Economia
Lo Stato fa il pieno grazie a Poste Italiane: la partecipazione frutta un cedolino d'oro di 331 milioni
Grazie alla sua partecipazione del 64% in Poste Italiane, lo Stato incassa 331 milioni dalla cedola di 0,40 € per azione

Affari d'oro per lo Stato: bottino di 331 milioni grazie a Poste Italiane, che vola in Borsa con ricavi del +4,5%
Il miglior risultato nei 9 mesi dal collocamento in Borsa. Questi i numeri di Poste Italiane nei nove mesi, 9,5 miliardi di ricavi +4,5%, rifiorita sull’onda dei servizi finanziari e nei servizi di consegna pacchi. Il risultato sta anche nella cedola che sarà distribuita in acconto il 26 novembre andando ad ingrossare il tesoretto dei dividendi che le azioni a Piazza Affari distribuiranno proprio a fine mese. Ebbene l’acconto sarà di 0,40 euro per azione il più alto di sempre in crescita del 21% rispetto all’anno precedente. In tutto saranno distribuiti ai detentori delle azioni 518 milioni di euro.
Una buona notizia anche per il Mef , ossia il ministero del Tesoro che detiene una quota di Poste pari al 29,26% mentre Cdp, ossia Cassa Depositi e Prestiti ne possiede un altro 35%. Lo Stato detiene il 64% di Poste Italiane e quindi incasserà oltre la metà dei 518 milioni distribuiti, pari a 331 milioni di euro. Da considerare che un altro 26% di tasse verrà prelevato su tutte le cedole pagate. Insomma un buon bottino per il governo considerando anche la crescita del valore della società, che oggi capitalizza in Borsa circa 28 miliardi di euro. In un anno le azioni sono cresciute di oltre il 60% e il suo dividend yiel, ossia il rendimento, è tra i più alti: oltre il 10%.
La sfida ora è la creazione di sinergie con Tim, di cui detiene il 24,81%. Il primo servizio è quello già nei negozi dell’ex-monopolista delle tlc della vendita di energia elettrica con l'offerta “Tim Energia powered by Poste Italiane”. Ma il banco di prova sarà l’affermazione sul mercato della joint venture costituita dalle due società per offrire servizi IT basati su cloud.
