Esteri
Coronavirus. Gli americani sordi agli appelli del Governo

Lo ’stay at home’ difficile da ottenere senza un decreto
E’ incredibile vedere come gli Americani stiano facendo gli stessi errori che abbiamo fatto noi italiani nell’affrontare, all’inizio, l’epidemia da Coronavirus.
In verità si stanno comportando anche peggio.
Gli americani sembrano veramente non prendere troppo sul serio gli appelli quotidiani dell’unità di crisi guidata dal vicepresidente Mike Pence. E men che meno credono al loro Presidente che ha finalmente capito la pericolosità di questo virus e lo considera ’un nemico invisibile e drammaticamente contagioso, una drammatica pandemia'.
Sembrano accettare, con un po’ meno di leggerezza, i consigli pressanti di medici ed esperti guidati da un luminare dell’epidemiologia, lo scienziato Anthony Fauci con radici italiane.
Gli americani sordi agli appelli del Governo
Ma tutto questo non basta. La gente si continua a muovere. In fondo il Governo non ha ancora vietato alla gente di uscire ma lo ha fortemente sconsigliato, soprattutto agli over 60 e a quelli che hanno problemi di salute. Trump per il momento non vuole chiudere tutto il Paese ma, ogni giorno che passa, questa condizione ‘ottimale’ per vincere la battaglia si sta rapidamente avvicinando.
Purtroppo il virus pare ‘annebbi’ pure il cervello e così insieme ai consigli dei medici, dei Governatori degli Stati e dei Sindaci delle città tutti i canali televisivi trasmettono immagini di gente che invece nelle città passeggia normalmente, fa jogging, o si diverte sulle spiagge.
Gli americani sordi agli appelli del Governo
E nemmeno hanno fatto breccia i messaggi di responsabilità diretti ai ‘millennials’ che non entrano nel cluster dei malati ma in quello degli asintomatici. Più volte è stato ripetuto ai ragazzi, a casa da scuole, college ed università sia per la chiusure sia per lo ‘spring break’ la pausa primaverile, di essere responsabili soprattutto nei confronti dei senior,i più a rischio.
E, come purtroppo previsto, in numeri stanno crescendo velocemente arrivando a superare i 5000 contagiati e pure i morti, 107.
L’unico aspetto che sembra preoccupare davvero gli americani è il rischio per l’economia.
Da più parti si paventa una crescita della disoccupazione di oltre il 20%. Facilmente raggiungibile perchè qui, a differenza del nostro Paese, gli ammortizzatori sono solo quelli delle macchine. Per i lavoratori è previsto poco o niente. E’ la legge dell’America. Nel sogno americano puoi diventare Ceo di Coca Cola ma puoi perdere anche quel posto nel giro di sei mesi e trovarti a spasso in un nanosecondo.
Ed allora si spera che il Governo del Paese che si considera il più democratico al mondo mostri il pugno duro e chiuda per decreto tutto quello che è possibile chiudere, se necessario anche la gente in casa.
In fondo l’America ha dei modelli di riferimento virtuosi, dalla Cina, alla Corea del Sud, per finire con l’Italia che puo’ vantare una sanità eccezionale e una popolazione ‘moderatamente’ rispettosa.