Esteri

Ucraina, Putin: finito il predominio Usa. Von der Leyen: si a ingresso in Ue

Putin: con sanzioni Ue si è rovinata. L'Ucraina e lo status di candidata Ue, Draghi e l'appello in treno. Così ha convinto Scholz e Macron alle 2 di notte

Guerra in Ucraina, Putin: l'era dell'ordine mondiale unipolare e' finita

"L'era dell'ordine mondiale unipolare e' finita, nonostante tutti i tentativi di conservarlo con qualsiasi mezzo". Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin parlando al Forum economico di San Pietroburgo, secondo quanto riporta Interfax.

Guerra in Ucraina, Putin: con sanzioni Ue si e' rovinata con sue stesse mani

“I politici europei hanno gia' causato con le loro stesse mani seri danni alla propria economia", ha continuato Putin, riferendosi prima di tutto all'alto tasso di inflazione nella Ue che "sta colpendo il suo stesso business". La colpa di questa situazione, a suo dire, e' nella politica sanzionatoria che ora colpisce la Russia ma "potrebbe colpire in futuro qualunque altro Paese".

Von der Leyen: dare all'Ucraina status Paese candidato Ue, ma faccia riforme

La Commissione Europea "raccomanda che il Consiglio dia alla Moldavia la prospettiva europea e lo status di Paese candidato, con l'intesa che il Paese porti a termine un certo numero di importanti riforme". Lo dice la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, in conferenza stampa a Bruxelles al termine del collegio dei commissari. "Nel recente passato - aggiunge - la Moldavia ha fatto passi decisivi verso le riforme, con un chiaro mandato dai suoi cittadini. E' su un percorso favorevole alle riforme, contro la corruzione ed europeo, per la prima volta dalla sua indipendenza. Naturalmente, c'è ancora molta strada da fare". "La sua economia e la sua pubblica amministrazione in particolare richiedono grandi miglioramenti ma, a patto che i leader mantengano questo percorso, crediamo che il Paese abbia il potenziale per rispettare i requisiti", conclude.

Georgia, Von der Leyan: "Prospettiva Ue, torneremo su status Paese candidato"

La Georgia ottiene una "prospettiva europea", ma dovrà fare altre riforme prima di ottenere lo status di Paese candidato ad aderire all'Ue. Lo dice la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, in conferenza stampa a Bruxelles. La richiesta di adesione all'Ue di Tbilisi, "ha forza - continua von der Leyen - in particolare l'orientamento al mercato della sua economia, con un forte settore privato. Per riuscire, il Paese deve ora arrivare politicamente a tracciare un percorso chiaro verso le riforme strutturali e l'Ue, un percorso che delinei chiaramente le riforme necessarie, che coinvolga la società civile e che benefici di un ampio sostegno politico". "Per questo - continua - raccomandiamo al Consiglio di garantire alla Georgia una prospettiva europea e di ritornare a valutare come la Georgia soddisfi le condizioni, prima di darle lo status di Paese candidato" all'adesione all'Ue. Von der Leyen sottolinea infine che per la Georgia ottenere una prospettiva europea è "un grande passo avanti" e che spetta a Tbilisi ora fare gli ulteriori progressi necessari, se vuole diventare un Paese candidato all'adesione.

Guerra Russia Ucraina, la mossa di Draghi nella notte in treno

Mario Draghi si è ritagliato il ruolo da leader nella missione in Ucraina da Zelensky. E' stato il premier italiano a smussare gli angoli con gli altri due Capi di Stato europei. L’arrivo nella capitale ucraina dei tre leader - si legge sul Corriere della Sera - coincide con un’unità, una convergenza di posizione sull'inizio di un'adesione di Kiev all’Unione europea, che non era affatto scontata prima del viaggio. È il risultato più importante, e appare notevole anche lo spostamento della posizione del governo tedesco: dallo scetticismo di qualche settimana fa, dai silenzi che avevano fatto infuriare il governo di Zelensky, a un’inversione di rotta quasi a 180 gradi: il cancelliere non solo promette sistemi missilistici, armi di nuove generazione e la tecnologia Iris, ma pronuncia in modo solenne che sarà «categorico», a Bruxelles, la prossima settimana, nel corso del Consiglio europeo.

L’argomento di Draghi, - prosegue il Corriere - anche durante il vertice notturno nel treno che li ha portati dalla Polonia sino a Kiev, un incontro andato avanti sino alle due di notte, è stato centrato su una grande esortazione. In primo luogo l’«urgenza» di decidere in fretta, la necessità di fare un decisivo passo avanti prima della visita a Zelensky e prima del Consiglio europeo della settimana prossima. In secondo luogo l’invito a considerare il «passaggio storico» della decisione, come ha rimarcato il premier anche durante la conferenza stampa: decidere sullo status di candidata alla Ue dell’Ucraina secondo Draghi significa abbandonare tutti "gli schemi di funzionamento".