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Economia
Psa, l'ombra dello Stato francese. I board di Exor-Fca sulle nozze

L'annuncio potrebbe arrivare già giovedì e in Borsa gli investitori corrono a fare incetta di titoli dei gruppi coinvolti nelle nuove nozze italo-francesi dell'automotive ovvero Fca (che ha superato anche i 10 punti percentuali di rialzo), Psa (+6,7% sul Cac di Parigi) ed Exor (+5,24%), la holding della famiglia Agnelli che controlla il gruppo italo-americano presieduto da John Elkann.

Però, visto che il nuovo gruppo delle quattroruote che varrebbe circa 50 miliardi di dollari sarebbe focalizzato soprattutto sull'Europa creando delle sovrapposizioni che potrebbero avere delle conseguenze negative sul fronte del lavoro, la posizione del Ministero dell'Economia transalpino hanno fatto tornare in mente i fantasmi del naufragio dell'operazione Fca-Renault di quattro mesi fa. 

Manley elkann ape

 

La Francia "segue con attenzione e apertura le discussioni tra Psa e Fca", hanno indicato  fonti del Ministero parigino che aggiungono come "lo Stato sarà particolarmente vigile" sull'occupazione, sulla preservazione dell'impronta industriale, sulla governance della nuova entità, sulla preservazione degli interessi patrimoniali della Banque publique d'investissement (subentrata alla proprietà diretta dello Stato, con il 12,5%, a fianco alla famiglia Peugeot e ai cinesi di Dongfeng, tutti con un 12,5% a testa ma con maggiori diritti di voto) e sulla conferma dell'impegno del nuovo gruppo nella creazione di una filiera industriale europea delle batterie. Presa di posizione a cui è seguita immediatamente la preoccupazione dei sindacati transalpini, in particolare della Cgt

Se Force Ouvriere, prima sigla tra i lavoratori di Psa, vede una "dinamica industriale positiva" nel progetto di fusione, più cauta la posizione del sindacato Cfe-Cgc che comunque "ritiene come non siano previste chiusure di impianti in Francia", mentre la Cgt, terzo sindacato del gruppo auto, ammonisce che "i lavoratori ne pagheranno il prezzo", ricordando il caso dei "lavoratori tedeschi e inglesi" sull'operazione Opel-Vauxhall. 

manley fca
 

A giugno era stata proprio la politica, francese e nipponica, a far saltare il matrimonio fra Fca e Renault-Nissan. Dopo che il gruppo giapponese era uscito allo scoperto, intimando ai suoi due rappresentanti nel Cda di Renault di ritirare l’appoggio alla proposta di fusione, erano nate le perplessità del rappresentante dello Stato francese, per il quale era imperativo salvaguardare l’alleanza con Tokyo. "Condizioni politiche" che avevano spinto Elkann a ritirare la proposta di fusione.

Intanto, Oltralpe è in corso il consiglio di amministrazione di Psa sull'operazione, riunione al termine del quale sarà convocato, una volta che si saprà l'esito del board transalpino, quello di Fca (da cui è arrivata la conferma  "delle discussioni in corso") e quello di Exor.

PEUGEOT10
 

Un'eventuale fusione tra Fca e Psa farebbe nascere uno dei primi gruppi automobilistici al mondo con una forte concentrazione in Europa (per quanto riguarda u mercati di riferimento, quello del gruppo Psa è naturalmente la Francia e quello di Fca è l'Italia). Secondo i dati Acea, il gruppo francese Psa nei primi 9 mesi 2019 ha venduto in Europa 1.929.412 unità, una cifra stabile rispetto allo stesso periodo del 2018, con una quota di mercato nel Vecchio Continente del 16,4%.

Nel dettaglio, il marchio Peugeot ha una quota del 6,2%, Opel/Vauxhall del 5,7%, mentre Citroen del 4,2%. Per quanto riguarda il gruppo Fca, nei primi 9 mesi del 2019 le sue vendite in Europa sono state pari a 727.700 unita' (-10,2% sul 2018), con una quota di mercato del 6,2%. Il brand Fiat, invece, ha una quota in Europa del 4,3%, Jeep dell'1,1%, Lancia/Chrysler dello 0,4% e Alfa Romeo dello 0,3%. Per quanto riguarda i dati del mese di settembre 2019, in Europa Psa ha registrato vendite per 205.742 unità (+3,9%), con una quota di mercato del 16,5%, con il marchio Peugeot al 5,8%, Opel/Vauxhall al 6,4%, Citroen al 3,9% e Ds allo 0,3%. Il gruppo Fca nello stesso mese ha immatricolato 68.264 unita' (+13,6%), con una quota di mercato del 5,5%, registrando il 3,9% per il marchio Fiat, lo 0,9% per Jeep e lo 0,3% rispettivamente per Lancia/Chrysler e per Alfa Romeo. 

 

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