Manovra, Meloni per un segnale all'Ue. Agli alleati: niente azioni spericolate - Affaritaliani.it

Economia

Manovra, Meloni per un segnale all'Ue. Agli alleati: niente azioni spericolate

La premier mette in guardia Lega e Fdi su Fisco e pensioni. Un richiamo alla prudenza. Incertezza sul reddito di cittadinanza, si va verso un taglio graduale

Manovra da 32 mld: due terzi in deficit. Verso un price cap di luce e gas

Il governo si prepara a varare la legge di Bilancio. Giornata decisiva per l'esecutivo a guida Meloni, nel tardo pomeriggio è in programma il Consiglio dei Ministri. Primo momento chiave per valutare le scelte del centrodestra. Il Cdm - si legge sul Corriere della Sera - potrebbe essere preceduto da una riunione tecnico-politica e dovrà dare il via libera a una manovra da 32 miliardi circa, due terzi dei quali in deficit (21 miliardi), impegnati per contrastare la crisi energetica e aiutare le famiglie e le imprese a pagare le bollette: misure che ricalcano la strategia del governo Draghi e alle quali potrebbe aggiungersi una norma per imporre un price cap nazionale al costo dell’energia. Giorgia Meloni ha sin troppo chiaro in testa che la prima manovra economica del suo governo è un test decisivo per la credibilità dell’Italia. Il testo non è chiuso, perché negli uffici della Ragioneria c’è ancora un margine di incertezza riguardo alle coperture di alcune misure. "Adesso la nostra priorità è affrontare l’emergenza e dare all’Europa e ai mercati un segnale di grande serietà e senso di responsabilità", ragiona con i ministri più fidati la leader di Fratelli d’Italia.

Inoltre la premier spiega - prosegue il Corriere - perché non ci saranno «azioni spericolate», vale a dire quelle misure di grande impatto su pensioni e Fisco sbandierate dalle forze politiche in campagna elettorale: "Non ci sono le risorse, non c’è il tempo e non possiamo sbagliare. Siamo arrivati da 30 giorni e abbiamo poco più di mese per approvare la manovra". Insomma, realismo e prudenza, vista la «forte preoccupazione» per le conseguenze economiche e sociali del conflitto in Ucraina. Il taglio del cuneo fiscale potrebbe salire dal 2% al 3%, ma privilegiando gli stipendi più bassi. La flat tax al 15% per autonomi e partite iva sarà estesa fino al tetto di 85 mila euro, con buona pace di Forza Italia che spingeva per arrivare a 100 mila. E sulle pensioni Salvini deve accontentarsi di quota 103. Meloni resta determinata a rivedere il reddito di cittadinanza e a combattere le truffe legate al sussidio, ma si è convinta che la misura simbolo del M5S vada stoppata gradualmente.