Economia
Rdc, soluzione alla povertà o incentivo al lavoro nero? Il dilemma italiano

In Italia cominciamo ad avere dei dati impressionanti in merito alla povertà delle famiglie circa 2 milioni, pari a 5,6 milioni di persone
Il reddito di cittadinanza è uno strumento che potrebbe essere efficace, solo ben “governato”. La proposta
Chi non è mai stato povero non può sapere come si fa a sopravvivere, magari con una famiglia a carico. Un po’ di cultura: legge 3 giugno 1937, n° 847, le preesistenti Congregazioni di carità, vennero sostituite dall’E.C.A. (Ente Comunale Assistemza); ogni comune aveva del personale dedicato all’E.C.A.; la disciplina relativa alle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza è stata abrogata dall'art. 30 della legge 8 novembre 2000 e dall'art. 21 d.lgs. 4 maggio 201, n. 207.
Detto ciò dove voglio andare a parare? In Italia cominciamo ad avere dei dati impressionanti in merito alla povertà delle famiglie circa 2 milioni, pari a 5,6 milioni di persone, e soprattutto 1,1 milioni di bambini e adolescenti che trovandosi in questo stato non studiano e non producono niente. Ma veniamo al tema, con una premessa: il RDC è uno strumento che potrebbe essere efficace se ben “governato”.
Che cos'è il reddito di cittadinanza
Se sei momentaneamente in difficoltà, il reddito di cittadinanza ti aiuta a formarti e a trovare lavoro permettendoti così di integrare il reddito della tua famiglia. Il reddito di cittadinanza ha inoltre l'obiettivo di migliorare l'incontro tra domanda e offerta di lavoro, aumentare l'occupazione e contrastare la povertà e le disuguaglianze. Fonte Reddito di cittadinanza 2019 – Requisiti, ISEE e modulo di domanda
Con questo non mi pare che debbano tutti diventare manager. Comunque se lo Stato mi dice quanto sopra, tecnicamente non ho modo di dubitarne; allora perché tante polemiche? Forse perché non è gestito nel migliore dei modi? Forse perché nelle maglie si intrufolano persone che non ne hanno alcun diritto creando un danno non solo economico, ma anche di immagine? Domanda, rivolta a me stesso: tu che scrivi (parli) tanto trova una soluzione! Ebbene, a mio avviso l’ho trovata.
Reddito di cittadinanza, come risolvere il problema dei "furbetti"
Iscriviamo, d’ufficio, tutti i possessori del reddito di cittadinanza al Centro per l’Impiego; nel momento in cui vi è la richiesta di un posto di lavoro, da parte di terzi, viene valutato il profilo e le attinenze lavorative dei percettori (ci si può anche adattare); i lavori che sono richiesti anche di una semplice pennellata di bianco per rinfrescare la casa (pagata dal vicino di casa) è accreditato direttamente sulla carta, ed essendo una prepagata, quietanzerà l’importo pattuito per la prestazione; le prestazioni dovranno avere un raggio limitato e asserviti dai mezzi pubblici; anche i comuni e gli enti pubblici potranno avvalersi delle prestazioni del percettore del RDC, pensate al solo decoro del paese; quanto percepito avrà una parte in assicurazione ed una parte in contributi per la pensione, un po’ com’era il voucher (così è tutto tracciabile); nessuna tassazione sul reddito percepito (come il compenso degli Scrutatori e dei Presidenti di seggio).
Il dilemma del controllo attraverso i centri per l'impiego, Inps e Inail
In questo modo abbiamo il controllo, attraverso I CENTRI per l’IMPIEGO, l’INPS, l’INAIL, con il contributo dei SINDACATI, che conoscono approfonditamente il territorio e che dovrebbero ergersi a guardiani per tutelare il “LAVORO” ed ostacolare quello “nero”, oltre alla Guardia di Finanza che potrà incrociare i dati come il possesso di appartamenti, case, terreni, auto, c/c ecc. e se poi non vogliamo farci mancare niente si potrebbe dare i dossier dei percettori del RDC ai così detti Navigator (se non vogliamo sia un fallimento totale) che potrebbero non solo veicolare verso il lavoro, ma anche fare un “controllo” sulle richieste presentate e da presentare, prestando aiuto.
Se dopo tre volte la richiesta da parte del CENTRO per l’IMPIEGO non verrà soddisfatta, il percettore del reddito sarà automaticamente privato dell’accesso alla carta. Ci deve essere sempre un do ut des (do affinché tu dia) altrimenti si hanno solo diritti e niente doveri e questo non sta in piedi.
Si può pensare anche di cancellarlo (per il momento non l’ho preso in considerazione, visto il momento che stiamo vivendo), quindi la proposta può piacere o non piacere, ma qualcun altro ha un’idea migliore?