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ANPIT, conclusa la seconda giornata di Economica 2025: al centro strategie geopolitiche e competitività industriale
Iadicicco: “La riflessione più importante riguarda la necessità di attuare politiche industriali moderne come leva per lo sviluppo”


ANPIT, terminata ieri la seconda giornata di Economica 2025 con focus su strategie geopolitiche e Made in Italy per la competitività industriale: intervento di Iadicicco su PNRR salari e ritorno alla manifattura
Si è svolta ieri, giovedì 23 ottobre, presso Casina Valadier a Roma, la seconda giornata di Economica, la rassegna promossa da ANPIT Azienda Italia, che dal 22 al 24 ottobre ha riunito ministri, parlamentari, economisti e rappresentanti del mondo produttivo attorno al titolo scelto per questa edizione: “Il Paese bello. La rotta italiana nella turbolenza globale”. Un’espressione che, come spiegato dal Presidente Nazionale ANPIT Federico Iadicicco, ha inteso proporre non una celebrazione estetica dell’Italia, ma una visione strategica del suo ruolo nella competizione internazionale.
Dopo la giornata inaugurale di mercoledì, dedicata al quadro introduttivo, il confronto odierno è entrato nel cuore della rotta italiana, affrontando in modo diretto i temi di geopolitica, aree interne, politica industriale e identità economica nazionale.
La mattinata si è aperta con l’analisi del direttore della rivista Domino, Dario Fabbri, che ha descritto l’Italia come potenziale attore attivo e non passivo nella fase di riassestamento degli equilibri globali. A seguire, il panel sulle strategie geopolitiche italiane ha visto intervenire, tra gli altri, Enrico Borghi, Commissione Affari Esteri e Difesa Senato della Repubblica; Giorgio Mulè, Commissione Difesa Camera dei Deputati; Valerio De Luca, Presidente Fondazione AISES; ed Ettore Francesco Sequi, Già Segretario Generale della Farnesina - Presidente Cda Sorgenia, con particolare attenzione al Mediterraneo come spazio di proiezione strategica e non solo di gestione emergenziale.
Il secondo snodo della giornata è stato quello dedicato alle aree interne, alla denatalità e al riequilibrio demografico, affrontato dai relatori Luca Bianchi, Direttore Generale Svimez; Guido Castelli, Commissario Straordinario di Governo alla Ricostruzione delle Aree Colpite dal Terremoto del 2016 e 2017; Dolores Bevilacqua, Commissione Industria, Commercio, Turismo e Agricoltura Senato della Repubblica; Maria Rita Testa, Professoressa di Demografia Università Luiss e Francesco Cavallaro, Segretario Generale Cisal.
Il tema è stato trattato non in chiave assistenziale, ma come nodo strutturale della competitività nazionale. Tra i temi maggiormente approfonditi durante il panel è emersa la questione della denatalità, affrontata nella prospettiva di un welfare capace di sostenere concretamente le famiglie. È stata evidenziata la necessità di mettere a disposizione strumenti che permettano ai genitori, in particolare alle donne, di non essere costretti a scegliere tra lavoro e genitorialità, ma di poter conciliare pienamente entrambe le dimensioni.
Nel pomeriggio, dopo la presentazione del libro “L’Impero Minore” di Sergio Girando, l’attenzione si è spostata sul fronte delle eccellenze italiane come leva di potere economico e culturale, con interventi di Piero Cannas, Presidente Camera di Commercio Italiana in Polonia; Federico Carli, Presidente Associazione Guido Carli; Gianluca Caramanna, Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo Camera dei Deputati; Paola De Micheli, Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo Camera dei Deputati e Franco Maria Ricci, Presidente Fondazione Italiana Sommelier, che hanno legato turismo, cultura ed enogastronomia a un’idea di diplomazia economica integrata.
La chiusura dei lavori si è svolta con l’intervento di Federico Iadicicco, Presidente Nazionale ANPIT, preceduto da quello del sottosegretario Claudio Durigon. L’intervento di Iadicicco ha rappresentato il baricentro della giornata, con l’obiettivo di raccogliere il filo emerso nei panel precedenti e di dare una cornice strategica alla proposta ANPIT per il “Paese bello” come progetto concreto di centralità italiana.
Il Presidente Iadicicco ha evidenziato che l’Italia, nell’attuazione del PNRR, in numerosi casi non ha generato nuovi investimenti, ma ha sostituito fondi nazionali con risorse europee, riducendo il costo del debito senza aumentare la capacità espansiva del Paese. Come esempio ha citato le infrastrutture ferroviarie, dove i fondi PNRR sono stati assorbiti da progetti già previsti, anziché finanziare interventi aggiuntivi.
Iadicicco ha indicato Spagna e Polonia come casi da studiare, in particolare quest’ultima per la capacità di investire in infrastrutture energetiche e diversificare le fonti, costruendo una solida posizione geopolitica. L’Italia, ha sottolineato, ha oggi l’opportunità di avviare una “fase due” del proprio posizionamento, capitalizzando la credibilità acquisita sui mercati per ottenere dall’Europa un cambio di paradigma oltre l’austerità.
Entrando nel tema salariale, Iadicicco ha ribadito che il problema non è la pluralità dei contratti, ma l’esistenza di pratiche elusive che hanno aggirato i contratti più rappresentativi. Per aumentare i salari in modo strutturale, ha indicato tre priorità: spingere sulla produttività, incentivare la partecipazione dei lavoratori con premi di risultato e rafforzare fiscalmente il welfare aziendale, alleggerendo il carico contributivo sulle imprese.
Infine, il Presidente ha analizzato gli effetti della globalizzazione, che hanno indebolito la manifattura e alimentato una terziarizzazione a basso valore aggiunto, penalizzando i salari. Ha quindi ribadito la necessità di una politica industriale moderna, orientata ai settori strategici, capace di riportare nel Paese una manifattura forte e rendere l’Italia non solo meta turistica, ma hub competitivo per produrre, investire e generare valore.
La giornata si è poi conclusa con lo spettacolo “Emozioni” curato da Mogol e Gianmarco Carroccia, a testimonianza di come cultura e identità nazionale siano parte integrante della narrazione economica e politica proposta dall’evento.
Oggi la chiusura dell'evento è affidata ai ministri Francesco Lollobrigida e Antonio Tajani, con una mattinata dedicata alle politiche industriali come leva di sviluppo, moderata dal giornalista Nicola Porro, e alla presenza di esponenti di primo piano del mondo istituzionale, accademico e finanziario.
L’intervista di Affaritaliani a Federico Iadicicco, Presidente Nazionale di ANPIT
Il Presidente Nazionale di ANPIT, Federico Iadicicco, durante la seconda giornata di Economica 2025, ha dichiarato ai microfoni di Affaritaliani: “Ho definito questa legge di bilancio una legge conservativa. Conservativa, innanzitutto, perché mantiene l’impostazione che il governo Meloni ha adottato fin dalla prima manovra: pur in un contesto di risorse limitate, l’obiettivo prioritario resta quello di favorire la crescita del reddito disponibile per famiglie e lavoratori. Allo stesso tempo, è una legge conservativa perché rispetta i vincoli imposti dall’Unione Europea. Da qui nasce l’esigenza di una riflessione più ampia sul ruolo dell’UE e sulla sua capacità di riformarsi, per superare logiche di austerità ed entrare finalmente in una stagione di politiche orientate alla crescita”.
“Dentro questo perimetro”, ha proseguito Iadicicco, “riteniamo importante proseguire nella direzione dell’aumento delle deduzioni per le imprese, come si sta facendo con il nuovo iper-superammortamento. In particolare, sulla cosiddetta IRES premiale chiediamo che sia inserito tra i requisiti anche la sottoscrizione di accordi aziendali che prevedano un aumento della retribuzione dei lavoratori, anche attraverso strumenti di welfare aziendale”.
“Il welfare aziendale genera infatti tre effetti positivi: accresce la produttività, migliora il benessere dei lavoratori e contribuisce di fatto ad aumentare le retribuzioni, con un minore carico fiscale e contributivo per le aziende. Occorre quindi che il governo e le istituzioni incentivino ulteriormente la defiscalizzazione di questi strumenti, ma anche che le imprese introducano una vera cultura della partecipazione, attraverso la contrattazione di secondo livello, che valorizzi competenze, qualità e risultati. Anche la contrattazione collettiva nazionale può svolgere un ruolo importante introducendo forme obbligatorie di welfare contrattuale”, ha spiegato Iadicicco.
“La questione salariale è complessa e, a mio avviso, non è stata affrontata nel modo adeguato finora. Il gap salariale in Italia e in Europa dipende da diversi fattori. Il primo è che abbiamo costruito un’economia export-led, cioè orientata all’export, che per ragioni di competitività internazionale ha fatto crescere i salari meno della produttività. Il secondo è il tema della produttività del lavoro in Italia, ma gli strumenti di cui ho parlato, welfare aziendale, contrattazione di secondo livello, premi di produttività, partecipazione dei lavoratori, possono contribuire a colmare questo gap. Il terzo fattore”, ha continuato Iadicicco, “riguarda la progressiva perdita di peso della nostra manifattura, storicamente un’eccellenza, a fronte della crescita del terziario: per quanto turismo e servizi siano importanti, i settori ad alto valore aggiunto e con maggiori prospettive di crescita restano quelli manifatturieri. Serve quindi una politica industriale capace di riportare, valorizzare e far crescere la manifattura in Italia”.
“Su questo punto si apre però la questione del mismatch: la difficoltà crescente nel reperire manodopera qualificata. Bisogna accorciare la distanza tra istruzione e imprese, costruire meccanismi di formazione continua e sostenere le aziende che investono in questa direzione. Va introdotta la cultura secondo cui il lavoratore, anche una volta inserito in azienda, deve continuare a far crescere le proprie competenze, così come le imprese devono avvicinarsi al mondo dell’istruzione per formare i giovani in base alle competenze realmente richieste. Questa è la grande sfida che dobbiamo provare a vincere tutti insieme”, ha poi dichiarato in conclusione il Presidente Iadicicco.
