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Economia
Mediobanca-Generali, Del Vecchio: "Sosterrò la crescita con progetti amiziosi"

"In ogni Paese ci sono snodi che contribuiscono a garantire la stabilità del sistema economico. Per questo sono convinto che pezzi strategici come Mediobanca e Generali debbano essere dotati di un azionariato stabile e attento alle esigenze del Paese". In un'intervista al Messaggero, il patron di Delfin Leonardo del Vecchio dà qualche elemento in più sulle sue motivazioni alla base del rafforzamento nel capitale di Mediobanca, dove ieri ha superato la soglia rilevante del 10% e punta al 19,9%.

"Sono contento di questa operazione, come del resto positivo sono sempre stato sin dall'inizio dell'investimento in Mediobanca. E dico di stare sereni anche ai tanti che hanno agitato le acque in questi mesi. Delfin da oggi è il principale socio ed è decisa a rimanere tale per lungo tempo, pronta a supportare la crescita dell'istituto e a sostenere progetti che spero saranno ambiziosi", ha spiegato Del Vecchio.

Alla domanda su fin dove intendete salire, "possiamo salire fino al 19,9% e lo faremo nel momento opportuno, attenti che rimanga un buon investimento per noi e per l'istituto", ha precisato. In questi mesi, ha proseguito, "ho tirato dritto con i miei collaboratori, forte delle mie motivazioni e sicuro di coniugare in Mediobanca l'interesse del Paese e il mio personale, con un investimento a tutela e a sostegno della banca ma anche redditizio per Delfin, per il grande potenziale che l'istituto può esprimere. Tutto il resto sono chiacchiere e anche qualche rancore di chi avrebbe voluto fare questa stessa operazione ma non ne ha mai avuto il coraggio".

C'è chi vede nel Leone di Trieste il vero obiettivo di del Vecchio. "La piu' grande partecipazione di Mediobanca sono le Assicurazioni Generali. Una società a cui sono molto legato e che mi piacerebbe tornasse ad essere piu' centrale nello scacchiere mondiale. Ovviamente non è compito mio dire come, mi auguro che il management di Mediobanca e quello di Generali sappiano come fare", ha spiegato l'imprenditore.

Alla Bce si è dichiarato "investitore finanziario": "Delfin non è un fondo attivista: non abbiamo richieste o rivendicazioni; abbiamo solo aspettative positive sul futuro di Mediobanca, come è giusto per un investitore. Credo che già il mio investimento e il mio impegno stiano generando valore per la banca e gli altri azionisti. Valuteremo con attenzione l'operato del management e utilizzeremo il voto assembleare in modo sereno e costruttivo. Ho saputo da poco che ci sono tre liste, valuteremo i profili dei diversi candidati e prenderemo la decisione migliore nell'interesse della banca".

Quanto ai rapporti con Alberto Nagel e il management di Mediobanca, "ci sono state tante polemiche alimentate dalla stampa sul rapporto fra me e Nagel. Io ho sempre rispetto per i manager delle società in cui sono investito, e sono abituato a giudicare in base ai rendimenti che portano agli azionisti, non su simpatie o antipatie. Non sono stato interpellato per la composizione delle liste, ma mi è sembrato cortese chiamare Nagel personalmente per informarlo del via libera dalla Bce per salire oltre il 10%".

Sull'indirizzo strategico della banca, "abbiamo valutato e apprezzato il piano industriale presentato l'anno scorso; valuteremo il nuovo piano post Covid che e' stato annunciato. Io non ho mai fretta, non anticipo giudizi e sto ai patti. Così ad esempio in Essilux dove, nonostante tutto, non ho mai fatto pesare le mie azioni per accelerare i cambiamenti. A maggio 2021 si presenterà una rosa di candidati per il nuovo consiglio di amministrazione che spero sia unica e condivisa da tutti. evidente, però, che da quel momento Delfin eserciterà il ruolo che il suo peso le consente, come del resto previsto dagli accordi".

Parlando di come si muoverà la sua famiglia che adesso lo sostiene, "Delfin e' una holding solida e manterra' il suo ruolo di azionista di lungo periodo", ha assicurato del Vecchio. "L'abbiamo dotata - continua - di una robusta governance affinche' tutte le decisioni e gli investimenti siano sempre pienamente condivisi da tutti i soci".

Del Vecchio ha poi precisato che "non ho investito in Mediobanca per dissapori sullo Ieo. Devo molto a quell'istituto, in particolare al Monzino. Era stato naturale pensare di avviare il percorso della mia Fondazione offrendo 500 milioni e piu' nel tempo per renderne ancora piu' grandi ed eccellenti le strutture milanesi. Ma le resistenze sono state piu' rumorose della riconoscenza, che comunque ho raccolto e mi ha molto gratificato. L'unico dispiacere e' aver deluso i molti collaboratori delle due strutture che contavano su questo mio impegno personale per realizzare qualcosa di ancora piu' grande e internazionale".

Parlando di Essilux-GrandVision, "le ragioni dell'operazione rimangono immutate. Se le autorita' daranno il via libera all'operazione, rimarra' solo da capire se gli ultimi mesi di gestione gravata dal Covid hanno avuto ripercussioni sui valori in campo". Se andasse male, "abbiamo idee, progetti e talenti su cui sono sicuro il gruppo poggera' la crescita e la sua leadership negli anni a venire", ha concluso.

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