Ryanair/ Anche i profitti diventano low-cost. E la compagnia corre ai ripari
La forte concorrenza in Europa fra le compagnie aeree fa vittime illustri. Dopo il primo profit warning della storia del vettore irlandese, annunciato al mercato soltanto due mesi fa, anche la fortissima Ryanair ha dovuto tagliare, per la prima volta in cinque anni, le sue stime sugli utili di fine anno. Una sforbiciata da 570 a 510 milioni di euro a causa della guerra dei prezzi fra i gruppi aerei del Vecchio Continente che quest'inverno spingerà giù del 10% il costo dei biglietti. Nei primi sei mesi dell'anno la compagnia ha riportato un utile di 602 milioni di euro, con una discesa del 2% dei prezzi medi biglietti e un rialzo del 22% delle voci straordinarie, 49 milioni di passeggeri e ricavi in crescita del 5% a 3,26 miliardi di euro.
Così, per fronteggiare il contesto fortemente competitivo di quest'inverno, contesto che potrebbe essere ulteriormente complicato da un aumento del costo del petrolio, Ryanair è corsa ai ripari rivedendo le sue regole in volo, rendendole meno rigide soprattutto per quanto riguarda gli oggetti e le borse che possono essere portate sui velivoli dai passeggeri. Una "revisione" del suo regolamento che è appena partita dal primo novembre. Si comincia con Ceo Michael O'Leary che notoriamente ammetteva soltanto un unico bagaglio a mano.
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