Esteri
Coronavirus, Trump usa l'Oms per iniziare la campagna elettorale anti Cina

Dietro la mossa del presidente Usa l'anticipo della sua strategia per tornare alla Casa Bianca e battere Biden. Onu-Merkel contro Donald, solo Australia con lui
Donald Trump dà un anticipo della sua campagna elettorale, che sarà fortemente anti Cina. E' con questo spirito che ha deciso di ridurre i finanziamenti all'Organizzazione Mondiale della Sanità, accusa di essere filo Pechino. Al di là delle lentezze e dell'effettiva vicinanza dell'Oms al governo cinese, l'istituzione serve e andrebbe riformata, non cancellata. Trump ha però deciso la strada opposta, preparandosi a una campagna elettorale fortemente anti Pechino. Lo charisce, tra le altre cose, il fatto che un comitato per la raccolta di fondi per la sua rielezione ha inserito attacchi alla Cina per il modo in cui ha gestito l'epidemia di coronavirus in una mail inviata a sostenitori per invitarli a sostenere la campagna del presidente per "mettere la Cina di fronte alle sue responsabilità".
La richiesta riflette la nuova offensiva di Trump e dei repubblicani di usare la questione della relazione della Cina come un argomento della campagna elettorale, anche a costo di far risalire la temperatura nelle tensioni con Pechino che sembravano essere rientrate dopo la telefonata di fine marzo tra Trump e Xi Jinping. Come dimostra l'offensiva lanciata dal presidente contro l'Oms, a cui ha sospeso i fondi Usa, accusando l'Organizzazione internazionale di essersi prestata a far da megafono alla "disinformazione della Cina sul coronavirus".
Nella mail inviata dal Trump Make America Great Again Committee riecheggia quindi tutta la retorica anti-cinese che il presidente ha ripreso ad usare anche per - sottolineano i critici - deviare su Pechino ed Oms la responsabilità di aver diffuso valutazioni sottostimate dell'impatto del virus inducendolo così a sottovalutare i pericoli per l'America. Anche Biden è già finito nel mirino di Trump per la sua presunta vicinanza a Pechino, che sarebbe dimostrata anche dagli affari del figlio nell'Impero Celeste.
Trump taglia i fondi all'Oms, le reazioni di Onu, Cina, Russia, Germania e Bill Gates
Nel frattempo, la decisione di stoppare i fondi all'Oms ha scatenato la reazione negativa di rivali e anche alleati di Washington. Ora "non è il momento" di ridurre le risorse per l'Organizzazione mondiale per la Sanità. Così il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres. In una dichiarazione, Guterres ha sottolineato che ci troviamo a fronteggiare una crisi, quella del coronavirus, "senza precedenti che richiede una risposta senza precedenti". "Ovviamente, in queste condizioni, è possibile che gli stessi fatti abbiamo letture diverse da diverse entità - prosegue la dichiarazione - quando finalmente avremo voltato la pagina di questa epidemia, ci sarà il tempo per guardarsi indietro e capire come questa malattia sia emersa e come abbia diffuso la sua devastazione così velocemente in tutto il mondo e come tutti hanno reagito alla crisi". "La lezione appresa sarà essenziale per affrontare in modo efficace simili sfide che potranno emergere in futuro - ha concluso il capo dell'Onu - ma ora non è il momento. Come non è anche il momento di ridurre le risorse per le operazioni dell'OMS o di altre organizzazioni umanitarie che stanno combattendo il virus".
La Cina richiama gli Stati Uniti all'adempimento dei propri obblighi: "La sospensione dei finanziamenti all'Organizzazione Mondiale della Sanità da parte degli Stati Uniti colpira' tutti i Paesi, inclusi gli stessi Usa", ha dichiarato il portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino, Zhao Lijian, e "minaccia la cooperazione globale nella lotta contro il Covid-19", giunta a una fase critica. La Russia ha contestato la decisione definendola un tentativo di addossare ad altri la responsabilita' della situazione del suo sistema sanitario. "I politici di questo Paese (gli Usa) addossano sempre la colpa a qualcuno: per la pandemia, della Cina e dell'Oms; per la sconfitta della Clinton, la Russia; dei problemi del sistema sanitario americano, Vladimir Putin, in persona". La reazione di Mosca e' stata affidata alla portavoce del ministero degli Affari esteri russo, Maria Zakharova: l'importante, ha aggiunto la diplomatica, e' trovare un responsabile "immaginario e presentarlo al mondo come prova della colpa degli altri e della propria infallibilità".
Anche Angela Merkel critica Trump "La cancelliera ritiene che il finanziamento dell'Oms abbia una grande rilevanza", ha detto il suo portavoce, Steffen Seibert. "E' importante finanziare l'organizzazione in modo adeguato", ha aggiunto.Si era espresso in termini simili anche il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas: "Uno dei migliori investimenti nella lotta contro la pandemia è di rafforzare le Nazioni Unite - e soprattutto l'Organizzazione mondiale della Sanita', che e' sottofinanziata - per esempio per quello che concerne lo sviluppo e la distribuzione dei test e dei vaccini". Nella lotta contro il coronavirus "e' necessaria una stretta collaborazione internazionale, questo reciproco scambiarsi di accuse non aiutano nella crisi", ha aggiunto il capo della diplomazia tedesca, secondo il quale "il virus non conosce confini".
Anche Bill Gates scende in campo contro la decisione del presidente Usa. "Interrompere il finanziamento all'Oms durante una crisi sanitaria mondiale e' pericoloso proprio come sembra", ha scritto su Twitter il fondatore di Microsoft. "Il loro lavoro sta rallentando la diffusione del Covid-19 e se il loro lavoro si interrompe nessun'altra organizzazione potra' rimpiazzarli. Il mondo ha bisogno dell'Oms come non mai".
Caso Oms, con Trump solo l'Australia
Solo il primo ministro australiano Scott Morrison ha dichiarato di essere d'accordo con le critiche rivolte dal presidente Donald Trump all'Organizzazione mondiale della sanità. L'Australia non smetterà però di finanziare l'agenzia delle Nazioni Unite. "Sono d'accordo con le critiche di Trump e ne ho fatte anche io di mie", ha detto il primo ministro alla Perth Radio 6PR. Morrison ha criticato in particolare "il sostegno dell'Oms ai cosiddetti wet market cinesi in cui si ritiene che il virus sia stato trasmesso dagli animali all'uomo". L'Oms "svolge un lavoro importante, anche qui nella nostra regione nel Pacifico", ma non per questo devono essere "immuni dalle critiche e dal fare le cose meglio", ha aggiunto il premier.
Coronavirus gli assegni da 1200 dollari a 70 milioni di americani avranno la firma di Trump
Intanto Trump è entrato in piena modalità campagna elettorale, come dimostra il fatto che gli assegni da 1200 dollari che nei prossimi giorni arriveranno a 70 milioni di americani come aiuto per fronteggiare la crisi del coronavirus avranno la 'firma' del presidente. Il dipartimento del Tesoro infatti ieri ha ordinato che sugli assegni venga stampato il nome del presidente, cosa che potrebbe rallentare di qualche giorno la loro consegna, fanno sapere dall'Irs. E' la prima volta che il nome di un presidente apparirà su un assegno di rimborso da parte del Fisco americano. E la mossa viene già criticata da molti come un altro tentativo di Trump di sfruttare in termini politici ed elettorali la risposta data dalla sua amministrazione, con il sostegno bipartisan del Congresso, all'emergenza coronavirus. A quanto è stato rivelato, Trump avrebbe addirittura voluto firmare gli assegni, ma il segretario al Tesoro, Steven Mnuchin, gli ha dovuto far notare che il presidente non è autorizzato a firmare i rimborsi del Tesoro, proprio per garantire che non siano politicizzati.