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Economia
Virgin, Branson sonda 100 investitori. E Bnp molla Air France e Macron

Frontiere chiuse, aerei a terra, costi operativi che continuano a marciare e fatture comunque da onorare. Un quadro da circa un milione all’ora di perdita, secondo quanto hanno fatto sapere i due colossi europei dei cieli, Lufthansa e Air France-Klm. La britannica Virgin sceglie la strada dell’investitore privato per iniettare preziosa liquidità in grado di salvarla dalla crisi senza precedenti del settore aereo post-Covid.

Mentre Air France-Klm, con il colosso francese Bnp-Paribas che non sale a bordo del prestito sindacato, si affida a un aiuto da 7 miliardi (4 di finanziamenti bancari garantiti dallo Stato al 90% e 3 di prestiti diretti da Bercy, socio al 14,3%) più altri 2-4 da parte dello Stato olandese (presente nel capitale con il 14%), senza precludersi in una seconda fase la strada dell'aumento del peso pubblico nell'azionariato, visto che come fatto sapere dai vertici ci vorranno circa 24 mesi prima di tornare alla normalità (per l'estate è prevista una ripresa del traffico di appena il 30% e per arrivare al 60% e oltre ci vorrà un anno di tempo). Lufthansa invece valuta subito l’ingresso nel capitale del governo federale, in alternativa a un mega-finanziamento da 10 miliardi. Soluzioni che comunque per il momento hanno messo le ali ai titoli delle aviolinee in borsa. 

virgin galactic (7)
 

La livella dell’epidemia del Coronavirus che per la Iata, l’associazione mondiale che rappresenta il settore aereo, comporterà un calo complessivo dei ricavi pari a 300 miliardi di dollari, continua a mietere vittime e a costringere i principali big player del comparto europeo a soluzioni straordinarie per fronteggiare il bisogno urgente di liquidità.

Dopo essersi visto chiudere la porta in faccia dal governo britannico a una richiesta di aiuto pubblico da 500 milioni di sterline e dirsi “no, grazie” dall’americana Delta, il patron di Virgin Atlantic (con il 51% del capitale) Sir Richard Branson si è affidato, secondo quanto rivelato dal Financial Times, alla preziosa rete di contatti della banca di investimento Houlihan Lokey per sondare il mercato alla ricerca di un grosso investitore privato, fra fondi sovrani, hedge fund e private equity. Ricerca che avrebbe prodotto una lista di 100 potenziali attori interessati al progetto, di cui almeno 50 avrebbero chiesto maggiori informazioni sul futuro piano industriale di Virgin.

Air France & KLM vertical stabilizers
 

Un dossier che potrebbe comportare una forte discesa ("ma non la vendita", ha precisato il gruppo) nel capitale da parte del settimo uomo più ricco del Regno Unito con un patrimonio personale da 4,7 miliardi di sterline e da chiudere nel più breve tempo possibile (i potenziali investitori ora avranno una settimana per concretizzare il loro interesse). In alternativa al quale Branson è detto anche disposto ad ipotecare il suo buen retiro caraibico di 30 ettari di “Necker Island”, isola che potrebbe fruttargli un potenziale prestito iniziale di 230 milioni di sterline da utilizzare nei salvataggi.

Ma sempre secondo quanto rivela il quotidiano finanziario della City, il Paperone britannico, al termine di una settimana drammatica in cui Virgin Australia martedì scorso  scelto di aderire al percorso di “voluntary administration”, starebbe valutando anche altre strade come quella di far cassa con le partecipazioni in Pinterest, Square e Twitter per dirottare i proventi della vendita verso l’impero Virgin.

lufthansa 500
 

A Parigi dopo un weekend di ulteriore braccio di ferro fra lo Stato e le banche transalpine per il mega-prestito sindacato da 4 miliardi di euro (​con scadenza di 12 mesi, con due opzioni consecutive di proroga di un anno esercitabili dall'aviolinea), i due big player nazionali del credito Societè Generale e Bnp si sono divisi.

Secondo quanto riporta infatti il quotidiano economico Le Figaro, SocGen si è unita ieri sera al pool di banche che metteranno i soldi a disposizione del vettore guidato da Benjamin Smith, pool formato dalle francesi Natixis, Crédit Agricole e Crédit Mutuel e dalla britannica Hsbc, dalla spagnola Santander e da Deutsche Bank. Chiamata alle armi in cui gli istituti si accolleranno il 10% del rischio.

LP 10730226
 

A Berlino, invece, dopo che la scorsa settimana Lufthansa (già tagliata la flotta) aveva fatto sapere di “non farcela con le proprie forze” a superare la crisi del settore aereo, probabilmente già oggi, secondo quanto riferisce il quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung, il governo federale discuterà con il gruppo i termini del piano di salvataggio che avrebbe un valore compreso tra i nove e i dieci miliardi di euro. Sostegno da fornire sotto forma di prestito statale, ma che potrebbe anche prendere la strada di una temporanea partecipazione pubblica nel capitale. 

L'amministratore delegato della compagnia teutonica, Carsten Spohr ha bussato alla porta anche di Svizzera, Austria e Belgio, Paesi dove operano Swiss, Austrian e Brussels Airlines, compagnie che fanno capo al gruppo tedesco. Ai colloqui sull'intervento federale prenderanno parte la cancelliera Angela Merkel, i ministri delle Finanze Olaf Scholz, dell'Economia e dell'Energia Peter Altmaier e dei Trasporti Andreas Scheuer e Spohr.

@andreadeugeni

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