Tasse, Sileoni (Fabi): "Pochi gli 8 miliardi. Più soldi ai pensionati"
Secondo il segretario del sindacato dei bancari "è indispensabile tutelare ora i redditi più bassi, i pensionati su tutti, perchè l'85% ha assegni bassissimi"
Il segretario generale della Fabi: il governo ha mediato tra imprese e lavoratori, scontentando tutti
"Quegli 8 miliardi di euro stanziati dal governo nell'ambito della riforma fiscale, per ridurre le tasse, sono pochi". E' quanto sostiene il segretario generale della Fabi, il principale sindacato dei bancari, Lando Maria Sileoni, intervistato durante la trasmissione Mattino Cinque su Canale 5. "Il governo ha mediato tra imprese, ipotizzando meno Irap, e lavoratori, con una riduzione lineare dell'Irpef. Ma il risultato è che tutti si lamentano. E' invece indispensabile tutelare, soprattutto in questo momento, i redditi più bassi, i pensionati su tutti perchè l'85% di questi percepisce assegni bassissimi. Queste persone vanno tutelate, perchè se uno Stato è uno Stato moderno e civile non può considerare aumenti accettabili, per poter sopravvivere, 5 o 10 euro al mese, quelli arrivati recentemente con la recente rivalutazione degli assegni".
"Il governo deve impegnare maggiori risorse verso i pensionati. Il problema è come cambiare le regole e mettere in discussione gli errori del passato. Pensioni troppo basse sono inaccettabili, soprattutto se si pensa al potere d'acquisto e al costo della vita. Occorre rivedere le regole per salvaguardare le fasce più deboli e tutelare i giovani", ha aggiunto Sileoni.
Fabi: conclusa in Intesa-Sanpaolo l'armonizzazione dell'integrativo dopo la fusione con Ubi
Intanto, si è concluso stanotte, dopo circa un anno, il percorso di armonizzazione e contrattazione del contratto integrativo di Intesa Sanpaolo. Si tratta - ha sottolineato una nota della Fabi - degli accordi, sottoscritti dalla Fabi e dalle altre organizzazioni sindacali con l'azienda, conseguenti alla fusione del gruppo Ubi in Intesa Sanpaolo. Complessivamente, gli accordi, considerando i circa 15.000 lavoratori ex Ubi, interessano oltre 80.000 dipendenti e le loro famiglie.
"Tra i principali risultati raggiunti in tema di previdenza, il contributo aziendale del 4% e la possibilità, per i circa 60.000 figli dei dipendenti di aprire una posizione previdenziale con un contributo annuo, di 120 euro", si aggiunge.
"Il percorso di armonizzazione del contratto integrativo si è concluso con soddisfazione. Rimane il nodo del contrasto alle pressioni commerciali indebite. Ora dal punto di vista dei trattamenti economici e normativi i lavoratori sono uniti. Potremo quindi dedicarci ad affrontare le nuove sfide del prossimo piano industriale con determinazione, con l'obiettivo di assicurare l'occupazione e migliorare i trattamenti economici e professionali adeguati al primo gruppo bancario italiano", ha commentato il segretario nazionale della Fabi, Giuseppe Milazzo.
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