"Se serve nuovo incontro con Vivendi". Giorgetti apre su Tim. E il titolo vola - Affaritaliani.it

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"Se serve nuovo incontro con Vivendi". Giorgetti apre su Tim. E il titolo vola

di Redazione Economia

Sempre meno chiara la strategia dei francesi ma il tempo stringe e bisogna decidere cosa fare con il fondo americano

Giorgetti, Tim? "Se necessario nuovo incontro con Vivendi"

Su Tim non è escluso un nuovo incontro tra il Mef e Vivendi. "Se sarà necessario sì, noi intanto continuiamo a lavorare sul dossier su cui abbiamo avuto il via libera da parte del governo". Lo ha detto il ministro dell'economia Giancarlo Giorgetti rispondendo a chi gli chiedeva se fosse possibile un nuovo incontro entro fine mese. "Noi incontriamo tutti coloro, compatibilmente con i tempi, soprattutto interlocutori così importanti che ci chiedono di incontrarci. Abbiamo fatto uno scambio di vedute sul settore e sulla società", ha detto Giorgetti.

"E' un asset importante per il paese, noi siamo in modo indiretto azionisti, anche loro sono azionisti. Dobbiamo trovare la soluzione nell'interesse dell'infrastruttura fondamentale e che non danneggi tutti gli azionisti, Vivendi ma anche i piccoli". 

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Rete Tim, Vivendi e le continue giravolte. I francesi ora sono al bivio

Prosegue la lunga trattativa per la cessione della rete Tim. L'offerta vincolante del fondo americano Kkr sta per essere formulata e gli advisor sono pronti a valutarla. Ma Vivendi continua a fare muro, neanche il faccia a faccia con il Tesoro ha portato ad un via libera definitivo. I francesi continuano ad essere dubbiosi sull'affare. Su una cosa - si legge su Il Giornale - Vivendi ha probabilmente ragione: l'offerta di 21 miliardi (23 in caso di fusione con Open Fiber) in arrivo dal fondo Kkr, non è adeguata al reale valore della rete di Tim. Per almeno una ragione: al di là delle valutazioni sul debito di una società, sul carico di oneri finanziari e sulle effettive potenzialità, non si è mai visto un fondo che in prima battuta offre il giusto prezzo nella proposta d’acquisto. Che poi la rete valga davvero 31 miliardi come sostiene Vivendi, è tutt'altra faccenda, non fosse che per il fatto che c’è più di un metodo per stimare un cespite industriale, e a volte le differenze sono ampie.

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Inoltre, - prosegue Il Giornale - suona velleitaria la richiesta, se davvero è stata fatta, di cambiare il capo azienda in un momento tanto delicato per il gruppo di tlc. Anche perché fu proprio l’azionista francese, un paio d’anni fa, a volere fortemente Pietro Labriola nel ruolo di ad delegato in sostituzione di Luigi Gubitosi. Con un preciso mandato: bloccare l’Opa totalitaria su Tim che Kkr era pronta a lanciare a 50 cent per azione e avviare subito lo scorporo della rete. Sarà anche vero che per Vincent Bollorè e la sua Vivendi la campagna d’Italia si è rivelata una Caporetto miliardaria come poche volte si è visto, ma certamente il grande finanziere transalpino ci ha messo del suo: non si contano le giravolte di cui si è reso protagonista nell’intento di costruire un gruppo di valenza europea che riunisse la rete di Tim e la potenza di Mediaset integrato nei suoi media.