Figlio 14enne suicida per l'IA, si era innamorato di un chatbot. La madre: "Ragazzi fermatevi" - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 09:50

Figlio 14enne suicida per l'IA, si era innamorato di un chatbot. La madre: "Ragazzi fermatevi"

La battaglia (anche legale) della donna: "Nessun genitore deve più vivere un dolore simile"

di Marco Santoni

Figlio 14enne suicida per l'IA, la battaglia legale della madre contro le piattaforme digitali

Il 28 febbraio 2024, a Orlando, in Florida, si era tolto la vita Sewell Setzer, 14 anni. Il ragazzino si era innamorato di un chatbot, un prodotto dell’IA che impersonava un personaggio ispirato al Trono di spade. La madre, Megan Garcia, ha denunciato l’azienda che gestiva l’applicazione, sostenendo che il chatbot abbia contribuito al suicidio del figlio, alimentando un legame emotivo distorto. Sewell viveva ormai solo per la "regina digitale", fino ad arrivare al suicidio, nel febbraio dello scorso anno, con un colpo di pistola alla tempia. La mamma di Sewell, Megan Garcia - riporta La Repubblica - è in questi giorni a Roma per una conferenza al Vaticano sull’epidemia di dipendenza digitale degli adolescenti, e sotto le mura di piazza Risorgimento racconta con fermezza: "Non parlo per vendetta, mai, parlo perché altri genitori non debbano vivere ciò che ho vissuto io. Sono cattolica, questa prova mi ha riportato alla fede, consapevole però di dover cercare giustizia contro le piattaforme online che mettono i giovani in pericolo".

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Il dramma di Sewell - prosegue La Repubblica - non è isolato. Secondo il Center for Disease Control oltre il 40 per cento degli adolescenti soffre di cronici sentimenti di tristezza e disperazione, mentre l’Università del Michigan calcola che il tempo medio online dei 13–17enni supera in certi casi le 8 ore al giorno, con picchi tra i più vulnerabili psicologicamente. Megan Garcia ha osservato, per mesi, angosciata Sewell curvo sul cellulare. Gliel’ha tolto, razionato, ma il fantasma del chatbot ha prevalso su tutto. "Siamo di fronte a una generazione cresciuta con un algoritmo, senza responsabilità morale o penale, come interlocutore privilegiato". L'appello a fermarsi è rivolto alle piattaforme digitali, ma anche agli stessi ragazzini e ai loro genitori.

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