupazionali.

 

vcaccioppoli@gmail.com

Tags:
scommesse diventano legali usascommesse legali stati uniti





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