Esteri
Onu, Netanyahu vola a New York evitando i cieli europei: l'aereo sorvola solo Italia e Grecia
Il presidente israeliano in volo verso New York ha scelto la strada più “sicura”. Il tracciato che lo inchioda

Traiettoria insolita per Netanyahu verso l’Onu: un segnale diretto all’Unione Europea
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha scelto una rotta insolita per volare da Tel Aviv a New York, dove ha tenuto il suo intervento all'Assemblea Generale dell'Onu. L'aereo, secondo quanto rivelato da Cnn, ha sorvolato l'intero Mediterraneo fino a Gibilterra, evitando Francia e Spagna, Paesi membri della Corte penale internazionale (Cpi), che lo scorso novembre ha emesso un mandato d'arresto nei suoi confronti per presunti crimini di guerra e contro l'umanità.
Secondo le rilevazioni di Flightradar24, il volo ha attraversato soltanto brevemente lo spazio aereo di Grecia e Italia (è passato sopra la Calabria, quasi all'altezza dello Stretto), allungando notevolmente il percorso abituale. Parigi aveva in realtà autorizzato il volo, secondo una fonte diplomatica francese, ma "alla fine hanno deciso di prendere un'altra rotta e non conosciamo il motivo".
L'ufficio del primo ministro israeliano non ha spiegato la scelta in via ufficiale, mentre in Israele alcuni media parlano di "ragioni tecniche" legate al maggiore consumo di carburante. Né Israele né Stati Uniti sono membri della Cpi.
Un messaggio simbolico
La scelta di intraprendere una traiettoria alternativa, più che una semplice “decisione tecnica”, costituisce un chiaro segnale politico. Secondo molti osservatori israeliani, si tratta di un messaggio diretto all’Unione Europea, con cui i rapporti risultano spesso difficili sulle tematiche legate a Gaza e ai diritti umani. Evitare volutamente il sorvolo di Paesi storicamente alleati come Italia o Francia mette in evidenza la scelta di Netanyahu di non esporre Israele a ulteriori rischi legali. Al contempo, l’iniziativa rafforza la narrazione interna del premier, che da tempo accusa l’Europa di adottare criteri giudicati “a doppio standard” nei confronti di Israele sullo scenario internazionale.