IIA: dalla ricerca con EY emergono nuovi rischi sistemici del settore assicurativo tra clima, cyber e inverno demografico - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 13:27

IIA: dalla ricerca con EY emergono nuovi rischi sistemici del settore assicurativo tra clima, cyber e inverno demografico

Ranucci Brandimarte (IIA): "Il nostro settore è a un punto di svolta. Le nuove minacce richiedono una riflessione profonda sui modelli di protezione"

di Redazione Corporate

IIA: dal clima all’invecchiamento, i nuovi rischi spingono il mercato verso prevenzione e inclusione assicurativa secondo la ricerca condotta con EY

Il comparto assicurativo italiano si trova oggi a dover affrontare una nuova ondata di rischi sistemici, capaci di modificare profondamente sia le priorità dell’offerta sia le richieste dei clienti. È questo il quadro delineato dallo studio “Nuove minacce, nuove strategie: Tra rischi climatici, cyber e inverno demografico”, prodotto da EY per l’Italian Insurtech Association (IIA) e presentato in occasione dell’Italian Insurtech Summit 2025, svoltosi il 20 e 21 novembre.

La ricerca, basata su un campione di oltre 20 realtà del settore, tra compagnie, broker e operatori insurtech italiani, esamina come il mercato stia reagendo a tre fronti critici: l’aumento degli eventi naturali estremi, la crescente esposizione ai rischi informatici e il bisogno di protezione generato dall’invecchiamento della popolazione. L’obiettivo è valutare in che misura l’assicurazione italiana si stia trasformando, passando da un semplice ruolo di indennizzo a un modello che punta sempre più su prevenzione, capacità di adattamento e ampliamento dell’accesso alle coperture.

La percezione della domanda varia sensibilmente tra le diverse aree di rischio: più positiva per le coperture contro le catastrofi naturali (NatCat), ancora limitata per il cyber risk e in crescita per la Long Term Care (LTC). In particolare, oltre un quarto del campione (26%) segnala un interesse significativo nei confronti della protezione dai rischi climatici, mentre la maggioranza (42%) la considera di interesse moderato. Sul fronte del rischio cyber, il 59% degli operatori rileva una domanda ancora bassa e solo il 6% la giudica elevata, segno di una consapevolezza in aumento ma non ancora tradotta in propensione all’acquisto. Più dinamico il mercato LTC che mostra segnali di maturità, anche se il 55% degli intervistati vede una domanda bassa e il 35 % media.

Nello studio, il rischio climatico si conferma la minaccia più urgente e trasversale. Le coperture contro le catastrofi naturali (NatCat) sono ormai parte integrante dell’offerta delle compagnie assicurative: il 79% delle aziende dichiara di averle già a catalogo, mentre soltanto il 5% è ancora in fase di valutazione. Il mercato appare ampiamente coperto, con margini di crescita limitati sul fronte delle nuove attivazioni, ma rilevanti per differenziazione e servizi accessori.

Nel dettaglio, l’offerta NatCat attuale si articola in modo significativo: l’80% delle compagnie propone polizze property con estensione agli eventi catastrofali, il 73% offre soluzioni stand-alone per terremoti, alluvioni e grandinate. A queste si aggiungono prodotti dedicati al settore agricolo e soluzioni multirischio (entrambi al 40%), pensati per segmenti specifici e per protezione combinata. Meno diffuse sono invece coperture per interruzione dell’attività (business interruption, 33 %), polizze parametriche (13%) e soluzioni mutualistiche (7%), a evidenziare un divario tra potenziale innovativo e adozione effettiva.

Marco Concordati, Partner Insurance di EY, commenta: “Dalla nostra indagine emerge che il 79% delle compagnie ha già in portafoglio coperture contro le catastrofi naturali, a testimonianza di una crescente attenzione verso i rischi climatici e della capacità del settore di adattarsi a scenari sempre più complessi. Allo stesso tempo, la diffusione di soluzioni dedicate al cyber risk e alla Long Term Care, seppur meno consolidata, rappresenta un terreno fertile per l’innovazione assicurativa e per la creazione di nuove offerte in risposta a bisogni emergenti. Le compagnie hanno oggi l’opportunità di rafforzare il proprio ruolo sociale sviluppando prodotti semplici, trasparenti e integrati con servizi di prevenzione e assistenza, rispondendo così in modo concreto alle nuove esigenze di protezione. In questo contesto, la capacità di anticipare i bisogni dei clienti e di promuovere una cultura della prevenzione rappresenta un fattore chiave per la crescita sostenibile del settore”.

Infine, la Long Term Care si afferma come risposta strategica all’invecchiamento demografico e alla crescente necessità di protezione per la non autosufficienza. Il 65% delle compagnie ha già prodotti dedicati, ma la domanda risulta ancora contenuta: il 55% degli operatori la considera bassa, frenata da una scarsa consapevolezza del bisogno e dalla percezione di costo elevato. I target più promettenti sono le famiglie che assistono genitori anziani, gli adulti che vivono soli e le aziende interessate a offrire benefit ai dipendenti.

Per aumentare il valore percepito delle coperture LTC, le compagnie puntano su servizi integrativi come l’assistenza domiciliare certificata (70%), il care management personalizzato (50%) e le convenzioni con RSA e strutture sanitarie (45%). Anche in questo caso, la promozione passa attraverso canali ad alta fiducia: agenzie tradizionali, enti previdenziali privati e consulenti finanziari. In un contesto in cui il settore è chiamato non solo a innovare i prodotti ma anche ad ampliare la base assicurata, il tema dell’accessibilità e della cultura della protezione assume un ruolo centrale.

Accanto al rischio climatico, il Cyber Risk si impone come una minaccia in rapida evoluzione, alimentata dalla crescente digitalizzazione e dall’uso diffuso dell’intelligenza artificiale. Il 53% degli operatori ha già soluzioni a catalogo, ma il mercato appare ancora polarizzato: il 29% non considera il tema prioritario, mentre il restante si divide tra chi è in fase di valutazione o implementazione. Le coperture più diffuse riguardano malware, ransomware e cyber estorsioni (100%), violazione dei dati (78%) e interruzione dell’attività (56%). Tuttavia, la domanda resta debole: il 59% degli operatori la considera bassa, segno che la consapevolezza del rischio non si è ancora tradotta in una propensione concreta all’acquisto.

Per favorire la diffusione delle coperture cyber, gli operatori indicano come leve strategiche le campagne di sensibilizzazione, l’inclusione di servizi di prevenzione e monitoraggio, e la semplificazione dei prodotti. I canali più efficaci risultano essere le partnership con provider IT e cybersecurity, seguite dai consulenti assicurativi specializzati e dalle reti agenziali tradizionali, che mantengono un ruolo rilevante soprattutto nel segmento PMI.

Simone Ranucci Brandimarte, Presidente di Italian Insurtech Assocation ha dichiarato: “Il nostro settore è a un punto di svolta. Le nuove minacce, dal clima al cyber, fino all’invecchiamento demografico, richiedono una riflessione profonda sui modelli di protezione. Non si tratta più solo di vendere una polizza, ma di costruire una relazione di fiducia e prevenzione con il cliente: questo è, in fondo, il significato di insurance inclusion. L’urgenza è utilizzare questi strumenti per ridurre le distanze tra mercato e persone in un Paese ancora sotto-penetrato dall’offerta assicurativa. Insurance inclusion significa trasformare la digitalizzazione in leve concrete per abbattere le barriere culturali e burocratiche e realizzare un’assicurazione realmente alla portata di tutti”.