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Economia
Recovery plan: Gualtieri, non tanti micro-progetti ma pochi e grandi

"Non faremo centinaia di micro-progetti ma pochi e grandi progetti, a loro volta questi saranno anche collegati da una logica a missione, quello che conta non è la logica burocratica del singolo progetto ma l'obiettvo complessivo che si vuole ragiungere che richiede poi un intreccio di investimenti, riforme, policy". Rispondendo alle domande dei deputati delle commissioni Bilancio e Finanze della Camera in audizione alla Camera sul Recovery Fund, il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri chiarisce le indiscrezioni riguardo centinaia di proposte avanzate dai ministeri. "Sono uscite - ha precisato - parti di documentazione molto datata totalmente preliminare, che appartiene a una fase totalmente superata che hanno interesse relativo". 

"E' cruciale" la scelta dei progetti, che sia "basata sul merito e sull'efficacia, lo dobbiamo al futuro di questo Paese e alle giovani generazioni. Dobbiamo avere come unico criterio nella selezione dei progetti la loro capacita' di rilanciare in modo strutturale la crescita, l'occupazione, di ricucire le fratture territoriali e sociali e di rendere l'Italia piu' equa e giusta", ha aggiunto il titolare del Tesoro illustrando le linee guida del Recovery plan, annunciando che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte "invierà oggi le linee guida" del Recovery plan italiano "al Parlamento" ed entro il 15 ottobre alla Commissione europea.

"Gli indicatori che saranno usati in primis - ha aggiunto - saranno quelli istituzionalmente definiti, per esempio il Bes, ma anche indicatori specifici sull'impatto ambientale per esempio, non sara' una valutazione esclusivamente quantitativa relativa ai progetti, gli indicatori non saranno solo legati al Pil e al tempo stesso consideriamo le riforme che rafforzino l'equita' e necessarie dal punto di vista economico, perche' un paese piu' equo e' anche un paese che cresce di più", ha spiegato. 

L'utilizzo delle risorse "si intreccerà con la Legge di bilancio, ci sara' un'interrelazione", ha aggiunto ancora Gualtieri, spiegando che "i grants tecnicamente molto probabilmente non andranno strettamente in bilancio ma in tesoreria, un po' come i fondi europei, ma nella programmazione non potranno non esserci, anche nella Nadef, ne teniamo conto nelle previsioni macro-economiche, faremo stime che terranno conto di queste risorse, sul Pil per esempio, potremmo valutare se c'e' un programmatico A e un programmatico B, a seconda dell'utilizzo delle risorse, che saranno intrecciate con le scelte di bilancio", ha detto.

"Premesso che c'e' differenza tra grants e loans - ha continuato - un conto e' che i loans sostituscano cose gia' nel tendenziale e quindi c'e' riduzione del costo di finanziamento, cioe' degli interessi, un altro e' che i loans si usino in modo piu' ampio, per esempio finanziando investimenti, che possono avere temporaneamente impatto sul deficit ma poi ridurlo, per esempio rafforzare la digitalizzazione della Pa porta piu' efficienza, e' un investimento che nel medio periodo si compensa; piu' forte e' il nesso con la riforma fiscale; il finanziamento dell'housing sociale puo' avere un rientro a tasso molto basso; la Tav. Una parte puo' andare a sostegno di investimenti e una parte si puo' modulare per l'impatto sulla crescita ma evitando un peso eccessivo su deficit e debito. Il tema della sostenibilita' del debito e' cruciale e il piano e' fondamentale per indirizzare verso la discesa del debito", ha concluso. 

"E' ragionevole ritenere che le sovvenzioni non contribuiranno all'indebitamento netto della Pa, questo verra' chiarito da Eurostat ma e' ragionevole ritenere che i grants non faranno deficit aggiuntivo, il Governo intende utilizzare i grants per conseguire un incremento di investimenti nel periodo 2021-2026", ha spiegato ancora Gualtieri, ribadendo invece che "per i prestiti va considerato che, se non compensati da altre entrate o riduzioni di spesa, contribuiranno ad aumentare deficit e debito", ha chiarito, segnalando che a livello europeo "l'orientamento e' mantenere un profilo espansivo anche per il 2021". 

 "La Nadef, di prossima approvazione, dettagliera' lo scenario programmatico con una previsione di utilizzo di una quota di prestiti e l'impatto dei grants sul Pil, sarebbe oggi prematuro anticipare i contenuti, ma intendimento conseguire una significativa discesa del debito non solo nel 2021, anche grazie a una riduzione ovvia del deficit e quindi del debito legata a interventi one off avuti nel 2020, ma vogliamo far in modo che la discesa continui negli anni successivi, onde rientrare gradualmente sui livelli pre-pandemici", ha assicurato il ministro dell'Economia. "Il sentiero del Pil e anche dell'occupazione si innalzera' di svariati punti percentuali e qualora si rendesse necessario affiancare misure di riduzione del defifcit, sara' di grande importanza selezionare interventi tali da non inficiare l'effetto di queste risorse" sul Pil, ha concluso. 

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