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Economia
Mes, quanto ci costa l'autunno col Covid? Coi 36 miliardi una passeggiata
(fonte Lapresse)

Per parlare della nuova ondata di Covid-19, serve per forza di cose affidarsi ai numeri. E dunque: in un mese esatto i ricoverati in terapia intensiva a causa del Coronavirus sono passati da 175 a 420, con un incremento di 2,4 volte in 30 giorni. Nello stesso arco temporale anche le degenze ospedaliere sono aumentate con analoga proporzione, passando da 1849 a 4519. Se la progressione venisse confermata nei prossimi due mesi, l’11 dicembre avremmo 26.030 pazienti nei nosocomi e 2.419 in terapia intensiva. Saremmo vicini per quanto riguarda i malati meno gravi ai valori di picco registrati il 4 aprile (29.010), mentre saremmo maggiormente tranquilli sulle terapie intensive, che raggiunsero il massimo della loro occupazione (con punte del 122% in Lombardia, oggi questo rapporto è al 5,6%) il 3 aprile con 4.068 unità. 

Numeri che però non possono neanche essere presi alla leggera, mentre ci si prepara a un nuovo Dpcm che – con ogni probabilità – porterà con sé nuove restrizioni alla vita privata degli italiani, che di fatto potranno continuare a lavorare e a fare la spesa ma dovranno evitare assembramenti, bar, ristoranti e perfino feste private. Così, mentre l’Italia ha già messo sul piatto circa 100 miliardi di ulteriore deficit a sostegno delle imprese e delle famiglie, inizia a profilarsi la necessità, forse, di riallestire terapie intensive e ospedali ad hoc, in modo da permettere di affiancare alle cure ordinarie per i malati “tradizionali” (che rimangono, purtroppo) anche quelle per i pazienti che hanno contratto il nuovo Coronavirus. 

Il piano di emergenza che dovrebbe mettere definitivamente al sicuro il sistema sanitario italiano al momento non è completo, ma intanto alcuni calcoli si possono già fare partendo, ancora una volta, dai fatti. Se per dicembre la tendenza non dovesse improvvisamente cambiare – ma non ci sono particolari evidenze che questo possa avvenire e, anzi, molti studiosi concordano sul fatto che i dati continueranno a salire, pur senza raggiungere i picchi di Francia e Spagna – ci ritroveremmo a due settimane dal Natale con poco meno di 2.500 degenti in terapia intensiva.

Il loro costo, secondo uno studio della Liuc, varia a seconda della gravità. A detta dell’università di Castellanza, il “prezzo” giornaliero varia da 427,77 euro al giorno a 1.278,50. Mediamente i pazienti affetti da Covid rimangono in ospedale in un’area di media o alta complessità di cura per 19,41 giorni. I percorsi che il malato può svolgere sono diversi, e la Liuc li riassume in tre possibili esiti: 15,5 giorni caratterizzati da trasferimenti interni tra Unità Operative, che hanno determinato il passaggio da area a bassa intensità di cura/complessità assistenziale ad alta intensità di cura/complessità assistenziale, con un costo medio di 14.873,48 euro.

In riferimento invece alla permanenza del paziente all’interno di un reparto a bassa intensità di cura/complessità assistenziale e di un reparto a media intensità di cura/complessità assistenziale (terapia sub-intensiva), si riscontra un assorbimento medio di risorse economiche pari a 9.157,00 euro, con una degenza media di 17,45 giorni. Infine, un’ospedalizzazione tra la terapia sub-intensiva e quella intensiva si protrae per 23,21 giorni con una spesa media di 22.210,47 euro.

Dunque, calcolatrice alla mano, si può ipotizzare che 26.030 pazienti in ospedale costino mediamente 427,77 euro x 15,5 giorni, ovvero poco meno di 172,6 milioni di euro. Durante lo stesso periodo, si può desumere che i 2.500 degenti in terapia intensiva costino 1.278,5 x 23,21 giorni, cioè 74,2 milioni. Non basta: questo è il costo di degenza e permanenza all’interno della struttura. Ma c’è da calcolare anche che nelle unità di Ti il rapporto tra infermieri e malati è di tre professionisti per ogni degente.

Significa che 7.500 operatori dovranno essere disponibili tra due mesi esclusivamente per i reparti di pazienti più gravi da Covid. Ora, poiché lo stipendio medio di un infermiere è di 26.400 euro lordi, ovvero 72,3 euro al giorno, la permanenza di una persona in terapia intensiva Covid costa, di personale professionale, 5.034 euro, cioè 12,59 milioni di euro in più per i ricoveri in terapia intensiva ipotizzati entro l’11 dicembre. A questo si somma la spesa per i medici, che non hanno una proporzione specifica, ma che costano – in media – 75.750,46 euro all’anno, cioè 207,5 euro al giorno. 

Infine, c’è da considerare il prezzo della costruzione di eventuali nuove unità, magari anche provvisorie, finalizzate esclusivamente alla cura del Covid. In questo caso abbiamo due dati precisi: l’ospedale in Fiera di Milano e la struttura realizzata a Napoli. Il primo è costato circa 21 milioni (per la precisione 17,257 milioni + Iva), mentre il secondo 7. Nessuna polemica e nessun campanilismo, diciamo – per fare il conto di Renzo e dei capponi – che mediamente in Italia un reparto ad hoc possa costare circa 14 milioni di euro.

Alla luce di tutte le cifre snocciolate, mentre gli sforzi del governo si concentrano su misure strutturali per ridare slancio all’economia e mentre si cerca di scongiurare nuovi lockdown che metterebbero ulteriormente in ginocchio il sistema produttivo, non sarebbe il caso di guardare con interesse a quei 36 miliardi messi a disposizione dal Mes? Permetterebbero non solo di tamponare l’emergenza, ma anche di ricostruire un sistema sanitario in difficoltà, procedendo a nuove assunzioni e ampliando e ammodernando i reparti. Dici poco…

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