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Coronavirus. L’America sotto shock cerca di resistere e riprendersi
(fonte Lapresse)

‘Dei 12 milioni di lavoratori dei ristoranti del Paese ( la maggior parte dei quali sono chiusi) quasi la metà sono rimasti senza lavoro.Il livello di decrescita è drammatico. La produzione soffre altrettanto, soprattutto il settore delle costruzioni e quello automobilistico. Il Prodotto interno lordo sarà proporzionato allo zero di queste attività. Non è una crisi comune. E’ un vero e proprio uragano’ così Andrew Hollenhorst, direttore delle ricerche economiche di Citigroup negli Stati Uniti.

Quasi dieci milioni sono state le richieste di sussidio di disoccupazione presentate al Dipartimento dell’Impiego nelle ultime due settimane. A marzo il tasso di disoccupazione ha raggiunto la percentuale record del 4,5%, mai visto negli ultimi 50 anni. E le previsioni sono di ulteriore crescita.

Anche perché la ‘social distancing’ che verrà mantenuta alla riapertura del Paese, provocherà, secondo Goldman Sachs, una contrazione del PIL del 34% nel secondo trimestre rispetto ai tre mesi passati.

Coronavirus. Per l'America peggio di un uragano

Per gli Stati Uniti, che venivano da 10 anni di crescita continuata, l’epidemia è stato un vero e proprio shock. Una crisi differente dalle crisi passate, nessun problema di tipo finanziario e nemmeno settoriale, come un blocco energetico o petrolifero, ma qualcosa di molto peggio, mortale e invisibile e con un’alta capacità di svilupparsi e diffondersi.

E in un Paese dove la sanità sociale è molto critica il virus sta facendo danni gravissimi.

Chi rimane senza impiego ha tre possibilità: pagare un feedback di 20000 dollari annui per mantenere la copertura medica, pagare la metà e chiedere una parte di copertura chiamata Obamacare o entrare tra i 30 milioni di americani senza assicurazione medica.

Questa volta però Trump ha assicurato che il Governo rimborserà tutti gli ospedali  per le cure date per il virus a cittadini senza alcuna copertura. Una decisone storica per l’America e per un Presidente che si è sempre dimostrato paladino del settore medico e assicurativo privato.

Queste spese verranno sostenute attraverso il più grande pacchetto di aiuti della storia americana, 2,2 bilioni di dollari. Un piano di sostegno e stimolo all’economia e alle persone senza precedenti. Prestiti agevolati per piccole e medie imprese, fondi per le industrie, per le città e gli Stati. E poi aiuti in danaro diretti a famiglie e lavoratori.

Un piano che sicuramente allevierà i problemi delle famiglie ma, secondo molti osservatori, non aiuterà il commercio. Il limite del piano di sostegno sta proprio nel fatto che si  è scelto di difendere i lavoratori ma non il lavoro.

Coronavirus.Per l'America peggio di un uragano

Tutti a casa in attesa della ripartenza dell’economia. E i tutti sono tanti, ufficiali e non. Una recente indagine rileva come il 23% dei lavoratori americani abbia perso, in prima persona, o in famiglia, almeno un posto di lavoro per il Coronavirus.

E poi, come spesso succede, molti non hanno potuto fermarsi, nonostante l’emergenza. Le famiglie povere, nella medesima area  metropolitana , si sono mosse molte di più di quelle famiglie ricche.

E una conferma a questa indicazione viene dal portavoce della Lega dei Cittadini Latinoamericani Uniti (LULAC) ‘occorre fare una riflessione sul fatto che molti hanno dei lavori essenziali nell’alimentazione nella sanità. E molti di questi non hanno copertura medica. Quasi 17 milioni poi non hanno ‘status legale’, sono per il Governo praticamente invisibili. E in questo ‘limbo’ non ufficiale vivono anche 5 milioni di bambini americani’.

Tutti questi lavoratori nelle strade lavorano nelle grandi metropoli della finanza come New York, della politica come Washington, del divertimento come Miami e Los Angeles, o Chicago e New Orleans.

I centri più colpiti dal Coronavirus rappresentano lo scheletro portante dell’economia americana. Se riprenderanno le grandi metropoli riprenderà l’economia e Trump potrà continuare a sperare di essere rieletto.

Perchè non è un segreto che il tycoon goda di larga popolarità nelle zone agricole e rurali e meno nelle grandi città.

Perchè in un paio di mesi il virus ha sconvolto il Paese e molti programmi. Solo un mese fa Donald Trump in uno dei suoi tanti twit trionfante diceva che ‘il Paese è in forma splendida, come pure i mercati e l’economia non è mai stata forte come adesso’.

Ci ha messo un po’ il Presidente a riprendersi dallo shock. Ma adesso ha ripreso in mano le redini del Paese da ’Comandante di uno Stato di guerra’ come suole definirsi. E gli americani, capaci come pochi al mondo di unirsi in guerra, gli stanno ridando fiducia con un 49% di popolarità, la percentuale più alta del suo mandato.

Ma tutto dipende da un mostro invisibile e per il momento difficilmente neutralizzabile.

Le prossime settimane saranno decisive.

 

 

 

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