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Clima, sondaggio: gli americani contro Trump. "Sì all'accordo di Parigi"

Clima, sondaggio: gli americani contro Trump. "Sì all'accordo di Parigi"


A poche ore dall'annuncio del presidente Usa, Donald Trump, sul clima, un sondaggio rivela che la gran parte degli americani vorrebbe che gli Usa rimanessero nell'accordo internazionale firmato a Parigi nel 2015. Secondo un sondaggio condotto dal Yale Program on Climate Communication, 7 americani su 10 vorrebbero rimanere aderenti all'intesa negoziata dall'ex presidente Barack Obama e dalla quale, secondo le anticipazioni della stampa americana, Trump vuole sfilarsi. Tra coloro che sostengono l'accordo contro il surriscaldamento climatico ci sono persone che si identificano in tutti gli schieramenti politici americani: Democratici, Repubblicani e indipendenti; e un' po' meno della meta' si definisce elettore di Trump. Come nasca questo sostegno non e' chiarissimo. Il tema del rimanere o meno all'interno dell'Accordo di Parigi e' stato tra quelli al centro della campagna elettorale del 2016: Hillary Clinton sosteneva l'accordo, mentre Trump aveva promesso di 'cancellarlo'. E' possibile che gli americani sostengano il trattato perche' e' lo 'status quo' e in genere le persone preferiscono rimanere nello 'status quo'.


Trump: oggi alle 21 italiane decisione su accordo clima Parigi


Oggi alle 21 italiane il presidente americano Donald Trump comunichera' al mondo la posizione degli Usa sul clima. "Annuncero' la mia decisione sull'accordo di Parigi giovedi' alle 15 (di Washington). Giardino delle rose della Casa Bianca. Rendiamo l'America di nuovo grande", ha twittato ieri sera il miliardario, mentre sembra profilarsi, secondo molteplici anticipazioni di stampa, l'uscita degli Usa dall'intesa internazionale negoziata dall'ex presidente Barack Obama e firmata nel dicembre del 2015 da 195 Paesi, sotto l'egida dell'Onu. Ma con Trump nulla e' mai detto fino alla fine. L'America, la seconda nazione piu' inquinante del globo dopo la Cina, si era impegnata a ridurre le emissioni del 26%-28% entro il 2025. La scelta appare tra un ritiro formale, che puo' richiedere tre anni e consentire ripensamenti in corsa oppure un'uscita "veloce" dal trattato Onu su cui l'accordo si basa. Il New York Times indica la possibilita' di una terza via ma che porterebbe comunque allo sfilarsi degli Usa, cioe' a dire l'invio dell'accordo di Parigi in Senato per la ratifica che richiederebbe i due terzi dei voti. Si tratta di un traguardo praticamente impossibile, considerando che i repubblicani controllano in Senato 54 seggi su 100.


CLIMA, NEW YORK SI SFILA DA TRUMP: "RISPETTEREMO L'ACCORDO DI PARIGI"


E se il sindaco di New York, Bill De Blasio, ha sfidato il presidente, annunciando che la citta' rispettera' gli impegni sul clima anche se gli Usa si ritireranno, la grande industria a stelle e strisce e' in prevalenza schierata a favore dell'intesa, dalla Exxon Mobil alla Apple. L'amministratore delegato di Tesla, Elon Musk, ha minacciato di uscire dal consiglio degli adviser della Casa Bianca se Trump confermera' la volonta' di venir meno agli impegni. Interpellato in proposito, Sean Spicer, portavoce della Casa Bianca, ha invitato ad aspettare la decisione. La stessa amministrazione appare spaccata. Il capo stratega Steve Bannon e il capo dell'Epa (Environmental Protection Agency), Scott Pruitt, sono contrari all'accordo di Parigi mentre la figlia del presidente Ivanka Trump e il marito Jared Kushner spingono perche' gli Usa non si ritirino, cosi' come il segretario di Stato, Rex Tillerson, ex Ceo della Exxon. Trump, che durante la campagna elettorale aveva definito il riscaldamento globale un concetto inventato dai cinesi per rendere il manifatturiero Usa non competitivo, avrebbe confermato ai leader del G7 l'intenzione di uscirne. Secondo il Financial Times, la leadership nella lotta ai cambiamenti climatici passera' ad Unione europea e Cina che avrebbero deciso di creare un'alleanza 'verde' per accelerare sugli impegni di Parigi anche senza gli Stati Uniti. L'annuncio sulla partnership per guidare la transizione verso un'economia a basse emissioni e' atteso in occasione del vertice Ue-Cina in calendario oggi e domani a Bruxelles.

Trump ha deciso: Stati Uniti fuori dagli accordi Parigi sul clima


Donald TRUMP ha già preso la decisione finale di ritirare gli Stati Uniti dall'accordo di Parigi sul clima. Lo rivela oggi il sito Axios, citando due fonti direttamente informate secondo le quali il presidente sarebbe determinato allo strappo con il resto della comunità internazionale, nonostante le pressioni ricevute in senso opposto dai leader stranieri, e dal Papa, durante il suo recente viaggio in Europa. Secondo il sito di informazione politica, TRUMP starebbe mettendo a punto il modo in cui attuare il ritiro dall'accordo, che è stato firmato da 195 Paesi, con una piccola squadra guidata dal capo dell'agenzia dell'Ambiente, Scott Pruitt. Proprio ieri TRUMP - che nei giorni del G7 ha annunciato per questa settimana la decisione sul clima - ha avuto un incontro con Pruitt, grande nemico dell'accordo da lui definito "un cattivo affare per gli Stati Uniti" figlio di una strategia politica da "America last" e non first, che guida l'agenzia per l'Ambiente americana. Il portavoce della Casa Bianca, Sean Spicer, ha confermato che nell'incontro si è discusso dell'accordo di Parigi, ma ad una domanda diretta, ha risposto di "non sapere" se il presidente avesse già deciso.

 Rimane ancora da stabilire- sempre secondo le rivelazioni di Axios - se gli Stati Uniti di TRUMP avvieranno un pieno, formale ritiro dall'accordo firmato nel dicembre del 2015 da Barack Obama, un processo che avrebbe bisogno di tre anni per essere completato. Oppure se usciranno direttamente dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, cosa che sarebbe più veloce ma molto più estrema. In ogni caso gli Stati Uniti opererebbero uno strappo enorme rispetto al resto della comunità internazionale, considerando che solo due Paesi non sostengono l'accordo, Nicaragua e Siria. Se le rivelazioni verranno confermate, la decisione di TRUMP indicherebbe anche il presidente, di fronte all'assedio che cresce di giorno in giorno intorno alla Casa Bianca per la vicenda del Russiagate, ha deciso di giocare all'attacco, ritornando a dare ascolto ed influenza ai falchi, Steven Bannon in testa, che nei mesi scorsi sembravano aver perso terreno di fronte al 'genero in capo', Jared Kushner, ora nell'occhio del ciclone dell'inchiesta Fbi. Come è noto infatti nella Casa Bianca divisa per la questione del clima, Ivanka guida il fronte di chi invece ritiene molto pericoloso e controproducente uscire dall'accordo di Parigi. E con lei è schierato Rex Tillerson, come si conviene al capo della diplomazia, ed in linea con il suo successore alla guida di Exxon Mobil, Darren Woods, che ha scritto recentemente che rimanere nell'accordo di Parigi sarebbe prudente.

 Anche il capo del consiglio Economico della Casa Bianca, Gary Cohn, uno dei tanti Goldman Sachs dell'amministrazione TRUMP, sostiene la linea di chi pensa che gli Stati Uniti possono rimanere nell'accordo pur abbracciando in patria una politica che di fatto smantella l'agenda ambientalista di Obama. Per concludere la descrizione degli schieramenti, bisogna registrare la lettera firmata da 22 senatori Gop, compreso il leader Mitch McConnell, in cui si chiede al presidente di uscire dall'accordo proprio per evitare che questo possa essere usato per ricorsi legali contro l'abolizione del Clean Power Plan. Questa lettera avrebbe rinforzato TRUMP nella sua decisione che il presidente avrebbe già preso prima di arrivare a Taormina, se - sempre come rivela Axios - già la scorsa settimana confidava ai suoi che era ormai convinto ad uscire dall'accordo.

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