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Notizie dalle Aziende
The Next Normal. Digital e circular economy nel post Covid-19 delle aziende

The Next Normal, il convegno di Cariplo Factory e Fondazione Silvio Tronchetti Provera su digital e circular economy

The Next Normal” è il nome dell’evento digitale organizzato da Cariplo Factory e Fondazione Silvio Tronchetti Provera, trasmesso in diretta streaming questa mattina all’interno della cornice della Milano Digital Week.

I riferimenti a una nuova normalità sono ormai divenuti tristemente comuni nel sentito dire quotidiano degli ultimi dodici mesi, ma è la società internazionale di consulenza McKinsey a coniare il termine che, ne siamo sicuri, continueremo a incontrare spesso nei prossimi anni: “next normal”.

The next normal, la prossima normalità, è l’espressione con cui si indica la nuova situazione che emergerà dopo la pandemia, un futuro da riscrivere sulla scia di due tendenze, quella digitale e quella della sostenibilità.

Nel corso dell’evento di oggi, esperti ed esperte appartenenti a realtà e settori diversi hanno avuto occasione di confrontarsi sulla rilevanza della trasformazione digitale e dell’economia circolare per le aziende nel delicato e auspicabilmente prossimo periodo di ripresa post Covid-19. Fino al 2019, prima dell’emergenza sanitaria, molte industrie risultavano già impegnate con successo su questi fronti, ora tuttavia tale indirizzo è da considerarsi non più facoltativo, bensì necessario per la sopravvivenza dell’intero tessuto industriale e imprenditoriale del Paese.

Ad aprire la mattina sono state le parole di Alfonso Gambardella, Professore di Economia e Gestione delle Imprese e Direttore del Dipartimento di Management & Tecnologia Università Bocconi, nonché moderatore del dibattito, e di Vittorio Chiesa, Professore ordinario del Dipartimento di Ingegneria gestionale del Politecnico di Milano.

Cuore dell’evento sono stati gli interventi di quattro autorevoli relatori per la presentazione delle rispettive esperienze nella digital e circular economy. In ordine sono state ascoltate le voci di Monica Gargantini (Head of Digital Governance at Pirelli), Roberto Cimino (Technology Direction, Innovation Ecosystems and Partnership, Head at ENI), Massimiano Tellini (Director Global Head Circular Economy, Intesa Sanpaolo Innovation Center) e Daniela Scaramuccia (Partner settore pubblico e sanità IBM Global Business Services in Italia). Si è infine apprezzato, a conclusione della conversazione, l’intervento di Massimo Sideri, Responsabile Innovazione per il Corriere della sera.

Economia circolare e trasformazione digitale. L’esperienza di Pirelli, ENI, Intesa Sanpaolo e IBM riportata da Affaritaliani.it

Ad aprire la conversazione è Monica Gargantini, Head of Digital Governance di Pirelli, che illustra quanto fatto dal colosso Pirelli in termini di innovazione digitale dal 2016 a oggi: “Pirelli è una società della tradizione manifatturiera italiana che ama le sfide ed è sempre pronta a lavorare sulla tematica innovazione. Cos’è la trasformazione digitale in Pirelli? Nel momento in cui si è iniziato a parlare di digitale nel mercato fra il 2016 e il 2017, noi abbiamo cominciato a importare all’interno all'interno dell'azienda nuove competenze, perché la capacità di conoscere le nuove tecnologie è alla base dell’intero programma lanciato. Abbiamo cominciato a fare sperimentazione nel mondo data science per capire come l’utilizzo del dato ci poteva aiutare a migliore la capacità di rispondere alle esigenze di mercato. Queste esperienze si sono concretizzate nel 2019 in un programma molto chiaro, composto da tre pilastri fondamentali all’interno di Pirelli: Digital Business, Digital Company e Digital Enablers.”

Continua Gargantini, entrando nel dettaglio: “Si inizia dalla digitalizzazione di tutti i processi di business attraverso l’introduzione di nuove piattaforme, e soprattutto attraverso il ridisegno del modo di lavorare, si tratta di un nuovo modello operativo definito fra il 2019 e il 2020, che ci ha portato a riorganizzare il mondo delle vendite, della produzione, della pianificazione e dello sviluppo, con l’obiettivo di sviluppare una cultura cross-funzionale. Vi è poi la possibilità di adottare nuovi modi di lavorare agevolati dalla tecnologie, processi snelli che offrono un ambiente di lavoro consono per attrarre talenti digitali e quindi portare nuova linfa vitale all’azienda. Infine abbiamo gli abilitatori tecnologici: la vera trasformazione, non solo tecnologica ma anche di business, deve essere infatti supportata da strumenti tecnologici che abbiamo introdotto”.

Subentra poi Roberto Cimino, Technology Direction, Innovation Ecosystems and Partnership, Head at ENI, per raccontare l’esperienza di ENI in termini di regolamentazione e sostenibilità, presentate non come vincoli bensì come opportunità: “Nel 2019 abbiamo pensato di allineare la mission e i valori di ENI ai Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite. Oggi la mission di ENI e tutta la sua trasformazione in un'ottica green e digitale è allineata a questi goals e pensiamo che la chiave fondamentale per la trasformazione sia l’innovazione, che abbiamo inserito all'interno del nostro codice etico. Abbiamo confermato questo impegno anche con il Piano Strategico 2021-2024 presentato una decina di giorni fa: circa 1 miliardo di euro da spendere in innovazione nel quadriennio e 4 miliardi di capex su iniziative green. Ci muoviamo lungo due linee strategiche: la digitalizzazione e l’innovazione a supporto del business esistente e nel contempo l’accelerazione nella trasformazione del futuro.”

“Siamo stati i primi a convertire due raffinerie storiche, a Venezia e a Gela, in bioraffinerie” continua Cimino “Questo risultato è stato possibile grazie alle tecnologie di innovazione sviluppate in casa ENI. Stiamo inoltre sviluppando, sempre in chiave di circolarità, una tecnologia di trasformazione nella fazione organica dei rifiuti urbani in biocombustibili e abbiamo proceduto anche con la firma di diversi accordi di collaborazione per la raccolta degli olii alimentari esausti per la fornitura di carburanti. Siamo partiti dal nostro Centro di calco e lo abbiamo messo a disposizione per uno studio che punta alla modellazione delle proteine del Coronavirus per cercare di fare un rapido screening su farmaci attualmente esistenti a banco e che potrebbero essere utilizzati per combattere i sintomi del Coronavirus. Vogliamo essere leader nella transizione energetica con una neutralità carbonica entro il 2050 e fare leva sull’integrazione fra le nostre diverse tecnologie”.

Massimiano Tellini, Director Global Head Circular Economy in Intesa Sanpaolo Innovation Center, durante il suo intervento ha parlato dell’importanza dell’economia circolare per Intesa Sanpaolo e del ruolo determinante che un’istituzione finanziaria può avere nella trasformazione dell’economia. Così ha dichiarato: “Intesa Sanpaolo è una banca che sull’economia circolare ha messo un sigillo ormai dal 2015, quando ancora il segnale di questo mega trend era forse un po’ debole. Economia circolare è innanzitutto la nuova economia, un motore di business che in questo secolo si deve affermare e prendere il posto dell’economia lineare. Intesa Sanpaolo prosegue con un lavoro interno di diffusione dei contenuti sul tema, con l’ambizione di farlo diventare un nuovo modello economico, di diffondere la cultura dell’economia circolare e quindi slegare lo sviluppo economico e sociale dei territori dallo sfruttamento delle risorse naturali esauribili, che invece è il tratto distintivo dell’economia lineare, che non riesce più a rispondere alle sfide odierne. Sulla base di questo presupposto, grazie anche a una partnership strategica fra Intesa Sanpaolo Innovation Center e Cariplo Factory, costruiamo una piattaforma di aggregazione del Made in Italy. Ci poniamo attraverso attività di advisory, connection e soprattutto formazione al centro di un percorso che vuole aiutare il Made in Italy a trasformarsi all’interno della logica circolare”.

“Nel Piano 2018-2021 di Intesa Sanpaolo troviamo la circular come uno dei pilastri delle attività strategiche del Gruppo, con una dotazione finanziaria di 5 miliardi, oggi saliti a 6 dopo l’integrazione del Gruppo Ubi, che sono la dimostrazione di quanto riteniamo sia fondamentale supportare gli imprenditori”, aggiunge poi Tellini “L’obiettivo è aiutare le imprese alle migliori condizioni di mercato con della finanza che aiuti i progetti di trasformazione in chiave circolare, progetti ispirati a evidenti principi di innovazione. E qui che c’è lo scarto culturale, una trasformazione concettuale, perché si cerca di non essere semplicemente attenti “a fare meno male all’ambiente”, ma si cerca di avere un approccio additivo e ricostitutivo del capitale naturale. L’economia circolare è sostenibile di per sé, ma lo è cercando di cambiare percorso. È centrale che ci sia un approccio di filiera, di catena del valore, vale a dire fare accadere contemporaneamente in più parti della catena dei cambiamenti che altrimenti singolarmente farebbero fatica ad affermare i propri effetti”.

Conclude Daniela Scaramuccia, partner settore pubblico e sanità IBM Global Business Services in Italia, riportando la sua esperienza in ambito sanitario: “Quest’anno è stato una bellissima palestra, il Covid ci ha infatti obbligato ad accelerare la nostra trasformazione digitale e quella delle istituzioni che serviamo mostrandoci quanto le tecnologie ci supportino nella nostra quotidianità. In questi giorni il dibattito è abbastanza accesso per quanto riguarda la tematica del passaporto digitale. La comunità europea ha deciso infatti di istituire un sistema di certificazione per agevolare i viaggi tra i diversi Paesi che testimoni l’immunità del viaggiatore. In Cina è già attivo, in Israele è operativo da tre settimane, così come in Islanda e la Germania ha già predisposto un piano per attuare al più presto il passaporto vaccinale. Negli Stato Uniti noi come IBM stiamo testando una piattaforma che permetta all’individuo di testimoniare la propria immunità all’operatore. Importante oggi è dare un’adeguata comunicazione del tema. È uno strumento che può aiutarci a costruire un new normal. È un sistema che deve essere necessariamente integrato alle piattaforme esistenti, un modo per dare uniformità e una nuova centralità delle piattaforme già in essere. Solo così potrà funzionare. È un’occasione che mostra ancora una volta come la tecnologia può aiutarci a costruire una nuova normalità che ci permetterà di dare forma a un nuovo modo di vivere insieme in sicurezza, con resilienza e in modo sostenibile”.

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