Economia
Unicredit, Cda domenica 11: che cosa succede su BancoBpm, Generali, Commerzbank e non solo
Urge muoversi prima che il calo dei tassi eroda troppo i margini

Unicredit, Cda domenica 11
La data era già nota da tempo: l'11 maggio, domenica, è convocato un cda di Unicredit per parlare dei conti del primo trimestre che verranno poi presentati alla comunità finanziaria il giorno dopo. Ma a tenere banco rimane sempre Con la conferma, da parte del governo, della scelta di usare il golden power nell'operazione, Andrea Orcel ha tirato i remi in barca in attesa di capire che cosa succederà.
La situazione è intricata: da una parte, la conferma da parte dell'Eba che l'operazione di acquisizione di Anima non ricade sotto il Danish Compromise con conseguente erosione del capitale giustifica un'offerta al ribasso presentata a novembre da Unicredit stessa per acquistare l'istituto di credito guidato da Giuseppe Castagna. Dall'altra c'è la consapevolezza che deve rialzare quanto fin qui messo sul tavolo.
Per questo, il cda di domenica si concentrerà sui conti. Ovvio che, prima o poi, si dovrà trovare un punto fermo sulla vicenda BancoBpm. Un'operazione che, se andasse in porto, lancerebbe Unicredit al primo posto per capitalizzazione in Italia e a ridosso dei più grandi player europei.
Ma non c'è solo BancoBpm nel menù, invero assai ricco, che ha apparecchiato Orcel per il suo secondo triennio in Piazza Gae Aulenti. C'è, infatti, anche l'operazione di acquisizione di Commerzbank, la banca tedesca di cui Unicredit detiene poco meno del 30%.
Ebbene: non è un mistero che il nuovo cancelliere Friedrich Merz non veda di buon occhio - per usare un eufemismo - il tentativo di scalata portata avanti da Orcel. Per questo, qualcuno immagina uno scenario un po' diverso da quelli preventivati: Commerzbank viene fusa con Deutsche Bank per creare un campione tedesco del mondo creditizio. E Unicredit viene risarcita in due modi: o con una golosa plusvalenza, o con il gioiellino polacco mBank, che permetterebbe a Piazza Gae Aulenti di aumentare la sua dimensione europea.
Infine, sullo sfondo rimane sempre la partita Generali. Che cosa vorrà fare Orcel con la quota del Leone? Qualcuno sostiene che possa decidere di "bruciare" Mps e procedere all'acquisizione di Mediobanca. Possibile un'opa su Generali? Anche questa appare complicatissima, sarebbe un'ulteriore giravolta. Ma anche questo pacchetto azionario, che vale all'incirca 4 miliardi, rappresenta una pietra intorno a cui Orcel può costruire la sua strategia. Anche perché è inutile girarci attorno: dopo un triennio trionfale dal punto di vista dei dividendi, ora tutti si aspettano dal banchiere romano che ampli i confini di Unicredit.
C'è un dettaglio, oltretutto, che lo costringe a correre: il calo dei tassi, che probabilmente verrà ulteriormente portato avanti dalla Bce nelle prossime settimane, ridurrà di molto i margini delle banche. Che hanno portato risultati record proprio perché remuneravano poco o niente i conti e avevano tassi elevati da prestiti e mutui.
Se ora dovesse calare questo asset, non ci sarebbe possibilità di recuperare attraverso un minore tasso d'interesse dei conti correnti, perché il dato è ormai pari a zero già oggi. Dunque qualcuno inizia a temere un terzo trimestre del 2025 piuttosto complesso per le banche, dopo anni di vacche più che grasse. Da qui, la fretta di chiudere operazioni.