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Economia
Mediaset, i dubbi degli analisti. La doppia incognita Vivendi e alleati

Gli investitori accendono il disco verde sul progetto europeo di Piersilvio Berlusconi. A Piazza Affari Mediaset tocca i massimi da un mese, mentre sul listino di Madrid le azioni Mediaset Espana (-6,2%) hanno quasi completamente annullato il balzo di venerdì quando, prima della sospensione del titolo da parte della Consob spagnola, sul mercato giravano voci di Opa.

Marina Berlusconi
 

La reazione degli operatori al riassetto, che porterà sia Mediaset sia la sua controllata spagnola a fondersi nella newco olandese Mediaforeurope, ha quindi spedito le Mediaset quotate a Milano sopra il prezzo di recesso (2,77 euro, +6%), cioè l'incasso per i soci di Mediaset che non approveranno l'operazione e chiederanno il rimborso cash, mentre le Espana sono sotto tale valore (6,5444 euro il recesso per i soci spagnoli).

Secondo quanto scrive Radiocor, i commenti delle case di investimento all'operazione badano al sodo e guardano più ai benefici immediati che alle prospettive di un riassetto fatto per aggregare altri player della tv in Europa.

Secondo una casa di investimento italiana, l'operazione di riassetto è positiva perché dovrebbe essere accrescitiva degli utili per azione e porta da subito, post approvazione, a dividendi per 100 milioni di euro e a un buyback da 280 milioni di euro (con un prezzo massimo fissato a 3,44 euro): d'altro canto, spiegano gli analisti, l'opposizione eventuale di Vivendi e la fase difficile per la raccolta pubblicitaria, capace di vanificare in parte gli impatti delle sinergie, rappresentano due fattori di incertezza. 



PRESENTAZIONE PALINSESTI MEDIASET
 

"A un anno dall'annuncio dell'intenzione di guidare il consolidamento europeo - spiega la stessa casa di investimento - Mediaset ha realizzato solo l'acquisto di circa il 10% di Prosieben (non una vera e propria alleanza industriale) la fusione delle attività italiane e spagnole. Per cui il potenziale per un reale consolidamento internazionale deve essere ancora testato, secondo noi". 



Mediaset e Prosiebensat condividono la stessa visione sui problemi e sulle sfide del settore media in Europa, ma per ora le soluzioni a queste sfide sono diverse, ha detto questa mattina Marco Giordani, cfo di Mediaset, rispondendo a una domanda da parte di un analista. "Sappiamo esattamente che cosa vuole Max (Conze, il ceo di Prosieben ndr) e lo rispettiamo - ha detto Giordani - Siamo parte di EMA (European Media Alliance), discutiamo di molti progetti, loro non sono stati informati dell'acquisto del 9,6%, ma sotto il profilo industriale lavoriamo dalla stessa parte, vediamo le stesse sfide, gli stessi problemi, ma soluzioni diverse a queste sfide. Non c'e' nessun problema".

piersilvio marino berlusconi
 

"I loro piani sono ambiziosi - ha ripreso Giordani - e crediamo che le quotazioni di Prosieben oggi non riflettano il piano. Abbiamo acquistato la partecipazione perche' vogliamo lavorare al progetto con loro. Siamo felici di aver acquistato la quota e vogliamo proteggere l'azienda e il management nei prossimi mesi sperando che possa essere fatte ulteriori valutazioni sul progetto industriale da parte dei due gruppi". 

Secondo un'altra sim italiana, "l'annuncio rafforza la nostra view speculativa sul titolo. Stimiamo che l'operazione aumenterà l'utile per azione”. "Credo che il calo di Mediaset Espana fosse legato alla speranza di un'Opa - spiega un gestore - Se l'operazione è positiva resta comunque il timore che l'aggregazione dia vita a un soggetto ancora troppo piccolo e che i tempi per un player più grande si allungano".

Numeri alla mano, il riassetto Mfe può essere bloccato da Vivendi (7,7%) e da Simon Fiduciaria (che detiene le quote che Vivendi ha dovuto alienare su indicazione Agcom, il 15,3%). In effetti se i francesi esercitassero il diritto di recesso sulla propria quota (9,6%), l'ammontare complessivo da riconoscere a Vivendi (circa 300 milioni) sarebbe ben superiore al tetto massimo di 180 milioni di euro indicato come condizione sospensiva dell'operazione.

"Credo sarebbe un po' irrazionale" per Vivendi non partecipare all'operazione Mfe ed esercitare il recesso sia da un punto di vista finanziario (i francesi hanno messo insieme il loro 28,8% in Mediaset, pagando in media 3,7 euro per azione, ndr) sia da un punto di vista strategico-industriale, "ma è una loro scelta", ha spiegato Giordani, che ha ricordato come "dal punto di vista tecnico Vivendi può esercitare il diritto di recesso", tuttavia "credo che saranno intenzionati a prendere parte al progetto". 

Gli analisti di Equita Sim, pur aspettandosi una reazione positiva sul titolo Mediaset grazie al dividendo e al buyback che arriverà a operazione chiusa (mentre sulle azioni Mediaset Espana era già in corso il riacquisto di azioni proprie da parte della società) mantengono la raccomandazione "hold" sottolineando che il mercato pubblicitario è debole sia in Italia sia In Spagna, che “andrà verificata la reale accelerazione del processo di consolidamento europeo" e che il titolo post operazione tratterà a multipli sull'ebitda 2020 superiori alla media di settore.

Anche secondo Barclays è da rimandare la valutazione sulla vera portata dell'operazione Mfe: secondo gli analisti, il riassetto e' un'operazione che senza far fatica porta alla creazione di valore per 800 milioni grazie alle sinergie di costo. "Se puo' essere creato ulteriore valore dipendera' se un altro broadcaster si unira' alla festa (portando con se' maggiori sinergie di costo ma anche rischi sull'integrazione) e se possono essere trovate ulteriori sinergie di ricavi. Siamo scettici su quest'ultimo punto ma apprezziamo il tentativo".

Sulla base del proiezioni di creazione di valore attraverso le sinergie stimate, Barclays assegna a Mediaset un prezzo target di 3 euro e, usando i concambi annunciati (2,33 Mediaset per ogni Mediaset Espana), 7 euro per Mediaset Espana. La raccomandazione resta "neutral".

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