Economia
M&A, Unicredit ancora ferma al palo: perché non decolla la strategia di Orcel

Amministratore delegato di UniCredit
Il ceo di Piazza Gae Aulenti: “Non vogliamo più sportelli, ma tecnologia efficace”
Orcel rimanda ancora l’M&A
Era arrivato come il “Cristiano Ronaldo” del mondo bancario. Pagato, molto, per far fare a Unicredit il salto di qualità e raggiungere i livelli di Intesa Sanpaolo, rinverdendo quel duopolio che era la caratteristica del mondo del credito al tempo di Alessandro Profumo e Corrado Passera. Per ora però Andrea Orcel non è ancora riuscito a fare il salto di qualità. Le scusanti, enormi, sono almeno due: la prima è il Covid, la seconda è la condizione difficilissima in cui versavano i conti di Unicredit dopo la gestione di Jean Pierre Mustier. Ma resta il fatto che il “sentiment”, come si direbbe oggi, fosse diverso.
Ad esempio, la partita Mps: il fallimento delle trattative, andate avanti a lungo ma mai definitivamente decollate, hanno fatto dispiacere. Certo, la banca senese deve ancora presentare il piano industriale e, una volta avuto il via libera dall’Europa, potrà finalmente diventare appetibile per il mercato. Poi c’è l’altro grande dossier, quello relativo a Banco Bpm. Ai primi di marzo, infatti, si è diffusa la notizia che le trattative per l’acquisizione dell’istituto guidato da Giuseppe Castagna fossero a buon punto. Ma proprio la fuga di informazioni, con conseguente rally del Banco, aveva causato lo stop alla trattativa mai nata. Poi è arrivata Crédit Agricole che, sotto traccia, ha comprato oltre il 9% di Banco Bpm, più un altro 6% in mano a Jp Morgan. Una mossa tattica, ovviamente, per frenare qualsiasi velleità di Orcel.
E dunque, alla fine, rimane da capire che cosa possa fare il Cristiano Ronaldo dei banchieri. Ospite di un evento di Mediobanca ha provato a spiegare la sua strategia. “Al momento, visto il valore delle nostre azioni e visto quello che pensiamo di poter raggiungere, l'acquisto di azioni proprie è molto più attraente rispetto al procedere con fusioni e acquisizioni a prezzi gonfiati” ha detto. E poi ha aggiunto che l'obiettivo di eventuali acquisizioni nel settore bancario non è l'incremento del numero di filiali da aggiungere alla propria rete ma di nuove tecnologie in grado accelerare la trasformazione. "Se dovessi comprare una banca, dove tutto quello che ottengo sono delle filiali con basso valore aggiunto o prodotti a bassa profittabilità, perché dovrei farlo?", si è chiesto Andrea Orcel. L'obiettivo di un eventuale M&A "è la tecnologia che può accelerare la mia trasformazione. Credo che questo elemento diventerà sempre più importante, specialmente per le operazioni transfrontaliere". Per Orcel "se trovi una banca con quella piattaforma tecnologica e credi che puoi trasferirci tutto sopra, allora diventa molto interessante".
La crisi economica inizia a essere una certezza, con i mercati che stanno entrando in regime “orso” dopo la stretta delle banche centrali. Ma l’incremento del costo del denaro potrebbe portare a una stretta sui crediti e a un incremento dei margini. Quindi, possibile aumento degli Npl, ma anche crescita della redditività per le banche.
