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Economia
Safilo paga l’addio di Lvmh: 700 esuberi e chiusura dell'impianto in Friuli
Foto dal sito Jimmy Choo


 

Dopo aver guadagnato il 16% nelle scorse sedute grazie a notizie positive in arrivo dagli States, come l’acquisizione della californiana Blenders Eyewear, creato nel 2012 dal surfista Chase Fischer (che a Equita Sim appare “un’iniziativa di crescita interessante” anche se “il multiplo pagato è elevato”, dato che sconta “i tassi di crescita e le competenze digitali” del brand acquisito), e il rinnovo anticipato della licenza con lo stilista Marc Jacobs, per Safilo Group scatta il semaforo rosso a Piazza Affari, dove il titolo ha subito un fortissimo calo del 25,5% a 1,19 euro al termine delle contrattazioni.

A causare un simile terremoto è la presentazione del nuovo piano industriale al 2024 della società di occhialeria un tempo della famiglia Tabacchi ma dal 2009 controllata dalla società d’investimento Hal Holding e soprattutto il taglio delle stime per l’anno venturo, oltre all’annuncio dato dal Cfo del gruppo, Gerd Graehsler, che per i prossimi cinque anni non saranno distribuiti dividendi agli azionisti grandi e piccoli. Tra i soci principali oltre ad Hal, al 50,479%, sono presenti il fondo francese Bdl Capital Management col 15,%, Brandes Investment Partners col 2,78% e Vittorio Tabacchi, secondogenito del fondatore Guglielmo Tabacchi, con un residuo 1,77%.

Come gli analisti già si attendevano, il nuovo piano affronta il venir meno delle licenze Lvmh (Dior, Fendi e Givenchy), che si prevede abbia un impatto negativo di 200 milioni di euro sulle vendite, attraverso una decisa ristrutturazione. L’anno venturo chiuderà l’impianto di Martignacco (Udine), con la conseguente perdita di 250 posti di lavoro, ma in totale gli esuberi attesi l’anno venturo in Italia sono 700 unità e comporteranno 45 milioni di oneri straordinari. Non solo: il gruppo guidato dall’amministratore delegato Angelo Trocchia ha tagliato le stime e ora si attende che l’anno venturo i ricavi risultino tra 960 milioni e un miliardo (contro precedenti stime di 1-1,02 miliardi) e l’Ebitda margin adjusted sia pari a circa il 6% (dall’8%-10% precedente).

Nel 2024 le vendite nette dovrebbero essere risalite ad un miliardo di euro, con una crescita media annua nei cinque anni tra l’1 e il 2%, mentre l’Ebitda margin adjusted è atteso tra il 9% e l’11%. Entro tale data Safilo Group prevede anche che la posizione finanziaria netta torni positiva. Questo sempre che l’esecuzione del piano, che a Mediobanca Securities pare interamente focalizzato “a recuperare in quattro anni il business che perderà con Lvmh”, centri tutti gli obiettivi sia in termini di spese per investimenti, sia di ricavi. Un punto che lascia per ora scettici gli analisti di Equita Sim e rende prudenti i colleghi di Fidentiis, secondo cui  i target del piano appaiono “realistici” ma richiederanno un forte impegno del management in termini di esecuzione.

Decisamente scettica anche Kepler Cheuvreux, che ha tagliato il proprio giudizio da “buy” (l’ultimo rimasto sul titolo) a “hold”, mentre secondo Banca Akros anche se “il piano industriale appare ragionevole sia in termini di ricavi sia per quanto concerne la redditività” a fine periodo, dopo il rally del titolo (+97% negli ultimi 12 mesi alla chiusura di ieri sera), si fa fatica “a vedere potenziale di margine di rialzo significativo”. Per gli uomini di Banca Akros, “la ristrutturazione della struttura produttiva e il relativo ridimensionamento erano inevitabili”, anche se la società ha sottolineato nel corso della presentazione che cercherà di sostenere la crescita anche tramite ulteriori fusioni e acquisizioni e cercando di trovare nuove licenze, purché rispondano a determinati criteri.

Per ora l’annuncio suona come una buona intenzione, di cui come noto sono lastricate le strade dell’inferno, almeno quello borsistico nel caso di un titolo che ha già visto raddoppiare la sua capitalizzazione in borsa (ieri sera si erano superati i 441 milioni di euro, attualmente si è virtualmente calati sotto i 360 milioni) proprio sulle attese di un turnaround che oggi mostra l’altro lato della medaglia, quello degli oneri ad esso associati per azionisti e dipendenti. Solo quando la polvere si sarà posata e il prezzo stabilizzato si potrà capire quanto il mercato creda realmente nel nuovo percorso tracciato dal management di Safilo Group.

 

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