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Economia
Pensioni, APE e RITA: svolta riforma pensioni. Ma è APE STANGATA PENSIONATI

Pensioni, APE e RITA: svolta riforma pensioni. RIFORMA PENSIONI NEWS

Riforma pensioni, dalla Fondazione studi dei consulenti del lavoro arrivano i primi chiarimenti sull'anticipo pensionistico (Ape), e sulla Rendita integrativa temporanea anticipata, (Rita) operativi dal 1° maggio. Si tratta, dicono i consulenti nell'Approfondimento pubblicato, di due forme di sostegno al reddito che prevedono diverse dinamiche di finanziamento. Il documento della Fondazione studi contiene una serie di Faq sulla natura, il funzionamento e la convenienza delle due misure, in attesa dei decreti del presidente del Consiglio, delle circolari Inps e del materiale informativo delle forme di previdenza complementari. L'Ape, battezzato definitivamente come 'Anticipo finanziario a garanzia pensionistica' nella cornice della legge di stabilità 2017, non è stato varato in forma solitaria, ma accompagnato da una misura sorella, vale a dire la Rita, che persegue le medesime finalità dell'Ape, pur se con una diversa dinamica di finanziamento. Ape e Rita sono due misure temporanee (il cui accesso sperimentale si chiuderà alla fine del 2018) che non modificano in alcun modo la riforma delle PENSIONI Fornero; il loro obiettivo è invece agire in modo sinergico e complementare rispetto alle misure di sostegno al reddito vigenti (in particolare la Naspi, la cui durata massima è di 24 mesi).

PENSIONI, APE E RITA AL VIA DAL PRIMO MAGGIO. RIFORMA PENSIONI SVOLTA


Ai lavoratori pubblici e privati con più di sessantatré anni, a partire dal 1° maggio, sarà possibile richiedere tre diverse prestazioni (ognuna dotata di requisiti diversi) che garantiranno un reddito ponte fino alla decorrenza della pensione di vecchiaia. Il reddito potrà essere costituito da un vero e proprio prestito sulla futura pensione con tassi e condizioni agevolate e con la partecipazione dello stato degli oneri finanziari a essi collegati (Ape volontario), da una indennità finanziata dallo Stato (Ape sociale) per soggetti che versano in uno stato di difficoltà (causato da prolungata disoccupazione, disabilità), da una nuova prestazione erogata dalle forme di previdenza complementare (Rita) che permetta di godere prima dei requisiti tradizionali già accantonati presso il proprio fondo. In questo panorama, l'Ape privato registra anche una propria variante, aziendale, più economica delle misure già messe in campo dalla riforma Fornero del 2012, che consentirà alle imprese di partecipare all'anticipo pensionistico riducendo il peso del piano di ammortamento fino a neutralizzarlo, in accordo con il lavoratore. Per potere prendere il via in termini effettivi, le tre misure necessitano di due decreti del presidente del Consiglio dei ministri e di un accordo quadro dedicato agli aspetti finanziari e assicurativi.


PENSIONI, Ape, stangata sulla pensione: "Si perdono almeno 150 euro"


Pensioni con taglio minimo di 150 euro al mese per chi richiede di uscire dal lavoro anticipatamente (APE), mentre la quota massima dipende dal tempo mancante alla maturazione della pensione. Secondo quanto rivela Public Policy, il governo starebbe lavorando alla bozza del decreto ministeriale sull'anticipo pensionistico e punterebbe ad avviare la misura contenuta nell'ultima legge di Bilancio per il primo di maggio. "Può accedervi chi ha compiuto 63 anni e matura i requisiti alla pensione di vecchiaia entro 3 anni e 7 mesi dalla data di richiesta di Ape", si legge nel testo che, pur non essendo ancora definitivo, fissa un importo minimo della quota di Ape a 150 euro al mese. Quota minima fissa, quota massima varia. Stando a Public Policy, potrebbe dipendere dal tempo mancante alla maturazione della pensione. Il calcolo, alla data di presentazione della domanda di certificazione del diritto all'Ape (anticipo pensionistico), sarà sulla base dei coefficienti di trasformazione vigenti alla data stessa, relativi all'età posseduta alla stessa data per i soggetti con anzianità contributiva dal primo gennaio 1996 e relativi all'età di pensionamento di vecchiaia per i soggetti con anzianità contributiva al 31 dicembre 1995.  Nella bozza del decreto ministeriale si apprende che "il 75% se intercorrono non meno di 36 mesi tra la data di presentazione della richiesta di certificazione di Ape e l'età di pensionamento di vecchiaia"; "l'80% se intercorrono da 24 a meno di 36 mesi"; "l'85% dell importo se intercorrono da 12 a meno di 24 mesi" e "il 90% dell importo se intercorrono meno di 12 mesi". In aggiunta al vincolo della quota massima, al momento della domanda di Ape, l'ammontare massimo della quota mensile di anticipo ottenibile deve essere tale da determinare una rata di ammortamento mensile che, sommata ad eventuali rate per finanziamenti bancari con periodo di ammortamento residuo superiore alla durata dell Ape in fase di erogazione, non risulti superiore al 30% dell importo della pensione di vecchiaia. "Quest ultimo importo - conclude la bozza - è determinato al netto di eventuali rate per debiti erariali e di eventuali assegni divorzili e di mantenimento dei figli".

 

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